Chiedono un incontro al Ministro della Salute Orazio Schillaci e un piano straordinario di riforma del sistema delle cure e dell’emergenza. In assenza di risposte minacciano di abbandonare gli ospedali. Dopo l’ennesimo episodio di aggressione ai medici i sindacati alzano gli scudi. «Non siamo assassini e della solidarietà, dei tavoli di confronto e delle dichiarazioni di sostegno non ce ne facciamo più nulla. Consentire a ben 50 persone di fare irruzione in un reparto ospedaliero vuol dire che sono state violate le più elementari regole di controllo». Non ci stanno i leader dell’Anaao Assomed, Pierino Di Silverio e della Cimo-Fesmed, Guido Quici e chiedono un intervento immediato delle istituzioni.
Stop alle aggressioni a medici e personale sanitario
«Non vogliamo che questi episodi rientrino in una specie di “routine della violenza” – hanno aggiunto Di Silverio e Quici in una nota congiunta -. Non vogliamo che le aggressioni ai danni del personale sanitario si ripetano con monotona regolarità tale per cui si abituino tutti, dalla politica, alle istituzioni, all’opinione pubblica. Per non parlare dell’insensibilità delle Aziende, indifferenti al dovere di mettere in sicurezza i propri ospedali, oltre che il personale che vi opera».
Medici e infermieri scioperano per un’ora
L’’aggressione ai danni di medici e infermieri del Policlinico Riuniti di Foggia da parte dei famigliari di una giovane paziente morta in sala operatoria, ha riaperto dunque la delicata questione della sicurezza del personale sanitario. Lo spavento per essere stati colpiti con calci e pugni e costretti a barricarsi in una stanza fino all’arrivo delle forze dell’ordine, ha spinto tutto il personale sanitario degli ospedali, degli ambulatori di famiglia e dei servizi specializzati della provincia di Foggia ad indire uno sciopero di un’ora. «Ci costituiremo parte civile in caso di denunce, garantendo il massimo supporto legale e psicologico ai colleghi» assicurano Di Silverio e Quici.
FNOMCEO chiede di applicare l’arresto in flagranza differita per aggressione ai medici
Per porre un freno alle aggressioni in corsia una proposta arriva anche da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri. Il numero uno di FNOMCEO, suggerisce l’arresto in flagranza differita anche nei confronti di coloro che commettono atti di violenza contro il personale sanitario. L’istituto di flagranza differita si riferisce all’articolo 382 bis del codice di procedura penale secondo il quale si considera comunque in stato di flagranza l’individuo che, sulla base di video e fotografie, risulti essere l’autore degli atti di violenza, purché l’arresto avvenga entro le 48 ore.