È una vera sfida quella di Luigi, un ragazzo quattordicenne portatore del Disturbo dello Spettro Autistico. Una sfida straordinaria per un ragazzo che non è un atleta professionista, fino a qualche anno fa non conosceva la montagna e a cui è difficile anche solo rapportarsi con le altre persone.
ISupersportivi, una visione abilitativa
Massimo Magnocavallo, fondatore e ideatore dell’Associazione ISupersportivi, vuole rendere lo sport uno strumento abilitativo per ragazzi con disturbi motori e cognitivi. Quando Luigi Degli Occhi incontra questa esperienza inizia ad approcciarsi alle prime camminate e poi alle scalate in montagna, partendo dalle vette del lecchese. Per lui è come prendere una boccata d’aria fresca: la fatica non lo spaventa, le persone diventano dei compagni con cui condividere le emozioni e il silenzio una culla capace di placare le sue angosce.
L’effetto positivo su Luigi
Vedendo lo straordinario effetto positivo che la montagna aveva su Luigi, è nata l’idea di allenarlo per un progetto a prima vista impossibile e difficile anche per scalatori esperti: la salita del Kilimangiaro. «I ragazzi mi aiutano a conoscere le loro fragilità –dichiara Massimo Magnocavallo- e il loro disturbo. Diventiamo amici e questo ci permette di superare insieme i limiti».
Un duro allenamento
Da marzo a dicembre 2024 Luigi si è allenato duramente, cimentandosi in canoa, nuoto in piscina due volte la settimana e, ogni 15 giorni, con una salita in quota tra le cime dell’arco alpino come Cevedale, Punta Giordani (4068 metri, affrontata dalla Punta Indren) e Petit Flambeau, un 3.700 metri del Gruppo del Monte Bianco. La costruzione della fiducia tra lui e chi lo accompagnerà̀, fondamentale per la riuscita dell’impresa, è stata, invece, costruita, passo a passo, grazie all’ascolto empatico e all’intenzionalità̀ reciproca, con l’intento di favorire l’apprendimento e la gestione degli stati emotivi.
Lo straordinario entra nell’ordinario
Tutto questo per permettere a Luigi di crescere sia dal punto di vista mentale, lavorando su analisi, percezione, memorizzazione, processi decisionali, elaborazione e rielaborazione, che motorio, così da migliorare la sua condizione psico-fisica e permettergli non solo di superare i suoi limiti e arrivare in vetta, ma anche di favorire un percorso continuo che lo aiuterà̀, in futuro, a sentirsi sempre più̀ integrato nella società̀ di cui fa parte. «Quando si percorre un progetto strutturato, si lavora, si visualizza e lo si fa accadere. Dico sempre ai miei Supersportivi: ascolta, senti e fai», dichiara Magnocavallo.
Il Bello che c’è dei ISupersportivi
«Creare un centro inedito, pubblico, clinico per la presa in carico con terapie motorie, comportamentali, musicali e pedagogiche senza tralasciare l’informazione, la formazione e soprattutto l’ascolto delle famiglie. Il bello che c’è è vedere felici e migliorati i miei ragazzi e regalare loro maggiori prospettive di vita futura inclusiva e, in età matura, lavorativa», conclude Magnocavallo.
Non un miracolo ma un’evoluzione
«Quello che è accaduto a mio figlio Luigi -dichiara Degli Occhi- ha permesso una tangibile evoluzione sia dal punto di vista fisico (da ipotonico il ragazzo è cresciuto, si è irrobustito, ha acquisito una bella muscolatura e una migliore coordinazione) che comportamentale (ha sviluppato una maggiore autocoscienza, tranquillità, una migliore capacità di relazionarsi con le persone e l’ambiente attorno, maggiore autonomia, una maggiore profondità di pensiero). Si vive sempre tra angoscia e felicità ma questa è la sorte di ogni genitore che vuole il meglio per i propri figli».
Potenziare le sue passioni
«Come padre vorrei riempire la vita di Luigi, che inevitabilmente sarà diversa da quella degli altri, potenziando le sue capacità e le sue passioni, in modo che possa dedicarsi a ciò che più ama: allo sport, alla montagna, alla musica, al ballo, ai viaggi. Luigi per fortuna è molto curioso nei confronti di tutto ciò che incontra. Io vivo nella speranza che anche la sua sfera relazionale e affettiva possa avere un suo sviluppo. Il bello è dimostrare che anche con i ragazzi “speciali” si deve mirare sempre in alto, non rinunciando mai ai sogni», conclude il papà di Luigi.
