Paola è la mamma caregiver di Luca, un ragazzo di 18 anni a cui è stata diagnosticata sei mesi fa una leucemia. Il giovane, già affetto dalla sindrome di down, ha con la mamma un legame molto forte. Non solo perché da sempre è al suo fianco nei momenti più importanti della vita, ma lo accompagna a fare le sedute di chemioterapia in ospedale.
Lavoro addio, essere caregiver comporta per Paola una scelta definitiva
Il ragazzo è figlio unico di Paola, segretaria in un’azienda, e di Roberto. Il padre vive in un’altra città per lavoro e questa condizione comporta un aggravio di responsabilità e di incombenze per la donna costretta, al sopraggiungere della malattia, ad abbandonare il lavoro per seguire il ragazzo nel percorso di cura.
Ogni anno 8 donne su 10 caregiver costrette a lasciare il lavoro
Secondo i dati Istat 8 donne su 10 hanno dovuto modificare la loro attività professionale a causa del ruolo di caregiver con conseguenze nella carriera, un minor carico di ore lavorative e più giornate di riposo. Tra i motivi che hanno portato a questo cambiamento peggiorativo nell’attività professionale, oltre alla necessità di bilanciare il lavoro e al cura, sono emerse difficoltà legate ad una organizzazione sanitaria non efficiente che include ricoveri ospedalieri, frequenti visite mediche e di controllo.
Quando il caregiver deve accompagnare un familiare in ospedale
Il punto di svolta per il caregiver sembra essere proprio il momento in cui è costretto ad accompagnare il proprio assistito a visite e cure in ospedale. Chi ha un familiare anziano, disabile o con malattia oncologica sa che le visite in ospedale sono frequenti e nel ruolo di caregiver deve attendere che il pazienti completi visite, analisi o terapie. Questa routine per il caregiver rappresenta un momento di forte stress emotivo anche perché in quel frangente spesso perde il contatto con il familiare.
Un distacco difficile a cui viene incontro la tecnologia
Per rendere meno pesante da un punto di vista emotivo l’attesa per il caregiver, c’è chi ha deciso di attivare un servizio di sms per i caregiver in modo da renderli partecipi dei percorso terapeutico del loro assistito. È il caso di Fondazione Poliambulanza di Brescia che da qualche mese ha attivato “MAChepunto è?” un servizio di SMS progettato per fornire aggiornamenti in tempo reale ai caregiver, permettendo loro di seguire ogni fase del percorso terapeutico oncologico dei loro cari.
Come si attiva il servizio “MAChepunto è?” di Fondazione Poliambulanza di Brescia
Per attivare il servizio, il caregiver che accompagna il proprio assistito in ospedale per una visita, degli esami o per sostenere delle cure, deve lasciare il proprio contatto telefonico al bancone della segreteria dell’U.O. Oncologia. A quel punto sarà premura dell’addetto al servizio fornire in tempo reale aggiornamenti al caregiver, permettendogli in questo modo di seguire ogni fase del percorso terapeutico del paziente.
Gli sms del servizio “MAChepunto è?”
Al caregiver verranno inviati i seguenti messaggi per tenerlo costantemente partecipe del percorso terapeutico del proprio assistito:
- Chiamata in visita: si notifica che il paziente sta per eseguire la visita con l’oncologo. L’accompagnatore può accedere in reparto per assistere alla visita
- Terapia in preparazione: si avvisa che l’Unità farmaci sta preparando la terapia del paziente
- Inizio infusione. Si notifica l’inizio dell’infusione della terapia
- Fine infusione terapia. Si avvisa che il paziente ha quasi finito l’infusione e a breve sarà possibile procedere con la dimissione.
In questo modo il caregiver può organizzare al meglio il proprio tempo, con la certezza di conoscere in tempo reale ogni spostamento del proprio familiare assistito.