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Il Bello che c’è! Vedere il Sol levante senza “vedere”

Da oggi, 26 gennaio, al 9 febbraio due atleti non vedenti intraprenderanno un viaggio unico e straordinario. Partiti per l’esplorazione autonoma del Giappone. Roberto Lachin ed Elena Travaini sono in fase di decollo.

Andare a vedere il Giappone senza vedere, viaggiando in completa autonomia? Per Elena Travaini, della provincia di Milano, campionessa del mondo di danze caraibiche, e Roberto Lachin, padovano, atleta di judo e podcaster, è possibile! I compagni di viaggio partono oggi, domenica 26 gennaio, direzione il Paese del Sol Levante per una sfida che metterà al centro l’autonomia, la determinazione e la voglia di abbattere ogni barriera, fisica e culturale. Eugenio Montale scriveva che nello studio del viaggio un imprevisto è la sola speranza. Ma questa domanda la faremo ai nostri amici esploratori al loro ritorno, per scoprire se Montale avesse ragione, oppure no.

Atleti di eccellenza e pionieri dell’inclusione

Roberto, atleta della Nazionale Paralimpica di Judo e due volte vicecampione italiano, ed Elena, campionessa del mondo di danze caraibiche e fondatrice del metodo Blindly Dancing, sono protagonisti di una vita di successi costruiti grazie alla passione e alla resilienza. Con Blindly Dancing, Elena ha fatto ballare bendate oltre 300.000 persone in tutto il mondo, dimostrando che il buio può essere un’occasione per vedere oltre. Roberto, laureato in Lingue e Civiltà Orientali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con una specializzazione in lingua e letteratura giapponese, scherza sul sogno di andare a sbattere contro Haruki Murakami per le strade di Tokyo e intervistarlo.

Chi finanzia il viaggio

«Il nostro viaggio in Giappone è stato reso possibile grazie a numerose sponsorizzazioni, sia finanziarie che logistiche, da parte di realtà che hanno creduto nel nostro progetto “Motto on Tour” –raccontano i due atleti– Tra queste ci sono Mysportwear, My Style Bags, Zoom, Japan Specialist, AXA Viaggi e GoPro. Inoltre, siamo supportati dall’agenzia ABG PR, che ci segue come ufficio stampa, garantendo la massima visibilità al progetto».

Documentare questo viaggio straordinario

«Dal punto di vista tecnico, utilizzeremo strumenti avanzati per documentare ogni momento del viaggio -spiega Roberto Lachin- Tra questi, la GoPro Hero 13 Black, che sarà uno degli strumenti principali, utilizzata tramite comandi vocali e fissata su una fascia toracica. Questo sistema ci permetterà di muoverci liberamente e filmare senza dover toccare la camera, catturando immagini straordinarie dal nostro punto di vista, il nostro vedere senza vedere».

ChatGPT e Google Gemini per parole e immagini

«Per orientarci e arricchire la nostra esperienza, useremo navigatori satellitari, sia tradizionali che adattati per non vedenti, come l’app VoiceVista -precisa Elena- Inoltre, ci affideremo a strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT e Google Gemini, che ci aiuteranno a tradurre in parole e frasi i video e le foto che realizzeremo. Utilizzeremo anche app come Lookout e la fotocamera live di ChatGPT per scoprire ciò che ci circonda, identificando oggetti, luoghi e dettagli che ci permetteranno di vivere appieno l’esperienza giapponese anche senza vedere».

Ecco perché mettersi in viaggio

«Per noi, mettersi in viaggio, significa vivere, crescere, scoprire e sfidare i limiti che spesso sono solo nella mente degli altri. Viaggiare è il nostro modo di dimostrare che non serve “vedere” con gli occhi per immergersi in un luogo, perché i veri viaggi sono fatti di emozioni, profumi, suoni, incontri. Quando ci mettiamo in viaggio, portiamo con noi la voglia di scoprire il mondo con i nostri sensi, di abbattere stereotipi e di ispirare chi crede che viaggiare non sia possibile per chi, come noi, non vede».

Nella valigia della vita si mettono fatiche e gioie

«Nella valigia della vita abbiamo messo un po’ di tutto, ma senza dubbio le gioie occupano lo spazio più prezioso -afferma Elena- Le fatiche ci sono state, e spesso non sono mancate, ma le abbiamo affrontate con determinazione, trasformandole in opportunità di crescita. Le difficoltà, come quelle legate alla cecità o alle barriere fisiche e sociali, ci hanno insegnato che i limiti sono spesso più mentali che reali. Il nostro progetto “Motto on Tour” ne è la prova: un’idea nata per trasformare le fatiche del viaggiare come non vedenti in un’occasione per abbattere stereotipi e sensibilizzare su cosa significa davvero inclusività».

Il progetto Motto on Tour, davvero inclusivo

Il viaggio rappresenta una nuova fase del progetto Motto on Tour, ideato meno di un anno fa. Questa iniziativa unica esplora mete accessibili per non vedenti e fornisce informazioni pratiche per portare con sé un cane guida. Il progetto è documentato sul sito mottoontour.org e sul Motto Podcast, un punto di riferimento per chiunque desideri scoprire il mondo senza limitazioni. Durante il viaggio, ogni esperienza sarà condivisa in tempo reale sui canali social del Motto Podcast, così come su quelli personali di Elena Travaini e Roberto Lachin.

Esplorare il mondo senza vedere. Si può fare!

