mercoledì, Gennaio 15, 2025
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Il Bello che c’è! Angeli dentro la città invisibile

I City Angels sono un’associazione di volontariato nata nel 1994 a Milano per iniziativa di Mario Furlan. Si riconoscono dai baschi blu, simbolo delle forze Onu portatrici di pace, e dalla giubba rossa, colore dell’emergenza. Aiutano le persone bisognose e portano sicurezza e tranquillità sulle strade di 20 città italiane e 2 città svizzere. 

Angeli al servizio di una città invisibile, per rispondere al bisogno. Una mano sempre tesa per senzatetto, migranti, tossicomani, etilisti e vittime della criminalità. Un punto di riferimento sicuro per i cittadini e un deterrente per i malintenzionati. Ogni sera, in ogni città in cui operano, percorrono le strade per portare coperte, vestiti, sacchi a pelo, cibo, bevande calde d’inverno e fresche d’estate, a chi ne ha bisogno.

Non c’è limite al bene

I City Angels ogni giorno assistono complessivamente oltre 3mila senzatetto che siano sulla strada o nei centri d’accoglienza che gestiscono. In Lombardia i centri per senzatetto sono presenti a Milano, Monza, Varese e Sondrio. Luoghi accoglienti, che diventano casa. Il più grande è a Milano, in via Gino Pollini 4 che accoglie in residenza fissa 50 senzatetto. Possono dormire, mangiare, ricevere assistenza medica, psicologica, legale e frequentare corsi di formazione. Gli ospiti stranieri imparano l’italiano e tutti quelli che hanno scarsa dimestichezza con l’informatica imparano la materia. Lo scopo non è solo aiutare i senzatetto ma metterli nelle condizioni migliori per cercare lavoro.

Prevenzione e contrasto

L’ opera umanitaria sulla strada è a 360 gradi. Oltre ad aiutare i senzatetto e le persone in difficoltà, i City Angels, circa 500 volontari, svolgono un’attività di prevenzione e contrasto della criminalità, in collaborazione con le forze dell’ordine. Se il problema è gestibile, ad esempio un borseggio, un furto senza armi, una piccola rissa o un balordo che sta molestando una ragazza, intervengono direttamente. Nel caso in cui dovessero comparire delle armi, o se la situazione dovesse diventare ingestibile, i volontari devono chiamare le forze dell’ordine.

Corsi per volontari

I volontari seguono un corso di autodifesa istintiva e mentale (Wilding), che li aiuta ad affrontare situazioni difficili dal punto di vista fisico e, soprattutto, da quello psicologico ed emotivo. Il Wilding è la difesa personale dei City Angels, ideata dal fondatore Mario Furlan.

Chi è Mario Furlan

Mario Furlan nel 2018  viene eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach. E’ un docente universitario di Motivazione e crescita personale, nonché di Comunicazione efficace, leadership e management. Ha scritto tre best-seller motivazionali. Ha fondato nel 1994 i City Angels e ha ideato il Wilding, l’autodifesa istintiva e psicofisica. Il suo più grande orgoglio è essere passato da una gioventù difficile, in cui ha rischiato di morire, a un equilibrio e una serenità che cerca di trasmettere agli altri. Negli anni dell’università fa volontariato per i senzatetto nel centro d’accoglienza di Fratel Ettore Boschini, un camilliano che sta per essere “beatificato”, e che aveva un rifugio per clochard sotto la Stazione Centrale di Milano. Andava ogni settimana a servire i poveri a tavola e a pulire la sala in cui avevano mangiato. Attraverso i suoi corsi di formazione e il coaching aiuta aziende e singoli a trovare la loro strada. Ad essere più efficaci e più in armonia con se stessi e gli altri. Partendo da un assioma: “il tuo mondo esterno riflette il tuo mondo interno. Per cambiare e migliorare, devi partire da te”.

Un volontariato a 360 gradi

Negli anni nascono nuove sedi degli Angels: a Roma, Torino, Varese, Parma, Brescia. Ad oggi sono venti in Italia e due in Svizzera, a Lugano e a Chiasso. Tutte unite dallo stesso spirito umanitario. In alcune città l’attività principale è l’assistenza ai senzatetto, in altre è invece la prevenzione e il contrasto della criminalità da strada. Un volontariato, che si adatta alle necessità della singola città.

Casa Silvana

Nel 2007 a Milano danno vita alla prima casa famiglia d’emergenza d’Italia: Casa Silvana, in via Esterle (zona Lambrate). Silvana era una senzatetto della Stazione Centrale amica degli Angels, che venne rapita e costretta a prostituirsi. Violentata, seviziata, venne infine brutalmente uccisa. Nata come casa-famiglia per donne e bambini in difficoltà, e successivamente aperta anche alle coppie e alle famiglie, Casa Silvana è stata il primo centro d’accoglienza in Italia ad essere aperto 24h al giorno.

Oasi del Clochard

Nel 2017, sempre a Milano, hanno inaugurato l‘Oasi del clochard: un villaggio per senzatetto nato dove prima sorgeva un campo Rom. Il concetto è del tutto innovativo: non la solita scuola o caserma, con i suoi grandi stanzoni adibiti all’accoglienza, bensì tanti prefabbricati disposti intorno alla piazza principale del villaggio. Tra le case ci sono l’infermeria, la mensa, la biblioteca, il campo da calcio, il ping-pong. Dall’estate 2017 l’Oasi ha aperto una sezione femminile e una parte dedicata agli animali dei clochard.

