mercoledì, Gennaio 15, 2025
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Intervento record per salvare Anna nata a 28 settimane con tumore raro

Il trattamento chirurgico in utero alla Clinica Mangiagalli con l’asportazione di un importante tumore raro: un teratoma sacrococcigeo a pochi giorni di vita, permette di salvare Anna se pur in condizione di grave prematurità. Oggi la bimba sta bene.

Anna (nome di fantasia) potrebbe essere la protagonista di una bella fiaba di Natale. Nata pretermine alla 28a settimana con un tumore raro: un teratoma sacrococcigeo, è riuscita grazie al team di specialisti del Policlinico di Milano e ad una tecnologia all’avanguardia a sopravvivere ad un destino avverso e guardare alla vita e al futuro con ottimismo.

Una ecografia rivela la presenza di un tumore raro: teratoma sacrococcigeo

Tutto inizia con una ecografia alla 16esima settimana di gravidanza dall’esito implacabile: una massa cellulare anomala dal volume significativo rischia di compromettere la vita della bambina nel grembo. E’ un teratoma sacrococcigeo e per salvare la bambina occorre l’intervento di un team di specialisti. I genitori, che vivono in una provincia del Nord Est d’Italia, perciò, sono inviati presto alla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano, centro di riferimento per le gravidanze difficili e con una grande esperienza nel trattamento di questa neoplasia benigna, che si verifica in un 1 bambino ogni 35 mila.

Cos’è il teratoma sacrococcigeo

Il teratoma sacrococcigeo è un tumore raro che si sviluppa alla base del coccige. Le cause sono sconosciute, ma si sa che la sua caratteristica più pericolosa è quella di crescere velocemente, compromettendo la funzionalità degli organi in fase di sviluppo del feto: per i genitori di Anna questo ha significato trovarsi di fronte alla possibilità di dover interrompere la gravidanza.

Il fattore tempo fa la differenza in presenza di un tumore raro

Il fattore tempo in certe situazioni può destabilizzare, ma la scienza corre più veloce: la diagnostica prenatale permette oggi di individuare precocemente l’aumento anomalo di cellule nei tessuti e fornisce agli specialisti informazioni preziose per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato. È così che il primo intervento Anna l’ha ricevuto nel grembo della sua mamma, alla 26esima settimana: il team della Chirurgia Fetale del Policlinico di Milano “spegne” con tecnologia laser alcuni vasi sanguigni che alimentano il tumore e questo permette alla piccola di crescere per altre due settimane nell’ambiente migliore possibile, la pancia della sua mamma.

A 28 settimane nasce Anna

Anna cresce, ma il tumore con lei e alla 28esima settimana è necessario il cesareo urgente, il peso della piccola alla nascita è di 1,6 kg e include i quasi 600 grammi di teratoma.

«Ci siamo trovati di fronte a una situazione unica per la sua complessità – ha spiegato Ernesto Leva, chirurgo pediatrico e Direttore del Dipartimento Area Materno-Infantile dell’Ospedale -. Abbiamo giocato tutte le carte di cui la medicina dispone e che in questo Ospedale coesistono. Anna e la sua famiglia ci hanno insegnato molto dal punto di vista umano: le risposte della piccola all’evolversi della patologia e la fiducia della famiglia nella vita e nelle nostre possibilità ci hanno permesso di muoverci attivando tutte le nostre più qualificate risorse. Il preciso trattamento fetale ha agevolato la Chirurgia Neonatale, la cui azione è stata possibile soltanto grazie alla straordinaria collaborazione delle tante specialità coinvolte per permettere di operare la piccola».

Un lavoro di squadra per vincere il tumore raro

La Terapia Intensiva Neonatale è stata fondamentale per gestire le necessità di una bambina pretermine così piccola e garantire la stabilità clinica necessaria per poter affrontare questa nuova fase chirurgica. Per capire se la massa così estesa intaccasse la cavità addominale, ci è voluto l’imaging della Radiologia Pediatrica, mentre la Cardiologia Pediatrica ha potuto confermare che la piccola sarebbe stata in grado di affrontare l’intervento con il supporto fondamentale degli anestesisti pediatrici e con la collaborazione gomito a gomito con infermieri e personale sanitario.  Una sinergia, che ha reso possibile l’intervento durato circa 2 ore e riuscito perfettamente. La rimozione del teratoma non ha comportato danno agli organi urogenitali ha precisato Leva  «Su un corpicino così piccolo l’azione chirurgica è finalizzata a rimuovere la massa ma, soprattutto, a preservare le funzionalità degli organi circostanti. La pubertà sarà un periodo sensibile ma noi saremo con lei e i suoi genitori».

Ritorno a casa

Come tutte le fiabe a lieto fine, anche questa favola di Natale che ha avuto Anna come protagonista si è conclusa nel migliore dei modi.  «Anna cresce bene e, grazie all’assistenza dell’équipe della Terapia Intensiva Neonatale e alle cure dei suoi genitori, ha superato anche le problematiche della prematurità – ha dichiarato Monica Fumagalli, direttrice della Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano -. Il momento del ritorno a casa tanto desiderato da tutta la famiglia è finalmente arrivato». Ora che la corsa contro il tempo è stata vinta, non resta che seguire la piccola nel serrato, ma fiducioso percorso di follow up multidisciplinare che vedrà coinvolti neonatologi/pediatri e chirurghi ma anche molti altri professionisti sanitari, fondamentali per promuovere lo sviluppo dei bambini nati pretermine.

Una rete di sostegno  per la famiglia

La rete di sostegno dell’Ospedale, in grado di accogliere e dare ospitalità ai familiari che non abitano nelle vicinanze dell’Ospedale in caso di lungodegenze, toglie sicuramente qualche preoccupazione a mamma e papà. «Curare bambini come Anna è possibile solo in grandi centri in grado di seguire le famiglie e i piccoli pazienti dall’età gestazionale fino a 100 anni – ha sottolineato Matteo Stocco, direttore generale del Policlinico di Milano -. Sono le realtà multi specialistiche in grado di mettere in rete le proprie professionalità a dare risposte coraggiose e complesse”.

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