martedì, Maggio 13, 2025
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Il Bello che c’è! Mi prendo cura di te

Paola Martinoni, chirurga senologa, nel 2015, su consiglio e condivisione del Prof. Umberto Veronesi, fonda l’Associazione Libellule Onlus, in memoria di Franca Veronesi. L’Associazione persegue la mission di prendersi cura delle donne che hanno avuto il tumore al seno e alle ovaie attraverso l’accoglienza ed il follow-up sanitario. Con il fondamentale e prezioso aiuto di alcune sue pazienti, e le numerose iniziative di sostegno promosse nel campo, l’Associazione nel 2023, si trasforma in FONDAZIONE LIBELLULE INSIEME.

A prendersene cura è la Fondazione Libellule Insieme e Paola Martinoni è la Presidente. La Fondazione ha sede in Via Filippino Lippi, 19 a Milano, e, grazie alla generosa disponibilità della Famiglia Cremascoli, anche presso il Columbus Clinic Center in via Buonarroti, sempre a Milano, dove la dottoressa Martinoni lavora.

La mission

«La missione della Fondazione è quella di avvicinarsi alle donne con delicatezza, amore e solidarietà e offrire loro un supporto concreto che possa infondere nuova forza e rinnovata fiducia. Tenerle per mano dalla prevenzione che nei successivi passi. Nel dettaglio significa che si accompagna la paziente dall’ evidenza di un nodulo, alla biopsia, all’intervento chirurgico fino al follow up. Facciamo prevenzione primaria, come ridurre i rischi, e facciamo prevenzione secondaria, ecografia, mammografia, agoaspirato», precisa Paola Martinoni.

Una sfida vincente

La dottoressa Paola Martinoni

Paola Martinoni ha accolto volentieri la sfida che il Professor Umberto Veronesi le ha lanciato: cancellare il cancro non solo dal corpo delle donne ma anche dalla loro mente. Dopo l’intervento, quando il cancro è stato debellato dal corpo, comincia per la donna, un percorso in salita. Il “dopo” è infatti un momento cruciale.

Mi prendo cura di te

«Non facciamo mai sentire sola la donna. Cerchiamo di rispondere alle domande delle pazienti su cosa fare e cosa mangiare. Il progetto realizzato con il contributo non condizionante di Gilead Science si chiama “mi prendo cura di te”. Diversi specialisti ed esperti parlano delle problematiche che si incontrano, dal dermatologo, al nutrizionista fino allo psicologo. Un format realizzato intervistando specialisti ed esperti in vari ambiti per conoscere, capire, imparare, scoprire metodi e mezzi per superare il difficile periodo delle cure oncologiche, minimizzandone gli effetti collaterali e preservando la qualità della vita. Grazie alle terapie di supporto questo è possibile. Dal momento in cui la donna riceve la notizia di essere affetta da un tumore, succede che si sente malata, ma soprattutto si sente sola, abbandonata a sé stessa, in panico», spiega la presidente Martinoni.

Vicino al paziente

«Quando è necessario l’intervento diamo indicazioni alla donna dove andare a seconda dei tempi di attesa, della diagnosi, dell’età della donna e della ricostruzione da fare –afferma la presidente -Quindi affianchiamo le Breast Unit e stiamo accanto al paziente per la terapia chirurgica e oncologica sia da un punto di vista psicologico che pratico. Come dare le parrucche gratuite a chi non può permettersele».

Mai più sole

«Nel momento della diagnosi, della terapia e del follow-up la donna non si deve sentire sola, noi la affianchiamo. Si deve sentire sostenuta appoggiata e incoraggiata -afferma- le volontarie della fondazione sono donne che sono uscite dal tunnel o famigliari, sono quindi già sensibilizzati e hanno il desiderio di aiutare il prossimo e dare un senso alla malattia. In questo caso restituire il favore fa sentire utile»

Più diagnosi e più tumori

«Da un punto di vista scientifico negli ultimi anni è cambiato qualcosa nel trend della malattia del tumore alla mammella. Ogni anno si ammalano 55 mila donne e l’incidenza aumenta ogni anno è un tumore in crescita rispetto l’incidenza però possiamo dire che la sopravvivenza a 5 anni aumenta», spiega Paola Martinoni.

