Questa mattina, alle 7:35, il cuore di Papa Francesco ha cessato di battere. In un primo momento si era parlato di un’ennesima crisi respiratoria, invece a causare il decesso del Pontefice, come confermato dalle fonti ufficiali del Vaticano, è stato un improvviso malore dovuto ad un ictus con conseguente collasso cardiocircolatorio. A cedere quindi alla fine è stato il cuore, fortemente provato dai gravi problemi di salute. Da oltre un anno, infatti, il Pontefice combatteva contro bronchiti e polmoniti che avevano compromesso gravemente la sua salute, facendo temere il peggio in più di un’occasione. Nonostante le difficoltà, Papa Francesco, però, ha sempre cercato di rimanere vicino ai suoi fedeli, fino all’ultimo, incarnando pienamente il suo messaggio di misericordia, speranza e servizio. Un gesto che anche ieri in occasione della Santa Pasqua aveva rispettato, anche se visibilmente affaticato. Ha pronunciato solo poche parole, lasciando la lettura del messaggio pasquale a monsignor Diego Ravelli, ma nessun segnale faceva presagire un peggioramento così repentino. Invece questa mattina alle 5 i primi segnali di una crisi respiratoria. Il Papa ha chiesto aiuto perché faticava a respirare. Alle 7 ha avuto poi un improvviso malore. Immediatamente è stato soccorso dai medici del Vaticano, ma ogni tentativo di aiutarlo è stato vano. Il malore si è rivelato troppo forte e non gli ha lasciato scampo.
Infezione respiratoria acuta e polmonite bilaterale
L’infezione polimicrobica bilaterale respiratoria acuta che ha colpito Papa Francesco non deve sorprendere, considerando la circolazione di diversi virus respiratori in questo periodo. Le persone anziane e fragili sono particolarmente vulnerabili a queste infezioni a causa del loro sistema immunitario debole. La polmonite bilaterale, di cui soffriva il Papa, è una patologia molto diffusa e da non sottovalutare. Questa condizione interessa entrambi i polmoni, compromettendo gravemente la capacità respiratoria.
Cos’è l’infezione polimicrobica bilaterale fatale a Papa Francesco
La morte di Papa Francesco rappresenta una grande perdita per la comunità cattolica e per il mondo intero. La sua lotta contro le infezioni respiratorie evidenzia l’importanza di una diagnosi precoce e di cure tempestive per le persone anziane e fragili.
Sintomi e diagnosi
I sintomi delle infezioni polimicrobiche possono variare, ma tra i più comuni ci sono febbre, tosse, dispnea, dolore al torace, astenia e debolezza. La diagnosi richiede esami specifici per individuare gli agenti patogeni coinvolti, come radiografie e TAC ai polmoni per verificare la presenza di lesioni.
Come si curano le infezioni polimicrobiche
Le cure variano in base ai microbi coinvolti e alla gravità della malattia. Solitamente si prescrivono antibiotici, cui segue una terapia ad hoc. Nei casi più gravi, può essere necessario un supporto ventilatorio o il drenaggio delle secrezioni. I casi di infezione polimicrobica delle vie respiratorie, come quella che ha colpito Papa Francesco, non devono sorprendere in questo periodo, visto che circolano diversi virus respiratori. Isolare il germe che causa tale malattia non è semplice, ma importante per esaminare la risposta agli antibiotici con un antibiogramma, così da optare per la terapia migliore.
Le infezioni respiratorie in calo dopo il picco di febbraio 2025
Le infezioni respiratorie continuano a rappresentare una sfida significativa per la salute pubblica, specialmente tra le persone anziane e fragili. Secondo i dati più recenti, la polmonite bilaterale è una patologia molto diffusa e da non sottovalutare. La mortalità legata alle infezioni polimicrobiche delle vie respiratorie può variare dal 20 al 50 per cento, a seconda dell’età, delle comorbidità e della tempestività delle cure. Secondo i dati del CDC aggiornati al 18 aprile 2025, l’attività delle infezioni respiratorie acute che causano la ricerca di assistenza sanitaria rimane a un livello basso. L’attività dell’influenza stagionale continua a diminuire, mentre l’attività di COVID-19 e RSV sta diminuendo a livello nazionale. Il CDC ha determinato che la domanda ospedaliera più alta per COVID-19, influenza e virus respiratorio sinciziale fino ad oggi per la stagione 2024-2025 si è verificata a febbraio 2025, ed è stata inferiore al picco della domanda della stagione precedente.