giovedì, Aprile 24, 2025
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Innovazione nella somministrazione dei farmaci: in arrivo Bepi Dispenser

Il fondatore dottor Marco Scardino: «Bepi è un Dispenser automatico di farmaci presso il letto del paziente. Questo permette di ridurre il margine di errore nella somministrazione». La sperimentazione sarà all'ospedale di Acqui Terme (Al) il prodotto sarà presente negli ospedali italiani entro fine 2025. Tra poco partirà la sua campagna di equity crowdfunding.

Ha la forma di un Minion, l’intelligenza di un robot e la praticità di una scatola di medie dimensioni. In sintesi, può diventare il più fedele alleato di medici e infermieri, ma soprattutto un salvavita per i pazienti. Si chiama Bepi Dispenser ed è l’ultima innovazione nella somministrazione dei farmaci. Nel panorama della sanità moderna, l’efficienza e la sicurezza nella somministrazione dei farmaci sono aspetti fondamentali. Tenendo conto poi che il numero degli infermieri per struttura ospedaliera oggi è insufficiente, la possibilità di garantire a tutti i pazienti la somministrazione della terapia nei tempi previsti è remota.

Dott. Marco Scardino
Dott. Marco Scardino

Come nasce Bepi Dispenser, il robot per la distribuzione dei farmaci

Partendo da questi due dati oggettivi, l’esperienza di medici e infermieri di lungo corso ha portato all’ideazione  di Bepi Dispenser, un robot automatizzato che permette una gestione da remoto della somministrazione dei farmaci in pazienti autonomi. Il progetto è nato da una intuizione del dottor Dott. Marco Scardino, Scardino, responsabile di anestesia di un importate struttura sanitaria italiana e cofondatore della Start up Bepi Dispenser. «Da 37 anni svolgo il mio lavoro di medico ospedaliero – racconta Scardino-. Con un collaboratore infermiere di lungo corso non solo in Italia, ma anche in Inghilterra, Svizzera e Germania, abbiamo osservato che la carenza di infermieri non è solo un problema in Italia, ma anche in Europa e nel resto del mondo».

Superare il limite dei pochi infermieri e i rischi per i malati

««Un numero ridotto di infermieri rispetto ai pazienti assistiti rappresenta una sfida nella gestione delle cure – sottolinea Scardino, citando The Lancet – Garantire la somministrazione delle terapie nei tempi e nei modi più appropriati è cruciale per massimizzare l’efficacia dei trattamenti e ridurre i rischi per i pazienti. Per questo motivo, abbiamo sviluppato una soluzione che supporti il personale sanitario e migliori la gestione delle terapie».». La soluzione arriva con il  Bepi Dispenser. Rappresenta una soluzione innovativa che risponde a queste esigenze, migliorando la qualità del lavoro degli infermieri e garantendo una somministrazione precisa e tracciabile dei farmaci.

Vantaggi del Bepi Dispenser

  1. Tracciabilità Completa: Una delle caratteristiche più importanti del Dispenser Bepi è la tracciabilità di chi somministra il farmaco e di quale farmaco viene somministrato. Questo sistema riduce il rischio di errori e garantisce che ogni dose sia correttamente registrata.
  2. Riduzione degli Sprechi: Il Dispenser Bepi permette di non sprecare i farmaci non consumati. Questo non solo riduce i costi, ma contribuisce anche a un uso più sostenibile delle risorse mediche.
  3. Flessibilità nella Somministrazione: Il dispositivo consente di somministrare una o più pastiglie secondo necessità, senza essere vincolati a una terapia prestabilita. Questo è particolarmente utile in situazioni in cui la terapia deve essere modificata rapidamente.
  4. Allarmi e Notifiche: Il Dispenser Bepi è dotato di allarmi ottici e visivi che avvisano se la terapia è stata consumata o meno. In caso di mancata somministrazione, il dispositivo invia un alert per garantire che il paziente riceva la dose necessaria.
  5. Automazione e Programmazione Remota: La terapia può essere caricata, organizzata e programmata da remoto. Questo riduce il carico di lavoro degli infermieri, permettendo loro di dedicare più tempo alla cura diretta dei pazienti.

