martedì, Maggio 13, 2025
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Gotta, la malattia dei re è ancora attuale

La gotta è una malattia reumatologica ancora molto diffusa e attuale sebbene nella cultura popolare sia tuttora associata a qualcosa di superato. Documentata già nell’Antico Egitto nel 2640 a.C. e studiata nei secoli da Ippocrate fino ai giorni nostri ha colpito figure di grande rilievo storico e intellettuale, tra cui Alessandro Magno, Cesare Augusto, Enrico VIII, Newton e Darwin.

La gotta è tra le malattie reumatologiche che impegnano La Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia (FIRA), nella ricerca e nella divulgazione scientifica per migliorare la conoscenza e il trattamento. Oggi, la malattia, non è più un problema riservato alle classi abbienti, bensì una patologia in crescita a livello globale, soprattutto a causa del dilagare dell’obesità e di stili di vita poco salutari.

Una malattia democraticizzata

Prof. Montecucco

«La storia della gotta è lunga, affascinante e per molti aspetti misteriosa -afferma il prof. Carlomaurizio Montecucco, Presidente di FIRA (Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia) e ordinario di Reumatologia dell’Università di Pavia al Policlinico San Matteo– Se un tempo colpiva principalmente nobili e ricchi, per le loro abitudini alimentari particolarmente ricche di carne oggi questa malattia si è ‘democraticizzata’ e rappresenta una delle forme più comuni di artrite infiammatoria negli adulti che andrebbe diagnosticata in tempo e gestita con maggiore attenzione».

Si aggrava con stili di vita sbagliati

La gotta è causata dall’accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni, provocando episodi di infiammazione acuta caratterizzati da dolore intenso, gonfiore e arrossamento, spesso localizzati nell’alluce o nelle ginocchia. La malattia ha una base genetica e può essere aggravata da fattori dietetici e dall’uso di alcuni farmaci, come i diuretici.

Evoluzione a condizione cronica

L’evoluzione della gotta può portare a episodi sempre più frequenti fino a una condizione cronica, con il rischio di danni articolari irreversibili e la formazione di tofi (depositi di cristalli di urato monosodico nel tessuto sottocutaneo e negli organi). Inoltre, l’iperuricemia, ossia livelli elevati di acido urico nel sangue, è associata a patologie come ipertensione, diabete, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari.

Ridurre l’acido urico

«La gotta è l’artrite più acuta che è dato conoscere e la più comune tra gli adulti, soprattutto nei maschi sopra i 40 anni. La sua incidenza è in aumento anche in Italia, come nel resto del mondo -sottolinea il prof. Montecucco- Fortunatamente, oggi disponiamo di farmaci efficaci sia per il controllo degli attacchi acuti che per la riduzione dei livelli di acido urico, permettendo un trattamento mirato e a lungo termine».

Terapie personalizzate

Il trattamento della gotta si basa sull’uso di antinfiammatori e colchicina per gli episodi acuti, mentre per la gestione cronica vengono impiegati farmaci ipouricemizzanti. Tuttavia, è fondamentale un approccio terapeutico personalizzato, poiché l’abbassamento dei livelli di uricemia può inizialmente aumentare la frequenza degli attacchi.

Sì ad una alimentazione povera di carne rossa

Accanto alla terapia farmacologica, è essenziale adottare uno stile di vita sano, con un’alimentazione bilanciata povera di purine (contenute in carne rossa, insaccati, alcolici, birra e bevande zuccherate), mantenere un peso adeguato ed evitare il consumo eccessivo di alcol.

Diagnosi tempestiva e gestione ottimale della malattia

«La gotta non è solo una malattia dolorosa, ma può avere gravi conseguenze sulla qualità di vita e sulla salute generale. È fondamentale sensibilizzare la popolazione e promuovere diagnosi tempestive per una gestione ottimale della malattia» conclude il prof. Montecucco.

FIRA ETS

La Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia, FIRA, è un ente senza scopo di lucro (ETS Ente del Terzo Settore), costituita nel 2006 su impulso della Società Italiana di Reumatologia (SIR). FIRA nasce con l’obiettivo di sostenere la ricerca scientifica sperimentale indipendente per la diagnosi e la cura delle malattie reumatologiche. FIRA promuove progetti di ricerca di laboratorio presso il nuovo Centro Ricerche FIRA aperto presso la Fondazione Pisana per la Scienza e finanzia progetti di ricerca svolti in collaborazione da più centri italiani o da singoli ricercatori con premi di ricerca e contratti di ricerca, e si impegna per favorire e incrementare l’istruzione e l’attività di coloro che desiderano dedicarsi, o già si dedicano, ad attività di ricerca scientifica e clinica riguardo le scienze reumatologiche, promuovendo corsi di formazione e master universitari.

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