mercoledì, Gennaio 15, 2025
HomeRubricheIl bello che c'èIl Bello che c’è! PizzAut, un impasto che fa lievitare la vita 

Il Bello che c’è! PizzAut, un impasto che fa lievitare la vita 

Un gruppo di ragazzi autistici che insieme a Nico Acampora, fondatore di PizzAut e papà di un ragazzo autistico, dal 2017 sta costruendo un grande progetto di inclusione, che diventa oggi una grande opportunità per tutti e che nasce dal bisogno di dare un futuro a suo figlio

Il 19 novembre 2017 un gruppo di sognatori, formato dai genitori di ragazzi autistici e capitanato da Nico Acampora, dà vita all’associazione PizzAut Onlus con l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni e la società civile sul tema dell’occupabilità delle persone autistiche. «Persone destinate ad essere invisibili che si riprendono la vita regalandoci una grande lezione»

L’uomo del diritto e del bisogno

Nico Acampora, nato a Napoli nel ’71 è l’uomo che ha trasformato un sogno in realtà. Ha il sorriso sornione e il cuore allegro. Lo si capisce subito quanto ti apre la porta della sua pizzeria, quando ti presenta i ragazzi che ci lavorano e quando scherza con loro tra una portata e l’altra. Un uomo rispettoso del diritto e del bisogno. Un papà che ha trasformato un dolore in un traguardo da raggiungere. Oggi i Ristoranti PizzAut offrono un menù fatto di dignità, lavoro e autonomia, concepito sull’inclusione di tanti ragazzi autistici. Senza dimenticare di servire ottime pizze!

PizzAut un modello d’imprenditoria

Con il progetto “PizzAut nutrire l’inclusione” Nico Acampora, è diventato un modello di imprenditoria sociale in Italia e nel mondo. Due realtà, a Cascina de Pecchi (Mi) e Monza che hanno garantito ad Acampora, il titolo di Cittadino europeo dell’anno 2023.

I numeri in Italia sull’autismo

Oltre 6 milioni le persone affette da disturbi dello spettro autistico in Europa, un bambino ogni 89 nati. Numeri in costante crescita. «Troppo spesso senza diritti e dimenticati dalla società – ricorda Acampora -. Su 600 mila persone autistiche in Italia lavora meno del 2%. Le aziende italiane che hanno l’obbligo di assumere una persona diversamente abile su 15, piuttosto pagano multe, anziché attenersi alla legge. Inoltre, nella maggior parte dei casi vengono scelte persone con disabilità fisiche. Le si preferisce a chi ha problemi cognitivi o relazionali. L’autismo è considerato troppo impegnativo, mette in discussione ciascuno di noi e malgrado ci aiuti a crescere, le aziende evitano le assunzioni».

Pizze dedicate a clienti importanti

Da PizzAut sono passati personaggi illustri, desiderosi di conoscere quest’opera umana e imprenditoriale, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Papa Francesco. «Dopo ogni incontro è nata una pizza. I ragazzi sanno mescolare tra la farina anche la curiosità e la creatività. Escono pizze insuperabili nel gusto e a detta di tutti in perfetta sintonia con la storica tradizione del nostro paese», precisa Nico.

Una pizza da accademia

PizzAut è stata menzionata tra le dieci pizzerie più buone di Milano e provincia e anche i tempi di prenotazione sono davvero lunghi perché è spesso sold out. Questo grazie anche alla accademia ideata da Acampora che ospita 150 futuri pizzaioli e camerieri di sala, tutti con disturbi dello spettro autistico. «Non tutti i nostri ragazzi fanno lo stesso lavoro – spiega Acampora -. C’è chi è portato per stare a contatto con i clienti e chi invece è più creativo e dunque si trova meglio in cucina. Nel percorso di formazione oltre ad insegnare cerchiamo di capire anche qual è la loro giusta collocazione».

I titoli della bellezza

Acampora è stato insignito dell’Ambrogino d’Oro nel 2021 per il suo impegno nell’ambito sociale, e in particolare per le persone autistiche. È stato nominato da Mattarella Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica, una delle onorificenze più prestigiose del nostro Paese. All’inizio del 2024 Acampora e i suoi ragazzi sono stati ricevuto al Parlamento Europeo dove hanno sfornato pizze per 200 deputati. Non solo, sempre nel 2024, PizzAut ha sfornato pizze per i ministri del G7 a Perugia.

Vietato calpestare i sogni

Nico Acampora è anche autore del libro: “Vietato Calpestare i sogni”. Qui racconta la meravigliosa storia di PizzAut. Un libro scritto a quattro mani con Elisabetta Soglio, giornalista de il Corriere della Sera. «Vietato calpestare i sogni è il nostro motto – racconta Nico -. Lo abbiamo impresso sui grembiuli rossi e sulle pareti delle nostre pizzerie».

