
Importante risultato nell‘immunoterapia oncologica: infatti ha superato la fase due lo sviluppo di un anticorpo monoclonale capace di colpire selettivamente il tumore senza influenzare altre cellule immunitarie al di fuori del tumore. A realizzarlo CheckmAb, spin off dell’Università Statale di Milano e dell’Istituto nazionale di genetica molecolare Romeo e Enrica Invernizzi (Ingm) in collaborazione con Boehringer Ingelheim.
Cos’è l’immunoterapia
L’ immunoterapia è la nuova frontiera per il trattamento dei tumori, che affianca altre terapie tradizionali come la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia. Rispetto a queste però, agisce a livello del sistema immunitario stimolandolo, in modo da contrastare lo sviluppo delle cellule tumorali. Attualmente l’immunoterapia è utilizzata nel melanoma, nel tumore ai polmoni, al rene, al seno, all’ovaio, alla vescica e al fegato. Non in tutti i pazienti questa terapia però fino ad oggi dava risultati soddisfacenti. Infatti, i farmaci immunoterapici, che bloccano le cellule cancerose, molte volte innescavano forme di autoimmunità a danno di diversi organi, sviluppando nei pazienti oncologici alcuni disturbi come dermatiti, epatiti, polmoniti e coliti. Effetti collaterali significativi al punto che in alcuni pazienti è stato necessario sospendere la terapia.
I vantaggi della nuova immunoterapia oncologica italiana
La nuova immunoterapia oncologica invece va a bersagliare solo le cellule del tumore e non tutte le cellule immunitarie dell’organismo. L’anticorpo, oggetto dell’accordo di licenza tra CheckmAb e Boehringer Ingelheim, agisce, infatti, in modo da bersagliare selettivamente i linfociti T regolatori infiltranti il tumore (TI-Treg) senza influenzare altre cellule immunitarie al di fuori del tumore. Questo migliora l’efficacia terapeutica e attiva la risposta immunitaria senza interferire con altre funzioni del sistema immunitario. «Raggiungere questo traguardo è un risultato fantastico e mette in luce i progressi significativi compiuti dai team – ha commentato Renata Maria Grifantini, Chief Scientific Officer di CheckmAb -. Non vediamo l’ora di continuare a lavorare con Boehringer con l’obiettivo finale di sviluppare terapie sicure ed efficaci per molteplici indicazioni tumorali in tutte le popolazioni di pazienti».
L’Università Statale di Milano dietro al successo di CheckmAb
CheckmAb Srl è una società di biotecnologia con sede a Milano, che identifica e sviluppa
candidati terapeutici per tumori e malattie autoimmuni basati su proprie attività di ricerca inerenti nuovi bersagli terapeutici. Attualmente, CheckmAb sta sviluppando anticorpi monoclonali contro bersagli principali in grado di eliminare selettivamente le cellule Treg infiltranti il tumore e di riattivare l’attività antitumorale dei linfociti T effettori.
La tecnologia CheckmAb si basa sulle intuizioni e le competenze uniche dei suoi fondatori, gli scienziati Massimiliano Pagani e Sergio Abrignani, professori dell’Università di Milano, e deriva dall’approccio di ricerca sviluppato presso l’INGM, l’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare “Romeo ed Enrica Invernizzi” e presso l’Università di Milano.
Il principale partner finanziario di CheckMab è Fondo Health, un fondo di investimento, lanciato e sponsorizzato da ENPAM, il primo pilastro del regime pensionistico privato di medici e dentisti, con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza sanitaria italiana.
Un accordo da 240 milioni di euro
In base ai termini dell’accordo di licenza, CheckmAb riceverà un milestone payment (ovvero un pagamento ad obiettivi raggiunti) di 240 milioni di euro, nonché percentuali sulle potenziali vendite di qualsiasi terapia derivante dalla collaborazione e dalle licenze.