Da buona infermiera e Editore amo consultare i social media, ma anche interagire con colleghi e altri professionisti sanitari. Soprattutto in questo ultimo periodo, mi balza all’occhio un dato numerico che mi fa riflettere molto. Quando parlo nei miei social di sbocchi professionali, carriera, e tutto ciò che c’è di buono nelle professioni sanitarie in particolare quella infermieristica, è come se non ci fosse più entusiasmo e voglia di interagire, come dire “tutte fandonie”. Questo si traduce in basse visualizzazioni e pochi like.
L’attenzione su medici e infermieri in burnout
Quando ieri ho postato in via del tutto sperimentale un’immagine che ritrae un infermiere stanco e demotivato, accompagnato da una frase come “il 50 % di medici e infermieri sono in burnout”, nel giro di pochissimo tempo sono arrivate più di 2500 visualizzazioni, e diversi like. Eppure, una frase breve e non approfondita perché ha determinato questi numeri? Varrebbe la pena chiederselo.
Una generazione segnata dalle false promesse
Mi domando: «è utile trattare argomenti che sembrano solo promesse, proposte, progetti, se poi cadono nel vuoto? Illudere una generazione, o diverse generazioni con parole che non avranno un seguito? Perché fa notizia e visualizzazioni la notizia negativa, l’angoscia mostrata e la frustrazione, il sanitario picchiato? Oppure la vera notizia è la dura verità che stiamo vivendo?». Il mio timore è che il personale si senta talmente alienato da non avere più desiderio di far sentire la propria voce. Le interazioni sui social possono rappresentare dunque lo specchio dello stato d’animo di infermieri e medici.
Feedback negativi sui social media se si parla di futuro della professione
Parlare di lauree specialistiche quando non abbiamo personale da specializzare, nella mia esperienza social ha prodotto feedback negati, come mi aspettavo, esempio di commenti : “facciamo voli pindarici quando nessuno risponde alle nostre richieste ed esigenze più che legittime. Non vi è alcuna intenzione di pagare di più gli infermieri e di creare condizioni favorevoli per far sì che i giovani scelgano questa professione”. Queste informazioni oggi riusciamo ad ottenerle da ciò che un tempo erano le manifestazioni, le lettere, oggi sono i social, qualcosa di più veloce e immediato per testare lo stato d’animo e le tendenze.
La percezione della professione cambia con l’età sui social media
Le nuove generazioni sono differenti nel modo di vivere e di esercitare la professione medica ed infermieristica, incluso la comunicazione. Esiste un gap piuttosto marcato tra la prima generazione (Baby boomers), composta peraltro quasi esclusivamente da uomini, e le seconde due (Gen X e Millennials), altamente femminilizzate. Queste ultime, infine, sembrano differenziarsi a loro volta dalla Generazione Z, i nativi digitali, ancora più flessibili e mobili rispetto ai colleghi.
Il ruolo dei social media per veicolare il pensiero dei sanitari
Reputo che i canali social per coloro che siano interessati davvero ad aiutare e supportare i sanitari, possono diventare uno strumento utile e moderno per ascoltare la voce di chi ogni giorno lavora accanto al paziente e si occupa di sanità. Leggere i commenti, e confrontarsi su determinate tematiche favorisce la creazione di idee, e perché no, anche un canale per far sentire meno soli professionisti che oggi vivono un’angoscia mai registrata nella storia.