mercoledì, Luglio 9, 2025
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La denuncia: pochi infermieri e con contratti ambigui. La storia di Eddy

In Italia mancano 65.000 infermieri eppure chi vuole lavorare deve accettare condizioni fuori mercato come testimonia la storia di Eddy caso simbolo della denuncia di Gabriella Scrimieri

In Italia mancano 65.000 infermieri, la stima è stata riportata da diverse fonti, tra cui la Corte dei Conti e la Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi). Ma qualcosa non torna perché andando ad analizzare i singoli casi emerge che le offerte di lavoro non ci sono, i contratti sono a termine, o ancor peggio si offrono collaborazioni in libera professione a partita IVA.

Eddy da Parigi a Trento:  infermiere laureato, ma nessuno lo vuole assumere

Oggi vi parlo di Eddy, un infermiere originario del Marocco, laureato in Italia. Dopo la laurea opera da subito presso una casa di cura nel Lazio per circa 5 anni, poi si trasferisce a Milano dove viene assunto in un ospedale privato convenzionato. Lavora per 25 anni  in Lombardia. in un reparto di medicina, ma per motivi di ricongiungimento familiare, decide a malincuore di trasferirsi in Francia e lascia l’Italia.

Il lavoro a Lione

Viene immediatamente assunto in un ospedale a Lione. Eddy parla bene italiano, francese e inglese. Dopo qualche mese si accorge però di non sentirsi a suo agio, l’Italia gli manca. Ormai è diventata per lui la sua seconda casa, il suo Paese. La mentalità, la cultura francese non si sposano con i suoi obiettivi e il suo carattere. Allora decide di tornare in Italia con tante speranze.

Cerca lavoro a Milano, ma lo trova solo a partita IVA

L’infermiere confida di iniziare a lavorare subito, d’altronde in Italia mancano 65.000 infermieri, non sarà difficile trovare lavoro. Invece la realtà è ben diversa. Ospite della sorella, inizia a portare il suo curriculum in diversi ospedali, case di cura ed RSA della città senza ottenere alcuna risposta. A chi chiede spiegazioni si sente rispondere che gli infermieri arrivano dalle cooperative. Eddy non si rassegna e, infatti, dopo qualche settimana viene contattato da un ospedale privato convenzionato che gli propone un contratto, ma solo a partita IVA. L’infermiere è contento, pensa di aver trovato finalmente un lavoro e di poter far arrivare in Italia la famiglia.

I limiti del suo contratto

La libera professione non ferma Eddy che si adegua alla richiesta del mercato, ma si accorge, da subito, che lo stipendio non basta per affittare una casa. A fronte di un futuro guadagno di 1650 euro, non trova un appartamento a meno di 1000 euro al mese. Un’amara sorpresa che deve digerire se vuole lavorare e che lo costringe a prolungare la sua permanenza dalla sorella e a ritardare il ricongiungimento con la moglie e i due bambini piccoli.

Le sorprese “amare” non sono finite

Le sorprese amare non sono finite per lui. Al termine del primo mese di lavoro non riceve alcuno stipendio. Eddy si reca nell’ufficio del personale per scoprire che avendo partita IVA, il pagamento avverrà a 60 o 90 giorni, come un qualunque fornitore. Questo per l’infermiere è un grande problema: non ha più soldi per vivere e da inviare alla famiglia e tantomeno si può permettere  l’affitto di una casa. Non si perde d’animo e decide di cercare altrove.

La chiamata dal Trentino

Dopo la disperazione per lui arriva una chiamata dal Trentino.  Una clinica privata è disposta ad assumerlo, offrendogli uno stipendio di 2000 euro netti al mese più l’alloggio. Eddy decide di lasciare la Lombardia e di accettare.

A questo punto però è evidente che i conti non tornano. Da un lato l’Italia lamenta che mancano gli infermieri, eppure chi cerca lavoro lo trova a fatica e a condizioni di mercato non accettabili.  Eddy è stato solo sfortunato oppure esiste un problema di contratti da adeguare?

 

Gabriella Scrimieri
Gabriella Scrimieri
Direttore Editoriale del Giornale Online Quotidiano della Salute.Una passione nata per caso, affrontando, vivendo e osservando realtà che valeva la pena raccontare. Attraversando corridoi di ospedali da nord a sud del paese, case popolari, quartieri di lusso, interfacciandomi con diverse etnie e con le loro storie di vita, nasce l’ispirazione e il confronto. La sanità italiana e il grande cambiamento in atto. Il sociale che incontra i bisogni di salute dei cittadini, il disagio socio-economico, le cure mancate. Le patologie rare che vogliono farsi conoscere. I familiari o caregiver di persone spesso lasciate sole con la propria malattia. Le istituzioni con le novità legislative, le associazioni leva portante e aiuto costante dei cittadini. A tal proposito ho scritto un libro autobiografico “Sono solo Un’infermiera”, in cui attraverso la mia esperienza di vita e professionale racconto il valore della professione infermieristica e le fatiche a emergere come “professionisti dell’assistenza in Italia”.Editrice, Scrittrice, Infermiera e Manager Sanitaria.Amante della storia e della politica italiana e internazionale. Da più di 23 anni mi occupo di Management sanitario a diversi livelli. Ho conseguito la Laurea Specialistica in Scienze Infermieristiche. Successivamente un Master universitario di II livello in “Health Service Management” presso l’Università degli studi di Siena. Oggi studio Scienze Politiche, con l’obiettivo di approfondire tematiche di mio interesse personale, ma anche “per puro amore della cultura”.Il mio motto: “Non lasciare il mondo come lo hai trovato!”
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