martedì, Maggio 13, 2025
HomeMedicinaRicercaLinfoma di Richter: scoperto il metabolismo delle cellule tumorali

Linfoma di Richter: scoperto il metabolismo delle cellule tumorali

Grazie a Fondazione Ricerca Molinette di Torino è stato scoperto il meccanismo che stimola la crescita delle cellule tumorali nel linfoma di Richter. Attraverso la definizione del metabolismo di queste cellule tumorali, dove glucosio e glutammine sono due elementi fondamentali, sarà possibile sviluppare nuovi farmaci contro queste vie metaboliche, migliorando così le opzioni di trattamento disponibili per i pazienti

Un importante risultato nello studio della Linfoma di Richter, un linfoma particolarmente aggressivo, arriva dal bando Ricerca Scientifica d’Eccellenza della Fondazione Ricerca Molinette.

Cos’è la sindrome di Richter

Il linfoma di Richter è una evoluzione non rara in pazienti affetti da leucemia linfatica cronica, la più diffusa leucemia nei paesi occidentali. Si tratta di un linfoma particolarmente aggressivo che rappresenta una trasformazione della leucemia linfatica cronica in un linfoma a grandi cellule. Questa trasformazione comporta un peggioramento significativo della prognosi del paziente, rendendo la malattia molto più difficile da trattare. La sindrome di Richter è caratterizzata da una rapida crescita e proliferazione delle cellule tumorali, che richiedono un alto tasso di produzione di energia e sintesi di molecole. Infatti, queste cellule maligne dipendono fortemente da nutrienti come glucosio e glutammina. Interferire con le vie metaboliche di questi nutrienti si è dimostrato efficace nel ridurre la vitalità delle cellule di Richter, aprendo nuove prospettive terapeutiche per un linfoma che attualmente rimane in gran parte incurabile.

La ricerca sul metabolismo delle cellule tumorali

Per questa ricerca sono stati utilizzati diversi approcci metodologici innovativi e complementari con particolare attenzione al metabolismo delle cellule di Richter, mettendo in luce anche le differenze rispetto alla fase di malattia precedente. «Un passo avanti nella ricerca sul linfoma di Richter attraverso la definizione del metabolismo di queste cellule tumorali-  ha dichiarato la Prof.ssa Tiziana Vaisitti, coordinatrice e responsabile dello studio pubblicato sulla rivista internazionale Cellular and Molecular Life Sciences -. I risultati ottenuti sono importanti perché hanno implicazioni significative dal punto di vista traslazionale. Interferire con le vie metaboliche del glucosio e della glutammina si è infatti dimostrato efficace nel ridurre la vitalità delle cellule di Richter, aprendo nuove prospettive terapeutiche per un linfoma che attualmente rimane in gran parte incurabile».

Ora possibili nuove terapie mirate contro il linfoma di Richter

Questa scoperta rappresenta un passo avanti nella comprensione della sindrome di Richter e offre nuove speranze per lo sviluppo di terapie mirate che possano migliorare gli esiti clinici per i pazienti affetti da questa malattia. Nello specifico, il lavoro ha identificato le dipendenze metaboliche di queste cellule maligne, evidenziando che glucosio e glutammina sono due substrati fondamentali. Infatti, questi nutrienti sono essenziali sia per la produzione di energia, sia per la sintesi di molecole necessarie a sostenere l’alto tasso di crescita e proliferazione. Questi risultati potrebbero portare allo sviluppo di nuovi farmaci contro queste vie metaboliche, migliorando così le opzioni di trattamento disponibili per i pazienti.

Stop a glucosio e glutammina

Come dimostrato dallo studio, le cellule di Richter hanno una forte dipendenza dal glucosio e dalla glutammina per la loro sopravvivenza e proliferazione. Il glucosio è utilizzato principalmente nella glicolisi, un processo che produce energia sotto forma di ATP e intermedi metabolici necessari per la sintesi di macromolecole. La glutammina, d’altra parte, è fondamentale per la produzione di energia attraverso la glutaminolisi e fornisce carbonio e azoto per la sintesi di nucleotidi e aminoacidi. Interferire con queste vie metaboliche può ridurre significativamente la vitalità delle cellule tumorali, offrendo nuove opportunità terapeutiche . Grazie a Fondazione Ricerca Molinette è stato possibile supportare i ricercatori e la ricerca biomedica di eccellenza locale sul tema delle malattie dell’invecchiamento.

Fondazione Molinette dal 2001 sostiene la ricerca

La Fondazione Ricerca Molinette nasce nel 2001 dall’iniziativa congiunta di Università di Torino e Azienda Ospedaliera Molinette, per supportare la ricerca scientifica all’interno dell’Ospedale Molinette e, successivamente, dell’intero polo di Città della Salute e delle Scienze di Torino 8. In particolare, la Fondazione si impegna a sostenere la ricerca traslazionale volta a trasferire in ambito clinico i risultati della ricerca di laboratorio, attraverso lo sviluppo di nuovi farmaci e terapie. In più di vent’anni di attività sono circa 200 le pubblicazioni scientifiche internazionali; 375 i ricercatori e i borsisti coinvolti nelle attività della Fondazione, per un totale di oltre 18 milioni di euro gestiti.

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Advertisment -

Più popolare

Commenti recenti