Una vita dedicata alla palestra e al benessere, quella di Adriano Borelli, difficile non credergli quando dice, con consapevole fierezza, che ha compiuto 83 anni ma la sua forza muscolare è quella di un uomo di 45. Fisico asciutto, magnetici occhi azzurri e un’energia che sposta l’aria ogni volta che si muove per la sua palestra. Un successo reso possibile grazie al contributo della sua famiglia: la moglie Genni e alle figlie Claudia e Barbara.
Cura del corpo, compagno di vita
«La consapevolezza del corpo come oggetto di culto e bellezza arriva verso i miei 14 anni. Nell’estate del 1957 mio padre decise di portarmi in moto a Roma per le vacanze. Fino a quel momento non avevo avuto alcuna coscienza del corpo come unico e vero compagno di vita. Il corpo non possiamo cambiarlo o buttarlo, abbiamo il dovere di prendercene cura, perché rimarrà con noi fino all’ultimo momento di vita», inizia a spiegare Adriano Borelli
Il Foro Italico

«Con mio padre in quella vacanza andammo al Foro Italico. Per la prima volta ero circondato dalla bellezza, dai corpi in marmo che simboleggiavano le diverse attività sportive, ad esempio, la statua dedicata al lancio del giavellotto, il pugilatore che si fascia, il discobolo e la Lotta greco-romana. Davanti ai miei occhi l’immensità della bellezza ellenica, qualcosa che non conoscevo, che non avevo mai visto. Da quel giorno in me scatta qualcosa».
Statue fatte uomo
«Quello stesso anno, a settembre, sul banco di un compagno scorgo una rivista di cultura fisica, in copertina l’uomo più bello mai esistito, la statua che avevo visto al Foro Italico fatta uomo: Steve Reeves. Attore e culturista americano che interpretò il film Le fatiche di Ercole, con la regia di Pietro Francisci nel 1958. Fu antesignano del body-building e famoso soprattutto per il suo fisico robusto e atletico, frutto di un continuo lavoro in palestra, che lo portò a conquistare il titolo di Mister Universo».
Anatomia, nutrizione e biodinamica
«All’epoca, ero mingherlino e decisi di iniziare a nuotare. Attraversavo per il lungo l’Idroscalo, 2700 metri, tutti i giorni nei mesi estivi. E poi tornavo a casa a piedi! Un giorno andai con un amico alla Camera del Lavoro di Milano e lì c’era una palestra con quattro ferri arrugginiti: i manubri. Decisi subito di approfondire la faccenda e iniziai a comprare riviste per acquisire informazioni di anatomia, nutrizione e biodinamica».
Il Gymnasium di Platone
«Sono sempre stato uno curioso e dopo aver raccolto le giuste informazioni iniziai anche io a prendermi cura del mio corpo per farlo funzionare al meglio. Chi nella storia ha fatto funzionare bene il corpo è stato Platone e la sua prima palestra: Gymnasium. Un’istituzione fondamentale della Grecia antica, uno spazio libero e aperto a tutti, comprese le donne e i servi, in cui avveniva la formazione dei cittadini». Sul fatto che l’Accademia di Platone fosse una palestra concordano tutte le fonti antiche. Gli stessi storici contemporanei lo riconoscono: “L’Accademia era un ginnasio, cioè una palestra in cui i giovani Ateniesi si recavano per fare ginnastica”. È molto probabile, dunque, che Platone abbia insegnato nella palestra dal 387 a.C. fino alla morte. Il legame tra la scuola filosofica fondata da Platone e il ginnasio è tale che fino al I secolo a.C. l’Accademia rimase localizzata nell’area della palestra.
Essere un campione
«A 17 anni avevo capito che il mio obiettivo era trasformare il mio corpo in un’opera d’arte come le statue del Foro Italico. Comincio così a frequentare una palestra, faccio il militare nei bersaglieri e al mio ritorno mio padre mi aiuta economicamente e con un amico apro una piccola palestra in via Varanini a Milano. Avevo 21 anni. In pochi venivano in palestra, per i primi quattro anni per poter pagarmi le cambiali vivevo in un abbaino, la mattina facevo il meccanico e alle 16 aprivo la palestra. Capitava spesso di non aver i soldi per la cena».
Mister Italia
Nel 1964 Adriano inizia a fare le gare di bodybuilding e diventa Mister Italia collezionando il primo podio in numerose gare di culturismo. Lo sport è sacrifico e rigore, sveglia presto, zero alcol, niente droga e rispetto del proprio corpo. Un’etica che applichi alla tua vita e che trasferisci agli altri attraverso il lavoro.
Arriva Jane Fonda e le donne in palestra
L’attività sportiva inizia piano piano a decollare e la piccola palestra si sposta in uno spazio più grande in via Natale Battaglia a Milano. È qui che a un certo punto a fare capolino in palestra arrivano le donne, grazie anche alla diffusione dell’aerobica di Jane Fonda. Le donne dei pesi hanno da sempre paura, anche per colpa dei medici che sconsigliano questa attività. È profondamente sbagliato. Potenziare la muscolatura è sempre consigliabile, anche alle donne. Una di quelle pioniere è Genni, sua moglie e poi colonna portante del successo dell’attività. «La palestra nasce con uno spirito maschilista, quando entrarono le prime antesignane dovemmo far spazio, spostando pesi e bilancieri, per poter fare i corsi di aerobica. In quell’occasione conobbi una donna bellissima che poi divenne mia moglie, Genni. Insieme abbiamo costruito, con sacrificio e forza, ogni giorno di questa attività e poi con le mie figlie, preziose alleate e socie. Tre grandi donne che ho avuto la fortuna di avere al mio fianco».
Un regalo che cambia prospettiva
«A Natale del ‘95 mia moglie Genni e una delle mie figlie mi regalano un libro trovato su una bancarella. In copertina il busto di una culturista e nel primo capitolo la spiegazione di come è fatto il muscolo. Altra incredibile scoperta: il muscolo ha una consistenza! Fu così che contattai l’editore americano, andai da lui e acquistai i diritti per tradurlo in italiano. Divenne un bestseller».
Negli anni ’80 nasce ISSA