Scorta alle donne

Accompagnano le donne che chiedono il servizio scorta. Dal 2023, anche in seguito ad una collaborazione con l’associazione Scarpette Rosse, si sono attivati per scortare le donne minacciate dal loro ex compagno quando temono di poterlo incontrare. O, ad esempio, quando tornano nella casa in cui hanno vissuto con lui per ritirare i loro effetti personali.

Il profilo di chi ha bisogno di aiuto è cambiato nel tempo

«In trent’anni è cambiato sicuramente il profilo di chi aiutiamo -commenta Furlan- Prima c’erano meno senzatetto e c’era meno povertà. Oltre al numero altissimo di senzatetto stranieri, da un paio d’anni, è in aumento anche il numero di senzatetto italiani. Per quanto riguarda gli stranieri c’è un fortissimo aumento di clochard che arrivano dal Nord Africa, mentre anni fa erano soprattutto dell’est Europa»

Si abbassa l’età del bisogno

«L’età dei senzatetto stranieri è più bassa rispetto a quella dei senzatetto italiani. Gli italiani, mediamente, abbracciano la fascia dai quaranta ai sessant’anni, persone che avevano una vita normale e che poi sono precipitati ai margini, perdendo il lavoro, poi la casa e infine una rete di assistenza familiare. Gli stranieri, invece, sono giovani, spesso addirittura adolescenti, arrivati in cerca di fortuna. Stanno in gruppo e, rispetto agli italiani, reggono psicologicamente meglio la situazione sulla strada perché già hanno attraversato esperienze difficili. Pensiamo solo ai viaggi che hanno superato per poter giungere da noi. Dall’attraversare il deserto del Sahara al navigare il Mediterraneo su un barchino o un gommone».

In strada anche classi sociali di ceto medio

«Solitamente la classe sociale di chi è in strada è bassa ma ci sono anche casi di imprenditori -continua Furlan- Ad esempio, la storia di Andrea, un ristoratore truffato dal socio che ritrovatosi senza più niente è finito in strada, in zona Milano Lambrate, per ben due anni. Adesso non è più senza un tetto, l’abbiamo aiutato a trovare un lavoro e una casa. E’ un tipo di sostegno, questo, che deve accadere nel più breve tempo possibile. Abituarsi all’idea di non aver un futuro fa cadere nel baratro e diventa complicato tirarli fuori da quella condizione».

Le zone di Milano dove si interviene

«A Milano si interviene un po’ in tutte le zone -precisa Mario Furlan- Diciamo che i senzatetto sono prevalentemente nella zona centrale della città. In centro si trovano quelli che vogliono farsi vedere e quindi farsi aiutare e sono tendenzialmente più tranquilli. Altra cosa è intorno alle stazioni, come la Centrale a Milano, dove stazionano di norma quelli più violenti e dove spesso dobbiamo intervenire sul piano della sicurezza alla persona».

È cambiata la percezione della sicurezza

«Considero Milano una città complessivamente abbastanza sicura, paragonata ad altre città delle sue dimensioni, non ci sono grosse organizzazioni criminali, però, c’è un aumento dei reati predatori della piccola criminalità -precisa Furlan- Borseggi, scippi e aggressioni sono tre fenomeni in aumento come quello delle baby gang. Il branco spesso è composto da giovanissimi, anche minori, spesso Nordafricani di seconda generazione. Arrivano anche in gruppi di 20 ragazzi, accerchiano, picchiano e derubano la vittima e spesso sono anche armati di coltello. Un ultimo fattore in forte aumento è il disagio psichico, persone malate e abbandonate a se stesse che reagiscono aggressivamente».

Riflessione

Il Bello che c’è per Mario Furlan è sentirsi felice e appagato aiutando gli altri. Per me, invece, ogni volta che lo incontro, è ritrovare nel suo sguardo la fiamma accesa. Il coraggio, la determinazione e la passione che non ha limiti. I City Angels di Mario sono la dimostrazione che davanti al disagio vince la forza di una mano tesa. Incontrarlo vuol dire avere la fortuna di imbattersi in un uomo a cui puoi davvero chiedere l’impossibile.

Grazie Mario!

moiraperruso
moiraperruso
Giornalista professionista da oltre 30 anni. Nasco come fotoreporter di cronaca. Un lavoro che mi ha permesso di mettere in fila, su una linea orizzontale immaginifica, occhio, testa e cuore, nel preciso momento dello scatto. Ho potuto vedere luoghi e avere dentro il mirino della mia Nikon volti e storie che mai potrò dimenticare. Solo più tardi all'immagine si è affiancata la scrittura. E' arrivata una notte, dopo il crollo di una palazzina a Milano. Il mancato arrivo del giornalista di una testata importante, che accompagnavo con le mie foto, mi ha reso improvvisamente protagonista. "Moira oltre la foto fai anche l'articolo?" Mi chiese il caporedattore di turno. "Ma cosa faccio? Non ho mai scritto?" E lui mi disse una cosa che illuminò la notte buia: "Scrivi quello che vedi". E così fu. Il mio battesimo arrivò davanti ad una palazzina crollata che si era portata via, sogni, progetti e pezzi di vita di numerose famiglie. Da quel giorno scrivo, racconto e rappresento la verità. Il mio motto è il primo dei dieci comandamenti della stampa di Piero Ottone: " Scrivi sempre la verità, tutta la verità, solo la verità"
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