«Il viaggio in Giappone, ad esempio, sarà una sfida straordinaria ma anche una grande gioia: un’occasione per dimostrare che si può esplorare il mondo, anche senza la vista, grazie alla pianificazione, alla tecnologia e alla collaborazione -precisa Roberto- E poi, ogni passo che facciamo come collaboratori e come professionisti, ci ricorda che è possibile vivere una vita piena, nonostante le difficoltà, anche senza vedere. La nostra valigia della vita è più pesante per le fatiche, ma è anche più preziosa per le gioie che raccogliamo lungo il cammino».

Senza limiti tutto è possibile. Sempre vero?

«Questa è una frase che ci rappresenta -rispondono entrambi -, ma sarebbe una bugia dire che non abbiamo mai incontrato ostacoli. Il limite più grande che ci ha sbarrato la strada, più di una volta, è stato quello delle percezioni altrui. Convincere le persone che, anche se siamo non vedenti possiamo viaggiare, è stata una battaglia silenziosa ma costante. Abbiamo sentito frasi come: “Ma come farete?” o “Non è troppo complicato per voi?”. E ogni volta, quelle domande, forse inconsapevoli, ci hanno sfidato a dimostrare che sì, possiamo viaggiare. Possiamo farlo con maggiore accortezza, con preparazione, con tecnologia e con un po’ di coraggio, ma possiamo farlo».».

Un potente messaggio da lanciare: un atto di libertà!

Il viaggio in Giappone rappresenta non solo una destinazione da scoprire, ma un messaggio potente da lanciare. È la dimostrazione che i limiti sono spesso costruiti da chi pensa di “guardare” dall’esterno, non da chi li vive. In ogni passo, ogni chilometro percorso, il mondo può essere vissuto anche senza la vista, ma mai senza il cuore. <<Per noi il viaggio non è solo movimento, è un atto di libertà. E ogni volta che superiamo lo scetticismo o i pregiudizi, ci ricordiamo che i limiti non sono altro che trampolini verso nuovi orizzonti>> e questo è quanto.

Forza e determinazione

Elena è stata per Roberto un esempio di forza e determinazione. Con la sua storia, la sua esperienza e il suo approccio alla cecità, ha mostrato a Roberto che esistono modi nuovi e più consapevoli per affrontare situazioni difficili. Roberto, a sua volta, ha portato nella vita di Elena il suo amore per la cultura, la curiosità inesauribile e la capacità di trasformare ogni difficoltà in un’opportunità di crescita.

Gli ingredienti essenziali per la partenza

«Se dovessimo scegliere l’ingrediente essenziale per partire – si divertono a raccontare – , diremmo senza esitazione: una dose di pura pazzia e un’insaziabile curiosità. Sono questi due elementi che ci spingono ogni giorno a superare i limiti e a vivere la vita al massimo. Partire non è solo mettere i piedi su una strada nuova, è lasciare che la pazzia e la curiosità traccino il cammino. E con queste due compagne di viaggio, non esiste meta che non possa essere raggiunta.».

Chi è Roberto per Elena

«Roberto è la curiosità fatta persona: sempre alla ricerca di nuove culture, storie, sapori e significati nascosti dietro ogni esperienza. È la mente analitica, l’esploratore che vuole sapere il “perché” e il “come” di ogni cosa», afferma Elena.

 Chi è Elena per Roberto

«Elena, invece, è la pazzia: quella scintilla che accende la voglia di buttarsi, di osare, di fare cose che agli altri sembrano impossibili. È il cuore impulsivo, la sognatrice che crede che non ci sia nulla che non si possa provare almeno una volta», risponde Roberto.

Il bello che c’è per Elena e RobertoI due compagni di viaggio non vedenti in partenza per il Giappone

«Ogni viaggio è un passo verso una maggiore consapevolezza di ciò che siamo e di cosa possiamo fare, ma è anche un messaggio per chi ci segue: non esistono barriere insuperabili quando si ha la volontà di esplorare.

La riflessione

In questa intervista sono tante le parole che mi hanno colpito profondamente, emozionato e fatto aprire gli occhi in senso letterale. Elena e Roberto ridanno valore a quei particolari che rendono la vita di tutti piena di significato. Dicono a noi, “ben vedenti”, che tutto è affrontabile basta solo un po’ di coraggio, basta solo sapere lanciare questo dannato/amato cuore oltre l’ostacolo, oltre lo sguardo e il pregiudizio, oltre lo scetticismo e il cinismo.

Grazie Elena

Grazie Roberto

E che sia un buon viaggio!

moiraperruso
moiraperruso
Giornalista professionista da oltre 30 anni. Nasco come fotoreporter di cronaca. Un lavoro che mi ha permesso di mettere in fila, su una linea orizzontale immaginifica, occhio, testa e cuore, nel preciso momento dello scatto. Ho potuto vedere luoghi e avere dentro il mirino della mia Nikon volti e storie che mai potrò dimenticare. Solo più tardi all'immagine si è affiancata la scrittura. E' arrivata una notte, dopo il crollo di una palazzina a Milano. Il mancato arrivo del giornalista di una testata importante, che accompagnavo con le mie foto, mi ha reso improvvisamente protagonista. "Moira oltre la foto fai anche l'articolo?" Mi chiese il caporedattore di turno. "Ma cosa faccio? Non ho mai scritto?" E lui mi disse una cosa che illuminò la notte buia: "Scrivi quello che vedi". E così fu. Il mio battesimo arrivò davanti ad una palazzina crollata che si era portata via, sogni, progetti e pezzi di vita di numerose famiglie. Da quel giorno scrivo, racconto e rappresento la verità. Il mio motto è il primo dei dieci comandamenti della stampa di Piero Ottone: " Scrivi sempre la verità, tutta la verità, solo la verità"
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