lunedì, Gennaio 13, 2025
HomeLavoro e professioniI social media specchio dell’animo (frustrato) dei sanitari

I social media specchio dell’animo (frustrato) dei sanitari

Generazioni di sanitari afflitti da burnout, stanchi e sfiduciati, a volte vittime di violenza che scelgono il silenzio. Non fanno rumore e non chiedono aiuto. Perché? L’analisi di Gabriella Scrimieri, infermiera e editore

Da buona infermiera e Editore amo consultare i social media, ma anche interagire con colleghi e altri professionisti sanitari. Soprattutto in questo ultimo periodo, mi balza all’occhio un dato numerico che mi fa riflettere molto. Quando parlo nei miei social di sbocchi professionali, carriera, e tutto ciò che c’è di buono nelle professioni sanitarie in particolare quella infermieristica, è come se non ci fosse più entusiasmo e voglia di interagire, come dire “tutte fandonie”. Questo si traduce in basse visualizzazioni e pochi like.

L’attenzione su medici e infermieri in burnout

Quando ieri ho postato in via del tutto sperimentale un’immagine che ritrae un infermiere stanco e demotivato, accompagnato da una frase come “il 50 % di medici e infermieri sono in burnout”, nel giro di pochissimo tempo sono arrivate più di 2500 visualizzazioni, e diversi like. Eppure, una frase breve e non approfondita perché ha determinato questi numeri? Varrebbe la pena chiederselo.

Una generazione segnata dalle false promesse

Mi domando: «è utile trattare argomenti che sembrano solo promesse, proposte, progetti, se poi  cadono nel vuoto? Illudere una generazione, o diverse generazioni con parole che non avranno un seguito? Perché fa notizia e visualizzazioni la notizia negativa, l’angoscia mostrata e la frustrazione, il sanitario picchiato? Oppure la vera notizia è la dura verità che stiamo vivendo?». Il mio timore è che il personale si senta talmente alienato da non avere più desiderio di far sentire la propria voce. Le interazioni sui social possono rappresentare dunque lo specchio dello stato d’animo di infermieri e medici.

Feedback negativi sui social media se si parla di futuro della professione

Parlare di lauree specialistiche quando non abbiamo personale da specializzare, nella mia esperienza social ha prodotto  feedback negati, come mi aspettavo, esempio di commenti : “facciamo voli pindarici quando nessuno risponde alle nostre richieste ed esigenze più che legittime. Non vi è alcuna intenzione di pagare di più gli infermieri e di creare condizioni favorevoli per far sì che i giovani scelgano questa professione”. Queste informazioni oggi riusciamo ad ottenerle da ciò che un tempo erano le manifestazioni, le lettere, oggi sono i social, qualcosa di più veloce e immediato per testare lo stato d’animo e le tendenze.

La percezione della professione cambia con l’età sui social media

Le nuove generazioni sono differenti nel modo di vivere e di esercitare la professione medica ed infermieristica, incluso la comunicazione. Esiste un gap piuttosto marcato tra la prima generazione (Baby boomers), composta peraltro quasi esclusivamente da uomini, e le seconde due (Gen X e Millennials), altamente femminilizzate. Queste ultime, infine, sembrano differenziarsi a loro volta dalla Generazione Z, i nativi digitali, ancora più flessibili e mobili rispetto ai colleghi.

Il ruolo dei social media per veicolare il pensiero dei sanitari

Reputo che i canali social per coloro che siano interessati davvero ad aiutare e supportare i sanitari, possono diventare uno strumento utile e moderno per ascoltare la voce di chi ogni giorno lavora accanto al paziente e si occupa di sanità. Leggere i commenti, e confrontarsi su determinate tematiche favorisce la creazione di idee, e perché no, anche un canale per far sentire meno soli  professionisti che oggi vivono un’angoscia mai registrata nella storia.

 

 

Gabriella Scrimieri
Gabriella Scrimieri
Direttore Editoriale del Giornale Online Quotidiano della Salute.Una passione nata per caso, affrontando, vivendo e osservando realtà che valeva la pena raccontare. Attraversando corridoi di ospedali da nord a sud del paese, case popolari, quartieri di lusso, interfacciandomi con diverse etnie e con le loro storie di vita, nasce l’ispirazione e il confronto. La sanità italiana e il grande cambiamento in atto. Il sociale che incontra i bisogni di salute dei cittadini, il disagio socio-economico, le cure mancate. Le patologie rare che vogliono farsi conoscere. I familiari o caregiver di persone spesso lasciate sole con la propria malattia. Le istituzioni con le novità legislative, le associazioni leva portante e aiuto costante dei cittadini. A tal proposito ho scritto un libro autobiografico “Sono solo Un’infermiera”, in cui attraverso la mia esperienza di vita e professionale racconto il valore della professione infermieristica e le fatiche a emergere come “professionisti dell’assistenza in Italia”.Editrice, Scrittrice, Infermiera e Manager Sanitaria.Amante della storia e della politica italiana e internazionale. Da più di 23 anni mi occupo di Management sanitario a diversi livelli. Ho conseguito la Laurea Specialistica in Scienze Infermieristiche. Successivamente un Master universitario di II livello in “Health Service Management” presso l’Università degli studi di Siena. Oggi studio Scienze Politiche, con l’obiettivo di approfondire tematiche di mio interesse personale, ma anche “per puro amore della cultura”.Il mio motto: “Non lasciare il mondo come lo hai trovato!”
ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Advertisment -

Più popolare

Commenti recenti