1 su 7 si ammalerà di tumore al seno

«Da una parte ci sono le cause di morte cardiocircolatorie causate da fumo, obesità, inquinamento e invecchiamento e dall’altra parte la causa di morte è il tumore. Grazie alla tecnologia più raffinata e specifica abbiamo la possibilità di trovare tumori anche di piccole dimensioni. Se le persone si sottoponessero alle diagnostiche per immagine farebbero una ottima prevenzione. Al nord aderiscono allo screening il 60% delle donne, solo un 40% al sud»

Ci si trasforma per rinascere

«In Fondazione aiutiamo le pazienti oncologiche a superare uno dei periodi più bui della loro vita e le aiutiamo a rinascere e riprendere il volo proprio come fanno le libellule – così la Dott.ssa Martinoni spiega da dove arriva l’idea del cuore presente nel logo – Il logo della Fondazione Libellule nasce da un profondo simbolismo che rappresenta il percorso di trasformazione e rinascita delle donne che affrontano la battaglia contro il cancro. Durante il difficile periodo di chemioterapia e radioterapia, molte donne si sentono come delle larve, smarrendo la loro identità e la loro essenza femminile»

Accettare il cambiamento fisico la prima sfida

«Dopo l’intervento c’è un cambiamento fisico da accettare. La femminilità viene messa a dura prova, lo specchio restituisce un’immagine che non si conosce e si devono affrontare le terapie oncologiche, debilitanti e molto provanti, sia fisicamente che psicologicamente. Poi ci sono i controlli, che sono una spada di Damocle sulla testa delle pazienti, che aggiungono ansia e stress», dichiara Martinoni.

Il bello che c’è di questa esperienza

«Non lasciare la mano delle pazienti, non farle mai sentire sole è il senso anche di una bellezza. Diamo una risposta anche alle domande che non si ha il coraggio di fare all’oncologo è importante avere le risposte ai quesiti e non sentirsi sole. Anche alle domande più semplici: come posso mettere lo smalto? Se lo metto cosa succede? Noi sappiamo che ogni giorno possono nascere cellule tumorali nell’organismo quindi la nostra difesa anticorpale, vedendo delle cellule non tipiche fa un lavoro di pulizia, ma in particolari momenti della vita per difese immunitarie basse si può avere uno sbalzo e questo può determinare l’insorgenza di un tumore o di una recidiva. Parlare di guarigione al 100% è difficilissimo anche se le statistiche riferiscono che dopo 5 anni l’87% sopravvive. Ma occorre lavorare per quel 13% che a causa di stress e depressione non rientra in quell’87% ecco perché ritengo che affiancare una paziente e i famigliari nel percorso significa che sei più fornita di armi per sostenere chi le sta vicino», conclude la dottoressa Martinoni.

Riflessione

Non fare mai sentire sole le pazienti, soprattutto grazie alla rete creata dalla fondatrice. I pazienti che si rivolgono alla Fondazione Libellule Insieme sono indirizzati al miglior centro disponibile tenendo conto delle liste d’attesa, della gravità. Grazie alla rete che la dottoressa ha creato con le Breast Unit è in grado anche di accorciare l’attesa di chi ha più necessità. Cosa c’è di più bello di occuparsi di una persona malata abbracciando il suo smarrimento, il suo bisogno di luce alla fine del percorso. Prendersi cura dell’altro, con professionalità e cuore. Questo ha creato Paola Martinoni.

Grazie!

 

Moira Perruso
Moira Perruso
Giornalista professionista da oltre 30 anni. Nasco come fotoreporter di cronaca. Un lavoro che mi ha permesso di mettere in fila, su una linea orizzontale immaginifica, occhio, testa e cuore, nel preciso momento dello scatto. Ho potuto vedere luoghi e avere dentro il mirino della mia Nikon volti e storie che mai potrò dimenticare. Solo più tardi all'immagine si è affiancata la scrittura. E' arrivata una notte, dopo il crollo di una palazzina a Milano. Il mancato arrivo del giornalista di una testata importante, che accompagnavo con le mie foto, mi ha reso improvvisamente protagonista. "Moira oltre la foto fai anche l'articolo?" Mi chiese il caporedattore di turno. "Ma cosa faccio? Non ho mai scritto?" E lui mi disse una cosa che illuminò la notte buia: "Scrivi quello che vedi". E così fu. Il mio battesimo arrivò davanti ad una palazzina crollata che si era portata via, sogni, progetti e pezzi di vita di numerose famiglie. Da quel giorno scrivo, racconto e rappresento la verità. Il mio motto è il primo dei dieci comandamenti della stampa di Piero Ottone: " Scrivi sempre la verità, tutta la verità, solo la verità"
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