Nel mondo degli aiuti internazionali, ci sono realtà che fanno la differenza silenziosamente, ma con un impatto profondo e duraturo. Una di queste è senza dubbio Medici con l’Africa Cuamm, organizzazione nata 75 anni fa a Padova e oggi punto di riferimento per lo sviluppo dei sistemi sanitari nei Paesi africani più vulnerabili impegnata nella costruzione di una scuola per ostetriche a Bossangoa, centro minore della Repubblica Centrafricana.
I numeri di Medici con l’Africa Cuamm
Con 3.500 operatori locali, 300 espatriati europei e oltre 5.000 volontari in Italia, l’associazione lavora ogni giorno per portare assistenza, formazione e infrastrutture in territori spesso dimenticati.
Presenza sul territorio, radici solide in Italia
«Il nostro segreto? Essere concreti e vicini. Non solo ai cittadini dell’Africa più povera, ma anche ai nostri donatori», spiega Nicola Penzo, fundraiser dell’organizzazione, intervenuto al Festival del Fundraising per raccontare la forza della relazione tra Cuamm e chi lo sostiene.

Con una sede a Padova e una rete capillare di oltre 40 gruppi territoriali – in gran parte formati da medici ed ex operatori tornati dall’Africa – Medici con l’Africa Cuamm ha saputo creare un modello di prossimità raro nel mondo della cooperazione: «Ci conosciamo, ci incontriamo, ci raccontiamo. Non è pubblicità: è partecipazione vera.»
Cura e sviluppo, non solo emergenza
L’impegno di Medici con l’Africa Cuamm non si limita all’invio di personale sanitario o di medicinali: la missione è più profonda e strutturale. «Puntiamo allo sviluppo, non solo all’emergenza», racconta Penzo. In concreto significa rafforzare i servizi sanitari locali, investendo sulla formazione. Un esempio emblematico è la nuova scuola per ostetriche che l’associazione sta costruendo a Bossangoa, nella Repubblica Centrafricana: la prima fuori dalla capitale del Paese. A questa si aggiungono quattro scuole per infermieri e ostetriche già attive in altri paesi africani. Un investimento sul lungo periodo che permette alle comunità di diventare sempre più autonome.
Il valore delle persone
Nel tempo, migliaia di medici italiani sono partiti con l’associazione per lavorare in Africa, ma sono soprattutto gli operatori locali a portare avanti ogni giorno il cambiamento: oltre il 90% del personale, infatti, è africano, formato e assunto nei Paesi in cui si interviene. È un altro segno distintivo di Medici con l’Africa Cuamm, che crede nel protagonismo delle persone e delle comunità.
Una rete che non si spezza, nemmeno con il Covid
Durante la pandemia, quando la distanza sembrava incolmabile, Cuamm ha reagito potenziando gli strumenti virtuali per restare in contatto con i donatori e i volontari. «Abbiamo capito ancora una volta che il nostro punto di forza è la rete – ricorda Penzo –. Ogni anno organizziamo circa 400 eventi in tutta Italia, e anche nel periodo più buio, siamo riusciti a restare uniti.»
Nel 2024, su un bilancio complessivo di 49 milioni di euro, 9 milioni provengono da donatori singoli. Un dato che racconta la fiducia che tante persone ripongono in questa realtà.
Donatori e volontari: l’Africa non è lontana
«L’Africa è lontana geograficamente, ma noi facciamo di tutto per renderla vicina. Lo facciamo con i racconti dei medici, con le testimonianze dei volontari, con incontri reali», dice Penzo. La scommessa è sempre la stessa: avvicinare le persone, farle sentire parte di un progetto comune, concreto e duraturo. Medici con l’Africa Cuamm, infatti, non è solo un’organizzazione: è una comunità fatta di cura, presenza e responsabilità condivisa. Un esempio di come si possa fare cooperazione con profondità, professionalità e cuore.