L’International Sports Sciences Association sostiene che lo stato di salute e forma fisica dei cittadini possono migliorare significativamente grazie all’apporto di professionisti cui fornisce competenze e nozioni. L’azione di contrasto all’abnorme declino fisico che nelle nostre società avanzate colpisce tutti in ogni età può essere rafforzata sfruttando le capacità e la passione dei diplomati ISSA, forti dei principi guida forniti dall’associazione.
Fredrick Hatfield e la sua mission
Il suo fondatore e presidente fu Fredrick Hatfield, nonché ricercatore scientifico oltre che praticante powerlifter. Il suo metodo di allenamento punta al massimo sviluppo ipertrofico cercando di colpire tutte le fibre muscolari, utilizzando quindi carichi diversi e di conseguenza serie e ripetizioni differenti. Il metodo Hatfield, che nel corso del tempo ha subito diverse modifiche, prevede di eseguire una prima parte in modo molto esplosivo, a basse ripetizioni, carichi alti e recupero alto. Una seconda parte a velocità moderata, ripetizioni medie e recupero medio, ed una terza parte ad alte ripetizioni eseguite lentamente con brevi recuperi. Questa suddivisione non è a caso. È voluta per generare stress diversi, utili allo sviluppo dell’ipertrofia muscolare, allenare tutti i tipi di fibra, ogni sistema energetico e tutte le componenti muscolari meno importanti, come il sarcoplasma.
Il presidente di ISSA Europe

È Hatfield in persona che nomina Adriano Borelli presidente di ISSA Europe. Da quel giorno Adriano e i suoi validi collaboratori non hanno più smesso di fare formazione. Con oltre 115.000 Personal Trainer certificati in tutto il mondo e migliaia di professionisti impegnati nei percorsi formativi erogati, ISSA è il leader mondiale nell’erogazione di certificazioni di fitness. In oltre venti anni di attività lo standard di preparazione richiesta da ISSA ai tecnici del fitness che prepara è cresciuta esponenzialmente: l’obiettivo è sempre quello di rendere ancora più accessibile la formazione offerta, garantendo sempre la massima qualità nei corsi di base come nei seminari di approfondimento tecnico. Da leader nella formazione nel mondo del fitness, ISSA si impegna costantemente per offrire ai suoi allievi le migliori opportunità di carriera lavorativa, condividendo con loro la volontà di aiutare i cittadini a vivere in maniera migliore e più salutare.
Le 5 blue zone e la longevità a rischio
Okinawa in Giappone, Ikaria in Grecia, Sardegna in Italia, Nicoya in Costa Rica e Loma Linda in California sono le Blue Zones. Qui la concentrazione di centenari è più elevata. Nascere e vivere qui aumenta notevolmente le probabilità di raggiungere i 100 anni in salute. «La longevità è la combinazione, per chi se lo può permettere, di alimentazione sana e attività motoria. Ma anche di vita sociale e evoluzione scientifica e medica. La longevità implica costanza ma anche consapevolezza. Ad esempio, l’essere umano non è mai stato vegano o vegetariano. Gli antenati mangiavano proteine e grassi non carboidrati. I carboidrati arrivano 10mila anni fa con l’agricoltura. Bisogna cercare di mangiarli il meno possibile».
Il bello che c’è per Adriano Borelli
«Sono riuscito ad ottenere un’ottima efficienza fisica a 83 anni. Non mi fa paura la morte, mi fa paura la sofferenza. Mi fa paura l’ospedalizzazione. La perdita della propria autonomia, del controllo del proprio corpo. Non punto all’immortalità, ma voglio morire con la consapevolezza di essermi preso cura di me sino alla fine. Di aver compiuto il mio percorso e sentirmi realizzato. Come dicevano i Samurai di poter “morire in piedi”. Inoltre, questa storia non finirà il giorno in cui non ci sarò più perché le mie figlie oggi sono colleghe di lavoro e instancabili socie.
Riflessione
Adriano ci insegna che la fatica, l’esercizio, la costanza, sviluppa consapevolezza. Aiuta a comprendere il concetto di cura in senso lato, alimenta un’etica da praticare in tutti gli aspetti della vita. Concentrarsi sul proprio corpo vuol dire imparare a porsi in ascolto. Aiutarsi e aiutare l’altro. Costruire un’esistenza basata sull’autodeterminazione e non l’assistenzialismo. Regalarsi la possibilità di morire sorridendo sapendo di essersi voluti bene.
Grazie alla famiglia Borelli per aver costruito, con amore e determinazione, benessere a profusione.