Il miracolo PizzAut

Due locali nati a distanza di pochi anni. Il primo a Cassina de Pecchi, alle porte di Milano; il secondo a Monza in via Philips. Due ristoranti, due truck food, un’accademia e una catena di pizzAutobus, dove per ogni truck food lavoreranno cinque ragazzi autistici, e le palestre di autonomia abitativa per insegnare ai ragazzi autistici a vivere da soli e allontanare lo spettro dell’istituto nel “dopo di noi”.

AdVocacy

A Pizzaut non si smette mai di parlare di diritti. Che siano scuole, convegni o master universitari, studi televisivi o concerti, il loro pallino è sempre l’inclusione e i diritti delle persone autistiche.

AutAcademy

Un’accademia formativa nata in maniera sperimentale nel 2020, l’Academy di PizzAut è oggi un vero e proprio corso di formazione che permette ai ragazzi di entrare nel mondo della ristorazione.

Food Truck – PizzAutobus

Grazie ai due ristoranti itineranti, PizzAut, anima eventi aziendali e di piazza, cucinano per chi passa ma, soprattutto, portano l’inclusione per le strade italiane.

Palestre di Autonomia Abitativa

Verso una vita indipendente. Le Palestre di Autonomia Abitativa avviate da PizzAut onlus sono appartamenti e spazi dove i ragazzi e le ragazze autistiche, inserite nel progetto, possono sperimentare percorsi di avvicinamento alla vita indipendente. Attraverso il sostegno di educatori avranno la possibilità di sperimentarsi in attività di cura del sé e degli spazi. Potranno imparare a rifarsi il letto o a far funzionare una lavatrice, a cucinare.

Lavorare nel Paddock 1 all’AUTodromo

L’ultima sfida di Nico Acampora è far lavorare i ragazzi presso l’Autodromo di Monza, tra il rumore e la folla, situazione non facile per ragazzi autistici. Per questo Acampora ha selezionato con cura i lavoratori. Quattro ragazzi individuati in base alla passione per i motori e alle capacità di adattarsi alle caratteristiche del luogo. Per l’occasione i ragazzi di PizzAut hanno messo in campo la loro fantasia ideando la pizza AUTodromo, dedicata al gran premio di Monza e ai suoi protagonisti. Tra gli ingredienti ci sarà un impasto lievitato 72 ore, pomodoro e mozzarella fior di latte, arricchito con luganega, la salsiccia della tradizione culinaria lombarda, e poi la crema di panna e zafferano e la rucoletta.

Il bello che c’è per Acampora

«Il bello è che sono ragazzi destinati ad essere invisibili, ad essere silenziosi, ad essere in un centro, ad essere imbottiti di psicofarmaci che, invece, dentro questa esperienza si riprendono la vita e lo fanno senza livore, senza rancore senza nemmeno accorgersi della grande lezione che ci stanno regalando», conclude Nico Acampora.

La riflessione

Nico Acampora e il suo progetto visionario PizzAut dimostrano che il dolore può diventare riscatto solo se non ci si lascia sopraffare. Quando il bisogno di dare speranza di una vita migliore si unisce alla tenacia, all’intelligenza e all’amore, tutto diventa possibile. Anche immaginare una società dove tutti, proprio tutti, possono contribuire, ciascuno con le proprie abilità, al bene collettivo.

Grazie Nico!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

moiraperruso
moiraperruso
Giornalista professionista da oltre 30 anni. Nasco come fotoreporter di cronaca. Un lavoro che mi ha permesso di mettere in fila, su una linea orizzontale immaginifica, occhio, testa e cuore, nel preciso momento dello scatto. Ho potuto vedere luoghi e avere dentro il mirino della mia Nikon volti e storie che mai potrò dimenticare. Solo più tardi all'immagine si è affiancata la scrittura. E' arrivata una notte, dopo il crollo di una palazzina a Milano. Il mancato arrivo del giornalista di una testata importante, che accompagnavo con le mie foto, mi ha reso improvvisamente protagonista. "Moira oltre la foto fai anche l'articolo?" Mi chiese il caporedattore di turno. "Ma cosa faccio? Non ho mai scritto?" E lui mi disse una cosa che illuminò la notte buia: "Scrivi quello che vedi". E così fu. Il mio battesimo arrivò davanti ad una palazzina crollata che si era portata via, sogni, progetti e pezzi di vita di numerose famiglie. Da quel giorno scrivo, racconto e rappresento la verità. Il mio motto è il primo dei dieci comandamenti della stampa di Piero Ottone: " Scrivi sempre la verità, tutta la verità, solo la verità"
ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Advertisment -

Più popolare

Commenti recenti