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Infezioni TORCH in gravidanza: fermarle in tempo si può

Toxoplasmosi, citomegalovirus e altre infezioni in gravidanza sono un pericolo per mamme e feto. Fondamentali gli screening prenatali

Ogni anno in Italia, centinaia di neonati vengono alla luce con gravi complicanze causate da infezioni contratte durante la gravidanza. Tra queste, la toxoplasmosi e il citomegalovirus (CMV) rappresentano una minaccia silenziosa ma concreta, spesso sottovalutata. Tuttavia, grazie agli screening prenatali, è oggi possibile intervenire precocemente, salvaguardando la salute delle future mamme e soprattutto dei loro bambini.

Le infezioni TORCH: un rischio ancora troppo trascurato

Le infezioni cosiddette TORCH (acronimo che include Toxoplasmosi, Sifilide, Rosolia, Citomegalovirus, Herpes e altre patologie infettive) possono avere conseguenze devastanti per il feto. Tra le più frequenti sordità, cecità, ritardi cognitivi e paralisi cerebrale. In Italia, circa 13.000 donne contraggono ogni anno il Citomegalovirus durante la gravidanza, e 1 neonato su 150 nasce infetto. Il Cmv è riconosciuto come il virus più comune nel causare infezioni intrauterine ed è responsabile di circa il 10% di tutti i casi di paralisi cerebrale. Non solo, è responsabile anche dell’8-21% dei casi di disturbo neurosensoriale dell’udito alla nascita, percentuale che sale al 25% entro i primi quattro anni di vita.

Citomegalovirus lo screening inserito nei LEA e terapia antivirale gratuita dal 2020

In generale, il 30-40% delle gestanti è suscettibile per CMV e può acquisire un’infezione primaria durante la gravidanza. Da dicembre 2023 lo screening sierologico materno per CMV in gravidanza è raccomandato dalle Linee Guida della Gravidanza Fisiologica e dal 2025 è inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). La terapia antivirale per prevenire la trasmissione materno-fetale del virus è già gratuita dal 2020 grazie ad Aifa; ciononostante, permane la disomogeneità regionale nello screening neonatale.  «Il Citomegalovirus rappresenta la principale causa di infezione congenita nei Paesi ad alto reddito- spiega la professoressa Tiziana Lazzarotto, ordinaria di Microbiologia e Microbiologia Clinica presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, direttrice della Uoc di Microbiologia all’Irccs Aou di Bologna, e direttrice scientifica di Amcli-. Grazie alle nuove Linee Guida dell’Iss e al recepimento nei Lea, ora possiamo identificare precocemente le gestanti a rischio e intervenire tempestivamente con farmaci privi di effetti collaterali per madre e bambino. Monitorare lo stato sierologico dal concepimento fino alla metà della gravidanza è essenziale per proteggere il nascituro. Il rischio neurologico è direttamente correlato all’epoca di infezione, specie nel primo trimestre».

Attenzione alla toxoplasmosi, può causare aborto spontaneo

Anche la toxoplasmosi continua a rappresentare un rischio concreto. Contrarre questa infezione in gravidanza può portare ad aborto spontaneo, malformazioni cerebrali, corioretinite e danni permanenti al sistema nervoso. Il problema è che oltre il 90% delle donne infette è asintomatico, rendendo indispensabili controlli periodici per identificare le infezioni in tempo utile.

L’importanza dello screening

Gli esperti sottolineano che uno dei principali strumenti per proteggere la salute materno-fetale è lo screening prenatale sistematico. L’Italia ha compiuto passi avanti con l’introduzione, a partire dal 2025, dello screening per CMV Citomegalovirus nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Anche per la toxoplasmosi, lo screening è già previsto fin dal primo controllo prenatale e, in caso di negatività, viene ripetuto ogni 4-6 settimane per monitorare eventuali nuove infezioni. Tuttavia, secondo gli specialisti, serve un’ulteriore spinta per assicurare che tutte le donne, comprese quelle straniere provenienti da Paesi con minori coperture vaccinali, ricevano informazioni, supporto e controlli adeguati.

Una rete per non lasciare indietro nessuno

In risposta a questa emergenza silenziosa, è nato un network nazionale per rafforzare la prevenzione delle infezioni materno-fetali, promosso da istituzioni, società scientifiche, associazioni civiche e aziende. L’obiettivo è di garantire accesso universale agli screening e alle terapie preventive, costruendo un sistema efficace e omogeneo in tutte le regioni italiane. «La prevenzione e la diagnosi precoce sono la chiave per salvaguardare la salute e rendere sostenibile il nostro sistema sanitario – ha dichiarato il senatore Guido Quintino Liris, promotore dell’iniziativa -.  Agire tempestivamente durante la gravidanza può davvero fare la differenza per il futuro dei bambini».

I consigli  degli esperti per evitare infezioni pericolose in gravidanza

Gli specialisti raccomandano alle donne in gravidanza o a chi desidera pianificare una maternità di verificare il proprio stato sierologico il prima possibile. Non solo, occorre poi  seguire scrupolosamente le indicazioni igienico-alimentari:

  • evitare carni crude o poco cotte,
  • lavare accuratamente frutta e verdura,
  • adottare corrette norme di igiene personale e alimentare.

Lo screening prenatale non è solo un esame di routine, ma uno strumento fondamentale per intercettare silenziose minacce e garantire a ogni bambino il diritto a una vita sana fin dal primo battito.

 

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