Le caratteristiche del Bepi Dispenser

Il Dispenser Bepi, progettato con una serie di caratteristiche innovative, è unico nel suo genere:

  • Identificazione del Paziente: Il paziente si identifica con un braccialetto collegato al dispositivo. Questo garantisce che solo il paziente autorizzato possa accedere ai farmaci.
  • Design Intuitivo: Il dispositivo che ha l’aspetto di un Minion  è semplice e intuitivo da usare, sia per i pazienti che per gli infermieri. È stato progettato per essere facilmente caricato e programmato, riducendo al minimo il tempo necessario per queste operazioni.
  • Adattabilità: Il Dispenser Bepi può essere utilizzato in diverse strutture sanitarie, dai piccoli ospedali alle grandi cliniche. È flessibile e può essere adattato alle esigenze specifiche di ogni struttura.

Come funziona il dispenser

Il Dispenser Bepi rappresenta dunque un passo avanti significativo nella gestione della somministrazione dei farmaci.  «Il medico stabilisce la terapia – prosegue Scardino -.  Se l’ospedale è dotato di cartella clinica elettronica,  la terapia va direttamente sul sistema Bepi, se invece non è così, la terapia viene trascritta sul tablet, programmata e caricata manualmente. Per maggiore controllo, ogni farmaco viene scansionato prima di essere caricato nel dispenser.  All’orario di somministrazione del farmaco il dispenser si illumina di verde. Il paziente avvicina il braccialetto identificativo, di cui è stato dotato, e il dispenser eroga il farmaco. Se il paziente non esegue questa operazione, il dispenser lampeggia e dopo 15 minuti senza che il farmaco sia stato correttamente assunto dal paziente, il dispositivo diventa rosso e invia un alert al centro di controllo monitorato dall’infermiere. Con la sua tracciabilità completa, riduzione degli sprechi, flessibilità e automazione, questo dispositivo migliora la sicurezza e l’efficienza delle cure mediche. L’adozione del Dispenser Bepi nelle strutture sanitarie porterà a una gestione più efficace delle terapie, migliorando la qualità della vita dei pazienti e il lavoro degli infermieri».

Costi associati al dispenser Bepi

Il Dispenser Bepi è progettato per essere un dispositivo sostenibile ed efficiente, con costi associati che sono stati attentamente considerati per garantire un’adozione diffusa nelle strutture sanitarie. «Per quanto riguarda il modello di business, l’ospedale dovrà sostenere esclusivamente il costo  del braccialetto destinato al paziente – aggiunge il medico fondatore della Start up – . I dispenser e gli altri dispositivi, come i tablet necessari per la gestione dei dispenser in ambito ospedaliero, sono forniti alle strutture in comodato d’uso».

Risparmi e benefici economici

L’adozione del Dispenser Bepi può portare a significativi risparmi economici per le strutture sanitarie. «In un ospedale organizzato, dove tutto è tracciato, si stima che il 20% dei farmaci si perda, rappresentando milioni di euro – fa notare Scardino. Inoltre, garantendo la somministrazione corretta della terapia e ottenendo la massima aderenza, si riducono le complicanze e i tempi di degenza, risparmiando fino a mille euro al giorno di spesa sanitaria pubblica. Questo dispositivo permette anche di ottimizzare l’uso del personale infermieristico, consentendo alle strutture in carenza di infermieri di tornare ad erogare un servizio sicuro».

Prospettive future

Per la messa a terra del Dispenser Bepi sono necessari alla Start Up oltre un milione di euro. All’iniziativa ha aderito Cassa Depositi e Prestiti ed è partita una campagna di crown funding per raccogliere ancora 800 mila euro. La prima sperimentazione sarà fatta  all’ospedale di Acqui Terme (in provincia di Alessandria) per essere  sul mercato  italiano entro fine 2025. «Questo dispositivo è destinato a diventare una parte integrante della gestione delle terapie. Nei paesi scandinavi e negli Stati Uniti dove l’automazione in sanità è già realtà,   Bepi Dispenser troverà facilmente collocazione, ma  l’obiettivo è  entrare in tutti gli ospedali, soprattutto in quelli pubblici, che hanno maggiori problemi di personale e gestione della terapia», conclude il fondatore.

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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