domenica, Febbraio 9, 2025
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Fondi Next Generation EU: Italia prima, ma la Sanità soffre. Qualcosa non torna

Grazie ai Fondi Europei l'Italia ha aumentato le risorse per la salute, ma il SSN è in grave crisi. Qualcosa non torna, proviamo a capire perché

E’ lodevole osservare dati e numeri che dovrebbero riempire di gioia il cuore e il portafogli. Ma se è vero che la matematica non è un’opinione, proviamo insieme a capire cosa accade nel nostro paese e in Europa quando parliamo di salute e sanità connessa ai numeri.

A cura di Gabriella Scrimieri (nella foto)

Fondi Next Generation EU all’Italia 204,5 miliardi

Tra i 27 Paesi Ue l’Italia ha ricevuto la fetta più grande dei fondi del Next Generation EU. (Uno strumento europeo volto a aiutare, attraverso investimenti, i paesi membri a seguito delle perdite dovute dalla crisi sanitaria). I fondi sono pari a 204,5 miliardi: A queste risorse l’Italia ha aggiunto altri 30,62 miliardi di fondi complementari derivanti dalla programmazione nazionale. Pertanto, il totale degli investimenti previsti dal PNRR italiano è di 235,12 miliardi. Il PNRR nella sesta area di intervento prevista nella Missione Salute si concentra su 3 fattori: Prossimità. Innovazione. Uguaglianza.

Per la Missione Salute 15,63 miliardi

Il PNRR ha destinato alla Missione Salute € 15,63 miliardi, pari all’8,16% dell’importo totale, per sostenere importanti riforme e investimenti a beneficio del Servizio sanitario nazionale, da realizzare entro il 2026. Ma complessivamente le risorse straordinarie per l’attuazione del PNRR e il rinnovamento della sanità pubblica italiana superano i 20 miliardi di euro. Tra queste, le risorse messe in campo dall’Italia con il Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, che destina alla salute ulteriori 2,89 miliardi di euro.

Perché la Missione Salute

  • Per adeguare il nostro SSN a un mutato contesto demografico ed epidemiologico
  • Per garantire uguaglianza nel soddisfacimento dei bisogni di salute, indipendentemente dal genere e dalle condizioni socioeconomiche
  • Per rendere la rete dell’assistenza primaria territoriale in grado di rispondere al fabbisogno di salute lasciato scoperto dalla razionalizzazione della rete ospedaliera
  • Per rendere capillare l’offerta di salute sul territorio, in termini di prevenzione e cura, eliminando le disparità geografiche, in particolare tra Nord e Sud
  • Per sfruttare appieno le opportunità di miglioramento dell’offerta di salute derivanti dall’impiego dell’innovazione tecnologica, dall’avanzamento della ricerca in campo medico e dalla valorizzazione del personale del SSN.

Le risorse per la Salute

Le risorse messe in campo per la Salute in Italia dal 2021 al 2026 sono:

  • 15,63 miliardi di euro dal Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF), uno dei due principali fondi che alimentano il programma Next Generation Europe e la principale risorsa della Missione Salute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
  • 2,89 miliardi di euro dal Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari al PNRR (PNC), istituito dal Governo italiano per integrare e potenziare i contenuti del PNRR, di questi 2,387 miliardi sono assegnati al Ministero della Salute
  • 1,71 miliardi di euro dal Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (Recovery Assistence for Cohesion and the Territories of Europe – REACT-EU), altra linea di finanziamento dell’Unione Europea nell’ambito del programma Next Generation Europe per sostenere la ripresa negli Stati membri dopo la pandemia da Covid-19
  • 625 milioni di euro in collaborazione con il Ministero per la coesione territoriale, sono i fondi dell’Unione Europea per il Programma Nazionale – Equità nella Salute, il primo finanziato attraverso il programma di coesione dell’UE destinato a potenziare la salute in sette Regioni del Mezzogiorno.

Queste risorse si aggiungono al finanziamento pubblico del Servizio Sanitario Nazionale che per il 2022 ammontava a 124 miliardi di euro e per il quale è prevista una crescita negli anni successivi.

