giovedì, Aprile 24, 2025
HomeRubricheParola all’EspertoLa frattura del femore negli anziani: un'urgenza pubblica

La frattura del femore negli anziani: un’urgenza pubblica

La frattura del femore negli anziani è una questione urgente. L'importanza della prevenzione, attraverso il trattamento dell'osteoporosi, la riduzione del rischio di cadute e l'allenamento fisico regolare è fondamentale. A cura del Professor Giacomo Placella dell'IRCCS San Raffaele

Giacomo Placella ortopedico
Prof. Giacomo Placella Ortopedico presso l’unità di Ortopedia e Traumatologia all’IRCCS San Raffaele di Milano, Professore Associato dell’università Vita – Salute San Raffaele di Milano

Le fratture del femore negli anziani rappresentano una delle principali problematiche in ambito medico e sociale. L’incidenza di queste fratture aumenta con l’età, diventando una delle principali cause di disabilità e morte prematura tra le persone anziane.

L’importanza della prevenzione dell’osteoporosi per evitare la frattura del femore

Affrontare questo problema significa intervenire su più fronti, a partire dalla prevenzione dell’osteoporosi e delle cadute fino all’importanza dell’intervento tempestivo e dell’allenamento fisico come parte integrante di una strategia globale per migliorare la salute degli anziani. Le fratture del femore, in particolare quelle prossimali (vicine all’articolazione dell’anca), sono particolarmente pericolose negli anziani.

Frattura del femore, punto di non ritorno nell’autonomia

Quando una persona anziana cade e si frattura il femore, si tratta di un evento traumatico che non solo provoca dolore ma che spesso segna un punto di non ritorno nella sua autonomia. Il recupero dopo una frattura del femore richiede, infatti, un intervento di chirurgia maggiore, operando l’osso più grande del corpo, e spesso, pazienti fragili, non riescono nel recupero completo.

Come gestire l’allettamento post intervento

Una delle principali preoccupazioni dopo una frattura del femore è l’allettamento.

In passato dopo l’intervento chirurgico, molti pazienti anziani erano costretti a rimanere a letto per un lungo periodo. L’immobilizzazione prolungata portava a una serie di rischi gravi, tra cui:

  • Polmoniti: l’immobilizzazione e la difficoltà di muoversi aumentano il rischio di infezioni respiratorie, in particolare la polmonite. Questo perché i polmoni non vengono svuotati adeguatamente e si crea un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri.
  • Trombosi venosa profonda (TVP): la stasi sanguigna dovuta alla mancanza di movimento può portare alla formazione di coaguli nelle vene profonde delle gambe. Se questi coaguli migrano verso i polmoni, possono causare un’embolia polmonare, che è potenzialmente fatale.
  • Atrofia muscolare: la perdita di massa muscolare è una delle conseguenze dell’allettamento. I muscoli che non vengono utilizzati per un periodo prolungato tendono a indebolirsi, e la riabilitazione richiede molto più tempo e sforzo.
  • Perdita di autonomia: l’incapacità di muoversi autonomamente e il rischio di sviluppare altre complicazioni fanno sì che molti anziani non possano più riprendere le proprie attività quotidiane. Questo li rende dipendenti da altre persone, con un impatto significativo sulla loro qualità della vita.

I vantaggi di interventi mini-invasivi per la frattura del femore

Oggi la possibilità di eseguire interventi mini-invasivi e con tempistica adeguata permette di ridurre queste complicanze. L’intervento deve avere un unico scopo ovvero di verticalizzare il paziente prima possibile, prima viene messo in piedi, prima riesce a camminare meno ci saranno complicanze da allettamento.

Con queste premesse si capisce come sia assolutamente essenziale cercare di prevenire questi traumi, e nel mondo intero lo studio della prevenzione è un hot topic di Traumatologie e Geriatri.

