mercoledì, Luglio 9, 2025
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Genitori, il 79% preoccupato per il futuro dei figli

La ricerca “Parents” realizzata da Eumetra, l’istituto indipendente di ricerca sociale e di marketing fondato nel 2015, dedicata ai temi della genitorialità, mette a confronto lo scenario italiano con quello del Regno Unito e della Germania, indagando il vissuto, le preoccupazioni e le difficoltà quotidiane di chi cresce figli nei tre paesi oggetto dello studio.

Essere genitori oggi è un’esperienza complessa e sfaccettata, che assume contorni diversi in Italia, Germania e Regno Unito, rispecchiando le peculiarità culturali e i diversi modelli di welfare di ciascun Paese. Lo conferma la nuova ricerca “Parents”, condotta da Eumetra.

Genitorialità faticosa e impegnativa

«La fotografia che abbiamo realizzato -afferma Matteo Lucchi, amministratore delegato di Eumetra– è quella di una genitorialità vissuta con profondo impegno ma anche con crescente fatica, soprattutto in Italia. I genitori italiani, e in particolare le madri, affrontano un contesto economico difficile, scarsa fiducia nel sistema e un forte senso di solitudine nel proprio ruolo educativo. Un quadro che la ricerca ci aiuta a leggere e comprendere e che richiede interventi strutturali, politiche di sostegno efficaci e un cambio culturale nel riconoscimento del valore della genitorialità nella società contemporanea»

Italia: genitori (e soprattutto mamme) in trincea

Con il 79% dei genitori italiani preoccupati per il futuro, contro il 64% del Regno Unito e il 62% della Germania, l’Italia si colloca al primo posto tra i tre paesi, per ansia genitoriale. Un dato che si aggrava ulteriormente se si guarda alle madri: ben l’81% si dichiara preoccupata (vs 75% dei padri italiani), sintomo di un carico mentale e gestionale ancora fortemente sbilanciato. Le principali paure dei genitori italiani riguardano fenomeni di disagio sociale: la violenza (48%) e la criminalità giovanile (45%) superano anche le difficoltà lavorative (35%). Un quadro profondamente diverso rispetto agli altri Paesi europei, dove si affacciano altri timori, come quelli legati al sistema sanitario (UK) o alla sicurezza globale (Germania).

Figli, impatto economico negativo per 2 famiglie su 3

La nascita di un figlio, lungi dal coincidere con una fase di benessere, segna spesso un punto di svolta negativo per la stabilità economica. In Italia, il 67% dei genitori dichiara un peggioramento della situazione economica post-nascita, in linea con quanto registrato in UK (66%) e Germania (64%). Ma mentre in questi ultimi Paesi il 12% afferma un miglioramento, in Italia solo il 5% può dire lo stesso. Inoltre, le entrate familiari sono in calo per il 24% delle famiglie italiane, con un incremento registrato solo dal 15% (contro il 27% di UK e il 34% della Germania).

Equilibrio difficile e fiducia minata

Se da un lato emozioni come amore, responsabilità e gioia accomunano tutti i genitori europei, dall’altro emergono segnali di disagio sempre più evidenti. In particolare, le emozioni più critiche, come stanchezza e ansia, sono percepite con intensità diverse nei vari paesi: la stanchezza è particolarmente sentita in Italia (18%) e Germania (13%), mentre in UK (18%) e Italia (16%) prevale l’ansia. Inoltre, solo il 47% dei genitori italiani si considera un “bravo genitore”, contro il 64% degli inglesi e il 58% dei tedeschi. Questo deficit di autostima genitoriale, presente soprattutto in Italia, racconta un malessere profondo, alimentato dalla mancanza di sostegni concreti e di una rete capace di riconoscere e valorizzare il ruolo genitoriale.

Genitorialità e lavoro: mamme penalizzate

La ricerca evidenzia una persistente disuguaglianza di genere nel lavoro, con le madri particolarmente svantaggiate. In Italia, i tassi di disoccupazione femminile restano più alti della media europea, a differenza di Germania e Regno Unito, che rappresentano esempi virtuosi. Il lavoro part-time è più diffuso tra le madri che tra i padri in tutti e tre i paesi, con un’incidenza crescente all’aumentare dell’età dei figli, soprattutto in Italia e Germania, meno nel Regno Unito.

In Italia lavoro e famiglia inconciliabile

Le madri italiane attribuiscono al lavoro un forte valore identitario: l’87% lo considera essenziale per la propria realizzazione e l’89% lo considera cruciale per sentirsi parte attiva della società (con un’intensità anche maggiore rispetto ai papà). Tuttavia, conciliare lavoro e genitorialità resta difficile, specialmente in Italia (dove il 39% delle madri dichiara di aver bisogno di supporto esterno come i nonni), seguita da UK (34%) e Germania (29%).

Empowerment femminile

In Italia emerge inoltre l’importanza di un maggiore supporto aziendale per facilitare il rientro al lavoro delle madri, mentre in Germania e UK si tratta più di una questione di organizzazione personale. Questo nonostante in tempi recenti il ruolo delle madri lavoratrici sia stato al centro di numerose iniziative legate alla genitorialità e all’empowerment femminile promosse sia nel settore pubblico, sia in quello privato.

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