Il bello che c’è! La forza invisibile. Una forza che ha il volto di una donna straordinaria, bellissima, sensuale, con un corpo statuario. La perfezione che si muove, capace di occupare tutto lo spazio intorno a sé. Giorgia Cirulli oggi ci racconta la sua storia, di fatica e rinascita, una luce che traspare in ogni sua essenza.
Una storia di rinascita tra malattia, sport e determinazione
Lavoro da dieci anni come personal trainer esclusivamente al femminile e da oltre tre anni porto avanti una rubrica di fitness, utilizzando il movimento come risorsa per migliorare la vita delle persone. La mia passione per lo sport è sempre stata una costante, ma il percorso che mi ha portato qui è stato tutto fuorché lineare: è iniziato con una diagnosi che ha cambiato la mia vita.
La scoperta della malattia
Quando mi è stata diagnosticata la rettocolite ulcerosa avevo 30 anni, un’età in cui ti aspetti di avere tutta l’energia del mondo per affrontare il futuro. Ero diventata madre da poco. La malattia è arrivata all’improvviso, destabilizzando il mio corpo e il mio spirito. Si tratta di una patologia infiammatoria cronica dell’intestino che ti costringe a convivere con dolore estremo, debolezza e incertezza. Non è solo il tuo fisico a soffrire, è anche la tua identità che si trova a fare i conti con una nuova realtà.
Il supporto ospedaliero
Nel mondo ospedaliero ho trovato un sostegno essenziale, anche se non privo di ostacoli. Ci sono stati medici che mi hanno fatto sentire compresa e accompagnata, ma anche momenti in cui la mancanza di comunicazione e umanità mi ha fatto sentire sola. È un aspetto su cui credo si debba lavorare: oltre alla terapia, serve empatia, perché ogni paziente è prima di tutto una persona.
La svolta: la colectomia totale
Ero arrivata a pesare 43 kg e non riuscivo ad assorbire più nulla di quello che mangiavo, c’erano giornate in cui ero costretta ad andare in bagno anche 50 volte. La colectomia totale è stata una tappa cruciale, uno spartiacque nella mia vita. Da un lato significava affrontare un processo chirurgico demolitivo irreversibile, ma dall’altro avevo la possibilità di liberarmi da un dolore che mi stava consumando. In 2 anni 3 interventi. Due ileostomie in due momenti diversi e la rimozione del retto. Il recupero è stato un percorso di grande crescita e pieno di sfide, ma ha rappresentato anche una nuova partenza. La mia vita non sarebbe mai più stata la stessa, ma avevo una scelta: restare intrappolata nella paura o trasformare questa esperienza in forza.
La solitudine dopo l’intervento
Dopo l’operazione ho deciso di usare Instagram per rompere il tabù della stomia, per aiutare le donne che si trovano nella mia stessa condizione e che spesso dopo l’intervento vengono abbandonate da amici e partner. Io mi sono fatta forza per me e soprattutto per mio figlio che era ancora troppo piccolo.
Profilo Instagram _giorgiacirulli_
Dal suo profilo, Giorgia, è un rifugio di consolazione ed esperienza per tutte quelle persone che si trovano nella sua condizione o sono all’inizio del percorso. Lei non si tira mai indietro, dispensa consigli, spiega il percorso e l’obiettivo, supporta e sostiene psicologicamente e consola. La sua forza e la sua estrema bellezza consegnano ai suoi lettori quella forza di volontà dove tutto è possibile.
La rinascita
Il momento della mia rinascita non è stato uno solo, ma un insieme di piccole vittorie quotidiane. I primi allenamenti post-intervento, la scoperta di una nuova intimità con il mio corpo, la prima volta che ho parlato apertamente della mia condizione. Oggi vivo una vita piena, nonostante le difficoltà. La malattia non mi ha mai definito: è parte di me, ma non è tutto ciò che sono.
Una “disabile fuori dai canoni”
Mi sono spesso definita una “disabile fuori dai canoni” perché il mio aspetto esteriore non rivela quello che vivo interiormente. Non uso una sedia a rotelle, non ho segni visibili che indichino la mia condizione, ma questo non significa che il mio percorso sia meno complesso. La società tende a riconoscere solo ciò che è evidente, trascurando le malattie o le disabilità invisibili. È una battaglia quotidiana per far capire che la malattia non è meno reale solo perché non si vede.
Cosa manca per vivere dignitosamente la malattia
Per vivere dignitosamente una malattia cronica serve più comprensione, meno pregiudizi e infrastrutture adeguate. Mancano spazi e attività accessibili, percorsi di supporto psicologico strutturati e, soprattutto, una maggiore consapevolezza collettiva. Tuttavia, ho imparato a valorizzare ciò che c’è: il sostegno delle persone care, i piccoli gesti di gentilezza e la possibilità di raccontare la mia storia per ispirare altri.
Il bello secondo Giorgia
Il bello per me è il viaggio interiore che questa esperienza mi ha permesso di intraprendere. Ho scoperto una forza che non pensavo di avere, ho imparato ad apprezzare il mio corpo anche nelle sue imperfezioni e ho trovato un modo per trasformare il dolore in risorsa. Oggi, come personal trainer e divulgatore, il mio obiettivo è aiutare gli altri a fare lo stesso: scoprire il loro “bello”, anche nei momenti più difficili.
La riflessione
Questa è la storia di Giorgia Cirulli che spera di poter essere d’ispirazione per chiunque stia affrontando una battaglia invisibile. Il viaggio non è facile, ma con il giusto supporto e la giusta mentalità, la rinascita è possibile. Intanto cresce suo figlio dimostrandogli forza, coraggio, fierezza e, soprattutto che: «Si muore una volta, ma si rinasce infinite».
Grazie Giorgia!