Un fotografo per documentare l’avventura
Luigi e Massimo partiranno con Alberto Locatelli, fotografo e compagno di viaggio del progetto e della spedizione Kibo, il quale documenterà l’esperienza e i suoi momenti più significativi. «L’incontro con Luigi mi ha fatto capire tante cose, una in particolare, la capacità che ha di apprendere quello che succede intorno a lui anche se poi non ha la possibilità di esprimere il suo parere, le sue emozioni o i suoi sentimenti come accade a noi -dichiara Locatelli- Oggi inizio a conoscerlo e ho imparato a capire quel che prova scrutando i suoi occhi, interpretando le smorfie, riconoscendo gli atteggiamenti».
Comunicare con lo sguardo
Alberto Locatelli ha un entusiasmo contagioso: «Luigi oggi comunica con lo sguardo e con gli occhi, ma anche con dei piccoli gesti delle mani. Ho imparato a percepire il suo stato d’animo attraverso i suoi movimenti. Luigi mi ha fatto capire come comprendere il linguaggio dei gesti e degli occhi, interpretare in maniera diversa il suo atteggiamento e a volte anche adattarsi al suo modo di comportarsi».
Ho fatto un sogno
«Ho incontrato due volte il papà di Luigi, la prima di ritorno dal Monte Bianco, ed ha manifestato una gioia infinita nel vedere il figlio felice ed entusiasta per quello che aveva fatto con noi. La seconda volta al Centro Sport della Bocconi, i suoi occhi esplodevano di gratitudine per averlo visto cantare, ballare, sorridere. Ho sognato, alcune notti fa, Luigi in cima! Era una esplosione di gioia, saltava e gridava. Come un piccolo di capriolo! Sono certo che farà così, dovremo tenerlo legato per far sì che non scappi verso quello che è rimasto dei ghiacciai intorno alla cima», racconta divertito Alberto Locatelli.
Focus Himalaya Travel
L’organizzazione dell’ascesa al Kilimangiaro di Luigi e dei suoi accompagnatori è stata affidata a Focus Himalaya Travel, agenzia viaggi specializzata nel turismo attivo e “slow” che, da più̀ di trent’anni, promuove esperienze di viaggio autentiche dalle regioni himalayane all’Africa a stretto contatto con la natura.
Gli sponsor dell’avventura
Essenziali per la realizzazione del progetto Kibo sono stati, e saranno, lo store Sport Specialist di Lissone, Banca Popolare di Sondrio e lo Studio Notarile Bailo Leucari di Tortona, che hanno fornito a Luigi tutto materiale tecnico per gli allenamenti e per la salita al Kilimangiaro.
Academy ISupersportivi
Massimo Magnocavallo 61 anni, vive a Ballabio ed è appassionato di montagna dal 1986. Diventa istruttore nazionale di alpinismo giovanile e nel 2015, con la collaborazione di una psicologa clinica e un gruppo di 12 famiglie con figli portatori di disturbi del neuro-sviluppo fonda una Organizzazione senza scopo di lucro, l’Associazione I Supersportivi. Ha un trascorso di maestro di nuoto ed è tecnico federale della disciplina olimpica Triathlon per la quale ha allenato dal 2008 al 2012 i settori giovanili della provincia di Lecco. Si è anche specializzato sulla sindrome neurobiologica legata all’Autismo e malattie neurologiche rare o rarissime.
Il futuro dell’Accademia
Nel futuro Magnocavallo vorrebbe realizzare l’Accademia dello Sport ad indirizzo medico, clinico e universitario per permettere a tutti i bambini che hanno bisogno di terapie di potervi accedere in modo gratuito grazie alla collaborazione di medici e specialisti. Questo centro potrebbe anche accogliere i pazienti ospedalieri che hanno bisogno di recupero funzionale motorio o che hanno avuto diagnosi di tumori del sangue.
La riflessione
Mi sono imbattuta in una storia bellissima dove, riga dopo riga, ho capito che il vero protagonista non è Luigi ma l‘incontro. Pensate se Luigi non avesse incontrato Massimo e se Alberto non avesse incrociato la loro strada. Cosa c’è di più bello di un incontro? Di una storia che si fa carne. Un fatto che non accade per caso, una sorta di destino che si intreccia. L’incontro da solo però non basta. Bisogna andare oltre, saper immaginare, avere uno sguardo proteso verso l’alto, una cima, che sappia coniugare percorso e speranza di una vita migliore.
Buon viaggio ragazzi e che Luigi possa andare oltre la cima del monte.