L’amore ha bisogno di protezione e controlli e la vaccinazione è uno strumento di prevenzione importantissimo che abbiamo a disposizione e che, oltre a prevenire l’infezione dal papillomavirus (che ricordo può riguardare entrambi i sessi), previene anche i condilomi (piccole escrescenze benigne che compaiono prevalentemente a livello degli organi genitali esterni, intorno all’ano, nella bocca e nella gola, ndr) e soprattutto previene dei tumori della sfera genitale, la cui mortalità si potrebbe azzerare con il vaccino.
I numeri in Italia
Per avere un’idea dei numeri in Italia relativi a questa malattia, facciamo riferimento ai dati forniti dal Centro Nazionale dell’epidemiologia per la sanità pubblica dell’Istituto Superiore di Sanità. Basati sugli studi condotti in Italia in donne di età tra 17 e 70 anni, in occasione di controlli ginecologici di routine o di programmi di screening organizzato, mostrano una prevalenza di un tipo qualsiasi di HPV compresa tra il 7% e 16%. La prevalenza aumenta al 35-54% nelle donne con diagnosi di citologia anormale, per raggiungere il 96% in caso di displasia severa o oltre. La prevalenza delle infezioni da Hpv varia con l’età: è più elevata nelle giovani donne sessualmente attive, mentre un secondo picco di prevalenza si nota nelle donne intorno alla menopausa o dopo.
Si abbassa l’età dei rapporti sessuali
In Italia si verificano ogni anno circa 3500 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina e 1500 decessi. Nell’arco di un decennio (dal 2002 al 2012), la percentuale di adolescenti che a 15 anni dichiara di avere avuto rapporti sessuali è cresciuta dal 20% al 51% tra le adolescenti e dal 28% al 57% tra gli adolescenti. In un recente studio condotto in Lombardia su 175.000 adolescenti, il 24% delle ragazze e il 27% de ragazzi tredicenni ha dichiarato di aver già avuto rapporti sessuali.
Donne fanno più prevenzione
Gli ultimi dati, intanto, parlano di 2,2 milioni di giovani non protetti contro il papillomavirus. «Questo è un peccato -dichiara De Lillo- le donne fanno maggiore prevenzione e si sottopongono spesso al pap test, proprio per vedere se c’è un’infezione in atto, soprattutto da papillomavirus. Ma il problema si potrebbe eliminare all’origine, se anche gli uomini facessero test e soprattutto si vaccinassero».
Gli uomini si approcciano tardi alla prevenzione
Mentre poi le donne sono solite andare dal ginecologo, gli uomini arrivano tardi (solo intorno ai 50 anni di età) a fare la prima visita dall’andrologo. «Gli uomini tendenzialmente si rivolgono ad uno specialista quando riscontrano un problema -conferma il vicepresidente dell’Omceo Roma- penso all’ipertrofia prostatica, che si presenta dopo i 50 anni, mentre invece sarebbe opportuno fare una prevenzione adeguata, anche per prevenire disturbi di vario tipo legati alla sfera sessuale, penso al varicocele, la più frequente causa di sterilità maschile. Questa patologia, se diagnosticata in tempo, può essere facilmente prevenuta. Per questo invito gli uomini a fare controlli, altrimenti può capitare che le coppie possano avere problemi con la procreazione».