La prevenzione si sviluppa sulle tre cause modificabili:

La causa principale di fratture del femore negli anziani è l’osteoporosi, una condizione in cui le ossa diventano fragili e più inclini a rompersi. L’osteoporosi viene definito Killer silente, perché  non presenta sintomi fino a quando non si verifica una frattura. Per prevenire l’osteoporosi, è essenziale:

  • Dieta ricca di calcio e vitamina D: il calcio è fondamentale per la salute delle ossa, e la vitamina D aiuta l’assorbimento del calcio. Alimenti come latticini, pesce e verdure a foglia verde sono importanti, ma in alcuni casi può essere necessario integrare con vitamine.
  • Attività fisica regolare: esercizi che coinvolgono il peso corporeo, come camminare, ballare o sollevare pesi leggeri, stimolano la produzione di osso e aiutano a mantenere la densità ossea. L’allenamento fisico contribuisce anche a migliorare l’equilibrio e la postura, riducendo il rischio di cadute.
  • Controllo medico regolare: la diagnosi precoce dell’osteoporosi, attraverso esami come la densitometria ossea, è fondamentale per prevenire le fratture. In caso di osteoporosi diagnosticata, è possibile intervenire con farmaci che ne rallentano l’evoluzione.

Come prevenire le cadute

Le cadute sono un altro fattore determinante per le fratture del femore negli anziani. Ogni anno, milioni di persone anziane cadono, e molte di esse si fratturano. La prevenzione delle cadute può essere raggiunta con:

  • Ambienti sicuri: eliminare ostacoli e pericoli domestici, come tappeti scivolosi, cavi elettrici lasciati in giro o luci insufficienti. Assicurarsi che la casa sia ben illuminata e che i pavimenti siano antiscivolo è fondamentale per ridurre il rischio di incidenti.
  • Calzature adeguate: scarpe ben adattate con suole antiscivolo possono ridurre significativamente il rischio di cadute.
  • Esercizi di equilibrio e coordinazione: esercizi mirati a migliorare l’equilibrio e la forza muscolare, come lo yoga o il tai chi, sono particolarmente utili per prevenire le cadute.

L’importanza dell’attività fisica

L’attività fisica non solo aiuta a mantenere la densità ossea, ma è anche fondamentale per migliorare l’equilibrio, la coordinazione e la forza muscolare. L’allenamento regolare riduce il rischio di cadute, prevenendo indirettamente le fratture. La pratica costante di attività fisiche, come camminate quotidiane o esercizi in acqua, aiuta gli anziani a mantenere una buona mobilità e autonomia.

L’impatto delle fratture del femore sulla società

Le fratture del femore negli anziani non sono solo un problema sanitario, ma hanno un impatto significativo sulla società. Ogni anno, il costo economico delle fratture del femore è altissimo, considerando le spese ospedaliere, gli interventi chirurgici, la riabilitazione, e le possibili complicazioni che si verificano durante il recupero. Secondo alcune stime, i costi diretti per il trattamento delle fratture del femore superano i miliardi di euro ogni anno. A questo si aggiungono i costi indiretti legati alla perdita di produttività dei caregiver familiari, l’inabilità a lavorare e l’isolamento sociale.

Il declino psicologico conseguente alle fratture del femore

A livello sociale, le fratture del femore hanno un impatto devastante sul benessere degli anziani. La perdita di indipendenza e mobilità porta spesso a un declino psicologico, con depressione e ansia che possono peggiorare ulteriormente la qualità della vita. La lunga degenza ospedaliera o la necessità di assistenza a lungo termine contribuiscono anche al carico emotivo e psicologico sui familiari e sui caregiver.

Perché le fratture del femore richiedono attenzione urgente

La frattura del femore negli anziani è una questione che richiede attenzione urgente. La prevenzione, attraverso il trattamento dell’osteoporosi, la riduzione del rischio di cadute e l’allenamento fisico regolare, è fondamentale per evitare queste fratture devastanti. Tuttavia, è altrettanto importante intervenire tempestivamente con trattamenti medici e chirurgici adeguati, per garantire che gli anziani possano recuperare nel miglior modo possibile, riducendo al minimo le complicazioni e i rischi associati all’immobilizzazione.

Un sistema di salute che investe nella prevenzione e nella gestione tempestiva delle fratture del femore non solo migliora la qualità della vita degli anziani, ma riduce anche il carico economico e sociale per la comunità, creando una società più sana e sostenibile.

A cura del Prof. Giacomo Placella                                                                               Medico ortopedico presso l’Unità di Ortopedia e Traumatologia all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, Professore Associato dell‘università Vita – Salute San Raffaele di Milano

 

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Advertisment -

Più popolare

Commenti recenti