lunedì, Gennaio 13, 2025
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Emergenza Urgenza oasi da salvare: troppi accessi (inutili) e aggressioni

La ricerca SIMEU rivela che: nel 2024 sono aumentati gli accessi in PS. Crescono le aggressioni agli operatori sanitari di emergenza urgenza. Solo il 36% denuncia

Sempre più spesso nei Pronto Soccorso medici e infermieri sono vittime di aggressioni e più in generale vivono una quotidiana condizione di stress che mette a rischio anche la loro salute. Per cercare di capire le ragioni, e soprattutto definire le azioni da intraprendere per migliorare la situazione, SIMEU (Società italiana di medicina di emergenza urgenza) ha recentemente sviluppato un progetto di condivisione di intenti coinvolgendo, per la prima volta, cittadini, pazienti e caregiver insieme al personale sanitario di emergenza urgenza per portare alle istituzioni idee e proposte.

La ricerca di SIMEU su emergenza urgenza

L’occasione è stato l’incontro che si è tenuto a Roma nei giorni scorsi tra i Direttori di Struttura provenienti da tutta Italia, dove sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta da SIMEU. All’indagine hanno risposto 80 centri che complessivamente nel 2023 hanno avuto 3.957.321 accessi, pari al 22% del totale riportato da AGENAS. «Il primo dato che emerge – ha fatto notare Salvatore Manca, past President SIMEU – è un incremento di accessi al 30 settembre 2024 pari al 2,2% rispetto al 2023 con una proiezione annua che arriva a 19 milioni di visite. Questo evidenzia la necessità dei cittadini di un accesso rapido; quindi, un peso sempre maggiore che grava sul sistema dell’emergenza urgenza».

Emergenza Urgenza: serve più personale

I principali problemi del Pronto Soccorso italiani emersi dall’indagine sono:

  • Carenza di personale, 29%
  • Accessi impropri 26%
  • Aggressioni, 19%

«Per i professionisti la necessità di rinforzare gli organici con lo scopo di garantire una migliore qualità di cura ed assistenza e di diminuire il carico di lavoro sui singoli operatori e, di conseguenza, anche lo stress psicofisico dei professionisti è il tema prioritario» ha evidenziato Beniamino Susi, Vicepresidente SIMEU. Per Antonio Voza, Segretario nazionale: «Lo stress correlato ad un’attività intensa è anche l’elemento più critico in assoluto che definisce la disaffezione dei medici al lavoro in Pronto Soccorso».

Pronto Soccorso stampella della medicina territoriale?

Dando uno sguardo ai dati raccolti emerge che per migliorare la situazione nei Pronto Soccorso è necessario:

  • Una maggiore attività di filtro da parte della medicina generale 28%
  • L’attivazione di ambulatori ad accesso diretto 25%
  • Più efficace e precoce presa in carico di pazienti dimissibili 24%
  • Diminuzione dei tempi di attesa per gli esami diagnostici 23%

Per i direttori dei PS è essenziale rafforzare gli organici (28%), diminuire gli accessi impropri (26%), indirizzare i pazienti a minor priorità altrove (24%) e gestire separatamente i codici minori (22%).

Pazienti arrabbiati

Per quanto riguarda i pazienti dall’analisi di SIMEU è emerso che  da un punto di vista gestionale il maggior impegno inteso come peso organizzativo, necessità di risorse, tempi di permanenza, carico assistenziale è rappresentato da:

1) Pazienti cronici multi-patologici, 27%                                                                    2) Pazienti a prevalente componente assistenziale, 26%                                           3) Pazienti oncologici, 25%                                                                                     4)pazienti psichiatrici 22%

È evidente che il Pronto Soccorso funziona dunque come tampone del sistema, costretto a reggere condizioni di cronicità e socio assistenzialità che non dovrebbero essere gestiti dalla medicina di emergenza urgenza se non perché insufficienti le strutture deputate a tale scopo. Chiamati in causa, i pazienti hanno  denunciato un accesso al PS almeno tre volte in un anno (72%), un’attesa superiore alle 8 ore (49%), mentre per il 41% non conosce il triage e il 61% non conosce i codici di accesso al PS. «Manca una educazione sanitaria – ha commentato Daniela Pierluigi direttrice del progetto Aver Cura e membro del consiglio Nazionale SIMU -. Il dato confortante è che più il rischio clinico e i codici sono alti, più i pazienti hanno comunicazioni chiare ed esaustive e la percezione di cure adeguate. Questo significa che la vera emergenza urgenza continua ad essere eccellente grazie a medici e infermieri.

Aggressioni a medici e infermieri in emergenza urgenza, solo il 36% denuncia

Un capitolo importante della ricerca è stato dedicato alle aggressioni di medici e infermieri. I sanitari interrogati hanno confermato alcuni trend negativi:   il 76% ha subito aggressioni verbali, il 64% ha ricevuto aggressioni fisiche. Nonostante il 96% sia a conoscenza del Decreto-legge del 14 Agosto 2020 che sancisce una pena alle aggressioni subite in PS, solo il 36%  ha il coraggio di denunciare alla direzione sanitaria o alle forze dell’ordine. Il 65% dei sanitari invece  prova impotenza e frustrazione. «I numeri rilevati restituiscono un quadro che conferma la percezione che viviamo quotidianamente nei PS – ha aggiunto la dott.ssa Pierluigi – sappiamo bene che si prova spavento quando si ha la sensazione di non essere o non poter essere curati, ma i medici e gli infermieri della medicina di emergenza urgenza sono troppo spesso considerati  i responsabili di vissuti negativi che, al contrario, sono subiti anche dagli stessi professionisti».

 

 

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