
Il gioco è una delle attività più utili per la crescita di una persona che, nel diventare grande, riceve tanti stimoli. Dalla formazione scolastica, come dalle attività ludiche e nei casi di traumi collettivi o disagi socio-familiari, tornare a giocare è un ottimo segnale di ritorno alla normalità, almeno in alcuni sprazzi.
Il gioco d’azzardo
Altro discorso va purtroppo fatto per il gioco d’azzardo che invece rappresenta un fenomeno psicopatologico di rilevante impatto sociale sempre più crescente in Italia. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), circa il 36% della popolazione adulta ha giocato almeno una volta nell’ultimo anno, mentre si stima che il 3% sviluppi una forma di gioco problematico. L’incidenza tra i giovani è preoccupante: il 50% degli adolescenti tra i 14 e i 17 anni ha sperimentato almeno una forma di gioco d’azzardo, con circa il 7% a rischio di dipendenza.
L’avvento del gioco on line e in tv ha peggiorato lo scenario
Lo scenario ha avuto un peggioramento negli anni soprattutto grazie all’elevata disponibilità del gioco on-line o promosso da trasmissioni televisive, che rendono l’azzardo più accessibile in qualunque luogo e momento della giornata, oltre che anonimo, mantenendosi dietro a uno schermo. Le scommesse sportive, il poker on-line, i casinò virtuali e i gratta e vinci televisivi attraggono fasce sempre più giovani e vulnerabili, alimentando il rischio di comportamenti compulsivi, alla ricerca di una illusoria vincita che possa cambiare la propria vita in via definitiva (elemento di per sé non impossibile, ma di una tale improbabilità da risultare alla fine ingannevole, soprattutto per chi vorrebbe basare scelte di vita importante sulla sola “sorte”, per definizione non prevedibile e non affidabile).
I fattori di rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo
Esistono dei fattori di rischio che possono favorire il passaggio dalla semplice prova di un gioco a una vera e propria dipendenza dal gioco d’azzardo: vulnerabilità psicologica individuale (es. tendenza alla depressione, temperamento e atteggiamento impulsivo), isolamento sociale, condizioni economiche precarie, esposizione precoce al gioco e facile accessibilità dello stesso, soprattutto digitale.
I fattori protettivi
Fortunatamente esistono anche fattori protettivi, tra cui è importante sottolineare: il supporto familiare (che non è “soffocamento” ma ascolto delle esigenze del familiare), l’educazione finanziaria per gestire bene la propria economia domestica (la cosiddetta gestione del “buon padre di famiglia”), la regolamentazione efficace nell’uso dei soldi (con vincoli, tetti, responsabilità da rispettare), programmi scolastici di prevenzione (è importante parlarne con testimonial e casi di successo nell’essere usciti dal fenomeno grazie al fatto di averne parlato a scuola, in famiglia, con lo psicologo, ecc.), la disponibilità di accedere a servizi psicologici di immediato supporto. Azioni di prevenzione, volte a far prendere consapevolezza della portata pericolosa del fenomeno e nel far promuovere comportamenti responsabili, può fare molto. In particolare, impedendo forme di pubblicità diretta e indiretta delle imprese che stanno dietro al fenomeno, pubblicità oggi purtroppo ancora presenti in Italia in ambiti, come quello sportivo, che andrebbero più preservati.
Il messaggio di Dostoevskij nel capolavoro “il giocatore”
Fëdor Dostoevskij, autore del capolavoro “Il giocatore” (1866), ha esplorato a fondo il tema del gioco d’azzardo sia nella narrativa che nella sua esperienza personale, essendo egli stesso un giocatore compulsivo. Memorabile un suo aforisma: “Il giocatore non gioca per denaro, ma per l’ebbrezza del rischio, per la speranza.”, che ci fa capire come una forte scarica emotiva porta spesso il giocatore a perdere la sua lucidità. A tal proposito bisognerebbe favorire giochi con un sano agonismo, ad esempio di squadra oltre che individuale, capaci di assicurare un certo coinvolgimento emotivo ma lasciando completamente fuori l’uso di soldi, elemento che “sporca” la purezza del gioco.
A cura di di Gianluca Castelnuovo – Professore Ordinario di Psicologia Clinica, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica – Università Cattolica di Milano; Responsabile del Servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia – IRCCS Istituto Auxologico Italiano