lunedì, Gennaio 13, 2025
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Infermiere prescrittore: chiariamo ogni dubbio

Infermiere prescrittore: in Europa è già realtà, in Italia arriva ora non senza polemiche. Gabriella Scrimieri spiega perché può essere una opportunità per tutti, medici compresi

Siamo sicuri che tutti abbiamo capito cosa si intende per Infermiere Prescrittore? Lo scorso mese di ottobre si è iniziato a parlare di infermieri prescrittori e, come previsto, questo ha generato polemiche e resistenze da parte dei medici. Reputo che la questione tanto delicata quanto nuova per il nostro Paese vada dettagliata proprio per evitare confusioni e fraintendimenti.

In Italia vince la cultura medico-centrica

L’Italia è un paese con una cultura da sempre medico-centrica e alla parola medico è associata quella di prescrizione, non se ne contemplano di diverse. Quindi oggi affiancare questo termine al profilo dell’infermiere, risuona strano e crea forti paure e resistenze. Però c’è una grande differenza tra le due attività: prescrizione medica e prescrizione infermieristica.

Cosa prevede l’assistenza infermieristica

Richiamando il D.M. 739/94’ concernente l’individuazione del profilo professionale dell’infermiere nel campo relativo ad attività e responsabilità, l’art. 1 dice che l’infermiere è responsabile dell’assistenza generale infermieristica (non medica). Addentrandoci solo in parte nel profilo, per capire cosa si intende per Assistenza infermieristica. L’infermiere identifica i bisogni di salute della persona, formula i relativi obiettivi assistenziali, pianifica gestisce e valuta l’intervento assistenziale.  Ricorre spesso la parola “assistenziale infermieristico” un termine usato non casualmente, proprio perché individua campi propri di attività dell’infermiere e ambiti disciplinari tipici del profilo stesso.

L’infermiere prescrittore in Europa

Facendo un rapido excursus storico nell’Europa di qualche anno fa le prime Nazioni ad introdurre la prescrizione in ambito infermieristico furono il Regno Unito nel 1992 e la Svezia nel 1994. Altri paesi che seguirono questo esempio furono poi la Norvegia, l’Irlanda e la Danimarca rispettivamente. Negli anni a seguire altri paesi e con normative diverse hanno introdotto la figura dell’infermiere prescrittore, tra cui  la Spagna, Cipro, Finlandia, Francia, Olanda, Norvegia, Polonia, Svezia.

L’Italia arriva dopo

In Italia, il 12 ottobre del 2024 viene annunciata dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, la nascita di nuove lauree specialistiche ad indirizzo clinico, e di conseguenza la figura dell’infermiere prescrittore. Era nell’aria un cambiamento, ma l’accelerata di ottobre ha motivazioni di carattere emergenziale riferite alla carenza di infermieri, ma anche a quella di medici di medicina generale. E alla necessità di allinearsi alle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alle Direttive Europee.

Cosa farà l’infermiere prescrittore?

Cosa prevede questa nuova riforma? L’infermiere prescrittore potrà prescrivere presidi per l’assistenza infermieristica, della quale l’infermiere è titolare e responsabile. Ma cosa si intende per prescrizione infermieristica in termini pratici? La prescrizione di traverse salva letto, pannoloni, medicazioni semplici e avanzate, cateteri estemporanei o a permanenza, ileo stomie, urostomie e colostomie. Dispositivi atti alla prevenzione di lesioni cutanee e cura delle stesse. Cuscini e materassi antidecubito, talloniere, gomitiere e altro che favoriscano la prevenzione delle lesioni cutanee nel paziente allettato. Questi sono alcuni esempi di ciò che l’infermiere andrà a prescrivere.

Moduli già esistenti

C’è da dire che oggi già in alcune realtà italiane più evolute la prescrizione di presidi e ausili avviene da tempo. Infatti, ci sono moduli/modelli compilati dall’infermiere territoriale oppure ospedaliero, in cui vengono indicati nei campi relativi al dispositivo, quale tipologia, dimensione, numero, quantitativo per l’approvvigionamento mensile, ecc. L’infermiere compila il modulo, lo consegna all’ATS di competenza dal paziente o dal caregiver, di conseguenza verranno forniti gli ausili e/o dispositivi, tarati sui bisogni assistenziali dei pazienti. Non ci siamo dimenticati di citare i farmaci che, comunemente e previ protocolli condivisi con i medici, possono essere prescritti dall’infermiere: farmaci al bisogno, farmaci da banco.

Infermiere prescrittore: perché è una opportunità

Perché si dovrebbe entrare in conflitto con i medici se si parla di assistenza “infermieristica”? Reputo che questa sia una grande opportunità per tutti.

  • Per il paziente, perché la rilevazione dei bisogni assistenziali sarà garantita dagli infermieri.
  • Per i medici di medicina generale, perché non svolgerebbero più attività e prescrizioni “assistenziali”, proprie dell’infermiere.
  • Per l’infermiere, perché svolgerebbe attività proprie del profilo stesso, garantendo tutto il processo di cura.
  • Un’opportunità per il SSN che potrà evolversi verso nuovi modelli assistenziali, già presenti ormai quasi in tutti i paesi europei.

Oggi è vero che esiste una grave carenza di medici di medicina generale, ma c’è da dire che gli stessi sono spesso schiacciati da attività improprie (quali quelle assistenziali) e burocrazia tali da impedire al meglio lo svolgimento della loro professione. Liberi dall’incombenza di prescrivere presidi per l’assistenza infermieristica avrebbero modo di dedicare più tempo alle visite domiciliari e alla formazione.

A cura di Gabriella Scrimieri, Infermiera ed Editore

 

Gabriella Scrimieri
Gabriella Scrimieri
Direttore Editoriale del Giornale Online Quotidiano della Salute.Una passione nata per caso, affrontando, vivendo e osservando realtà che valeva la pena raccontare. Attraversando corridoi di ospedali da nord a sud del paese, case popolari, quartieri di lusso, interfacciandomi con diverse etnie e con le loro storie di vita, nasce l’ispirazione e il confronto. La sanità italiana e il grande cambiamento in atto. Il sociale che incontra i bisogni di salute dei cittadini, il disagio socio-economico, le cure mancate. Le patologie rare che vogliono farsi conoscere. I familiari o caregiver di persone spesso lasciate sole con la propria malattia. Le istituzioni con le novità legislative, le associazioni leva portante e aiuto costante dei cittadini. A tal proposito ho scritto un libro autobiografico “Sono solo Un’infermiera”, in cui attraverso la mia esperienza di vita e professionale racconto il valore della professione infermieristica e le fatiche a emergere come “professionisti dell’assistenza in Italia”.Editrice, Scrittrice, Infermiera e Manager Sanitaria.Amante della storia e della politica italiana e internazionale. Da più di 23 anni mi occupo di Management sanitario a diversi livelli. Ho conseguito la Laurea Specialistica in Scienze Infermieristiche. Successivamente un Master universitario di II livello in “Health Service Management” presso l’Università degli studi di Siena. Oggi studio Scienze Politiche, con l’obiettivo di approfondire tematiche di mio interesse personale, ma anche “per puro amore della cultura”.Il mio motto: “Non lasciare il mondo come lo hai trovato!”
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