mercoledì, Luglio 9, 2025
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Lenti ICL: la nuova frontiera per dire addio agli occhiali in modo sicuro

Con le lenti ICL è possibile correggere la miopia in modo definitivo senza modificare la struttura dell'occhio. Ne parla il dottor Lucio Buratto, direttore sanitario del CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano

Correggere i difetti visivi in modo permanente, senza modificare la struttura dell’occhio, è oggi una realtà grazie alle lenti ICL. Si tratta di un’innovativa tecnologia oftalmica che sta cambiando il modo di affrontare la miopia e altri disturbi refrattivi. Con oltre 3 milioni di impianti eseguiti nel mondo, le ICL (Implantable Collamer Lenses) si confermano una delle soluzioni più efficaci, sicure e stabili nel tempo per chi desidera liberarsi dagli occhiali.

Una tecnica mininvasiva

Prof. Lucio Buratto, direttore sanitario del CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano
Prof. Lucio Buratto, direttore sanitario del CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano

Le ICL vengono impiantate all’interno dell’occhio con una tecnica minimamente invasiva e reversibile. A differenza della chirurgia laser, non comportano alcuna alterazione permanente della cornea. «Questa lente non modifica la struttura oculare. Se necessario, si può rimuovere o sostituire –  spiega il dott. Lucio Buratto, direttore sanitario del CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano e tra i pionieri della chirurgia refrattiva in Italia -. C’è da dire che in 30 anni di esperienza non ho mai avuto un caso in cui il paziente mi abbia richiesto di rimuoverla perché insoddisfatto del risultato visivo».

Biocompatibili, stabili, personalizzate

Le ICL sono realizzate in materiale biocompatibile e vengono progettate su misura per ogni paziente. La loro forma, diametro e curvatura vengono adattati in base a parametri oculari precisi come profondità, lunghezza e anatomia individuale. «Per noi chirurghi è fondamentale sapere che questo dispositivo consente di recuperare una buona visione già dal giorno successivo all’intervento e rimane stabile nel tempo, senza complicazioni», sottolinea Buratto.

A chi sono indicate le lenti ICL

Le lenti ICL sono adatte a molti pazienti con miopia, astigmatismo e, in alcuni casi, ipermetropia, anche in presenza di cornee sottili o controindicazioni al laser. La valutazione deve essere sempre eseguita da un oculista esperto in chirurgia refrattiva.

Ideali per miopie forti (e non solo)

Sebbene spesso associate ai casi di miopia elevata, le ICL possono essere impiegate anche nei difetti refrattivi medi o leggeri. «Le utilizziamo anche in miopie moderate o basse. La scelta dipende dalle caratteristiche anatomiche dell’occhio, che valutiamo attentamente prima dell’intervento», precisa il chirurgo.

Una procedura rapida e indolore

L’intervento, che dura circa dieci minuti, si esegue in ambulatorio. «Si pratica un piccolo forellino laterale nell’occhio, si inserisce la lente e si elimina il fluido protettivo utilizzato durante l’operazione. Non servono punti di sutura. Il paziente avrà una visione leggermente annebbiata per uno o due giorni, ma già dal secondo giorno solitamente vede bene. E senza occhiali», racconta Buratto.

 Lenti affidabili

«Non opero pazienti miopi se non ho la certezza quasi assoluta di riuscire a togliere gli occhiali- , afferma con decisione il dottor Buratto. – Con le lenti ICL, riesco a farlo. Impianto queste lenti da quasi trent’anni: hanno dimostrato nel tempo una grande affidabilità, anche in ambiti ad alta precisione come quello militare».

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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