Ma qualcosa sta andando storto

  • Dal 2020 al 2022 negli ospedali italiani sono stati tagliati 32.500 posti letto
  • In 10 anni sono stati chiusi 95 ospedali, pari al 9%
  • Secondo il database Ocse aggiornato nel 2022, dal 2019 al 2021, sono “fuggiti” all’estero più di 15 mila infermieri italiani, 6mila solo nel 2023. Da inizio 2024 già 350 infermieri sono espatriati 
  • 40 mila medici in soli 5 anni hanno lasciato l’Italia. Oltre 11.000 medici hanno lasciato le strutture pubbliche

Liste d’attesa: solo 6 regioni promosse

  • Liste d’attesa: secondo recenti dati GIMBE solo 6 regioni rispettano i tempi previsti per l’erogazione delle prestazioni. Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia, Umbria e Veneto 
  • LEA – Nel 2024, il finanziamento del Fondo sanitario nazionale è aumentato in termini assoluti rispetto al 2021, ma è diminuito rispetto al PIL ed eroso in modo molto consistente dalla maggiore inflazione. Inoltre, queste risorse sono state in larga parte utilizzate per aumenti contrattuali irrisori del personale, che non sono in grado di contenere l’esodo dei medici. Dodici Regioni su 21 non garantiscono la minima sufficienza dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè le cure considerate fondamentali. La maggioranza presenta infatti valori sotto la soglia in almeno una delle tre macroaree prese in esame: prevenzione, assistenza sul territorio e ospedale.
  • La spesa privata è in aumento, di conseguenza, la contribuzione alla spesa sanitaria da parte dei privati cittadini è in continua ed esponenziale crescita. Nel 2022 ha raggiunto la cifra di ben 41 miliardi e 500 milioni di euro, in netto incremento rispetto agli 8-12 miliardi degli anni precedenti. Un valore doppio rispetto a Francia e Germania ed equivale al 24% della spesa complessiva (171 miliardi e 867 milioni). Come evidenziato dalla Corte dei Conti, la grave crisi di sostenibilità del Servizio sanitario nazionale non garantisce più alla popolazione un’effettiva equità di accesso alle prestazioni sanitarie, con intuibili conseguenze sulla salute delle persone e pesante aumento della spesa privata.

Prevenzione: solo il 40% fa la mammografia e solo il 30% lo screening colorettale

  • Prevenzione – È scientificamente dimostrato che il 40% di patologie a grande incidenza, come i tumori e le malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, può essere evitato grazie agli stili di vita sani. Anche la prevenzione secondaria è fondamentale.
  • Le percentuali di cittadini che aderiscono agli screening oncologici sono pari a circa il 40% per la mammografia e per il Pap Test o l’Hpv test ed inferiori al 30% per lo screening colorettale. L’Unione Europea chiede a tutti i Paesi membri di raggiungere, entro il 2025, il livello del 90% di adesione per tutti e tre i programmi (Repubblica 18 aprile 2024).

Perché il sistema salute non regge?

Fatta questa disamina dei buoni e dei cattivi, sarebbe opportuno capire come mai a fronte di notevoli finanziamenti da parte dell’Europa all’Italia, la situazione in cui versano i cittadini, il personale sanitario e tutto il SSN è al tracollo.  IL problema non è la mancanza di finanziamenti che sono crescenti, ma l’assenza di un sistema di controlli  efficiente, tempestivo e puntuale della spesa. Quello della Corte dei Conti arriva sempre con estremo ritardo. Questo mancato controllo sulla destinazione dei finanziamenti negli anni ha visto ridurre sempre più il “diritto alla cura” come previsto dalla nostra Costituzione (art.32 della Costituzione).  Oggi trova cittadini stanchi che rinunciano alle cure, oppure quelli che si scagliano contro il capro espiatorio “infermieri e medici”. Gli stessi che lavorano il doppio per garantire il servizio, per coprire turni massacranti anche a causa di personale assente ed organici ridotti all’osso. Gli stessi professionisti mal pagati o sottopagati, malmenati, non valorizzati e a cui non viene riconosciuto alcun diritto ne valorizzazione.

I conti non tornano!

 

 

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