Cresce il consumo di droga tra i più giovani. 960 mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni hanno dichiarato di aver consumato una sostanza illegale almeno una volta nella vita. È quanto emerso dall’ultima relazione annuale sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia relativa al 2023. Un dossier che ha confermato una crescita di consumo di sostanze psicoattive fra i giovani. Una vera e propria emergenza che in Veneto stanno cercando di contrastare con nuove strutture, dedicate in particolare ai più giovani.
Cresce il consumo di droghe mentre diminuisce l’età dei consumatori
Il quadro emerso durante il convegno nazionale “In-dipendenza dimensione nazionale del fenomeno, la cura, la prevenzione” che si è svolto a Venezia la scorsa settimana e che ha visto il confronto tra istituzioni nazionali e locali, terzo settore e comunità di accoglienza è allarmante. Il consumo delle droghe è in crescita, mentre diminuisce l’età dei consumatori. La cannabis, se pur in lieve diminuzione, è la sostanza più consumata in Italia dai giovani. Si registra un lieve se pur preoccupante incremento di cocaina, stimolanti e allucinogeni. Ma soprattutto di sostanze psicoattive che sono passate dal 5,8 al 6,4 percento e che per gli operatori rappresentano la sfida più difficile da vincere anche per la crescente variabilità dei prodotti. Tra le più note ci sono; catinoni, cannabinoidi sintetici e benzodiazepine. Mentre si affaccia anche in Veneto l’emergenza Fentanyl.
Prima la droga era ribellione, oggi unione
«La differenza tra le vecchie e le nuove droghe sta proprio qui: prima era la ribellione a muovere i giovani, la volontà di escludersi da una società in cui non ci si riconosceva e che non si approvava. Ora la droga serve per inserirsi, per superare l’inibizione e favorire la socializzazione, la stessa che l’uso indiscriminato dei social network e dei telefoni in età sempre più precoce, ha inibito, o rallentato. Con un’altra seria differenza: le droghe di oggi danno un effetto molto più spiccato e pericoloso. O letale». Ne ha parlato a Jesolo, di fronte alla platea di pediatri raccolti dall’Associazione Culturale Pediatri (ACP), al 36° Congresso Nazionale “Il viaggio: 50 anni insieme”, Giorgio Ricci, direttore del Centro Antiveleni Aovr Verona, nel tentativo di alzare l’attenzione e il controllo sui giovanissimi.
Cos’è il Fentanyl la droga degli zombie
Il Fentanyl è un potente oppioide sintetico, 50 volte più potente dell’eroina, chiamato la droga degli zombie perché l’abuso può avere effetti letali. Negli Stati Uniti ha causato tra la fine degli anni ’90 ed oggi una strage silenziosa con oltre un milione di overdose letali. Utilizzato come farmaco per il trattamento di dolore cronico di tipo oncologico, il Fentanyl agisce sui recettori oppioidi. La stimolazione di questi da un lato riduce la trasmissione degli impulsi nervosi del dolore, dall’altro modula la risposta emozionale al dolore, inducendo uno stato di euforia. Tra gli effetti collaterali a breve termine ci sono nausea, vomito, stipsi e confusione mentale, ma può anche avere effetti indesiderati importanti, a volte letali.
Droga a basso costo
«Il Fentanyl è arrivato in Italia ed è pericolosissimo: nel 2023, 75mila persone sono morte negli USA per overdose da questa sostanza – ha spiegato Ricci -. Negli Stati Uniti si parla del problema come della peggiore emergenza sanitaria dal dopoguerra. In Europa gli ultimi dati disponibili – 2021 – parlano di 137 morti per overdose, tantissimo! Soprattutto nei paesi Baltici e in Germania per ora, ma anche in Italia circola, e numerosi sono stati i sequestri e i casi di morte, l’ultimo in Veneto, dove un ragazzo di 27 anni è morto un paio di mesi fa. Del resto, il Fentanyl costa poco e la gente è invogliata a provare. Oggi anche una mini-dose di eroina costa niente, 5 euro, la paghetta di un bambino».
A 12 anni il primo incontro con la droga
La novità più preoccupante è la velocità con quale le nuove sostanze vengono continuamente immesse nel mercato. «12 anni è l’età media in cui si verifica il primo contatto con le sostanze d’abuso. Dove? Tramite passaparola o davanti alle scuole – ha fatto notare Ricci –. Per non parlare del kit del suicidio, il cui scopo è candidamente esplicito nel nome. Vengono venduti su internet, sono sostanze a base di nitriti che causano arresto cardiaco. Arrivano dal Canada e si stanno diffondendo. Sono venduti liberamente. Già 5 i casi mortali in Italia, e uno, a Verona, lo abbiamo preso per i capelli», ha ricordato il direttore del Centro Antiveleni Aovr Verona all’evento organizzato dall’Associazione Culturale Pediatri. Una libera associazione che raccoglie 1400 pediatri allo scopo di promuovere la salute del bambino a 360°. Svolge formazione, ricerca, educazione sanitaria, protocolli diagnostici-terapeutici e valutazione della qualità delle cure.
Cosa sta facendo il Veneto per il contrasto delle droghe
Alle sostanze stupefacenti si aggiunge poi tra i giovani un uso smisurato di alcolici, in particolare nel fine settimana, e un’assuefazione da telefono cellulare. Un fenomeno preoccupante a cui Regione Veneto sta cercando di porre un freno. Come? Con un nuovo modello di aiuto ai giovani sperimentato a Venezia, Mestre e più recentemente a Padova dalla cooperativa Co.ge.S Don Milani. «Si tratta di spazi neutrali a cui le famiglie possono approcciarsi per chiedere consiglio – ha sottolineato a margine del convegno di Venezia l’assessore alla Sanità e servizi sociali di Regione Veneto, Manuela Lanzarin – . Questo andrà a sostenere la rete delle agenzie educative come scuola e società sportive, attraverso un approccio multidisciplinare mettendo insieme pubblico e privato, per contrastare una situazione di allerta sanitaria, oltre che sociale, sul tema delle dipendenze a 360°».
Spazi neutri
Il numero delle famiglie che si sono rivolte alla cooperativa è in crescita. Si tratta di nuclei familiari di giovanissimi anche 12 o 13 anni che alle dipendenze da sostanze affiancano disturbi comportamentali da smartphone e video giochi e di isolamento sociale. Tra gli elementi emergenti anche situazioni di forte stato di stress manifestato dagli adolescenti, incapaci di gestire anche l’ansia generata dalla scuola al punto da manifestare anche sintomi fisici che compromettono la frequenza scolastica. «In Veneto non esiste ancora una vera emergenza Fentanyl, ma abbiamo comunque voluto attivare un piano di prevenzione- ha aggiunto Lanzarin -. Nella nostra regione c’è una programmazione ben definita, che vede il coinvolgimento di molteplici strutture per la gestione non solo delle dipendenze croniche, ma anche di quelle emergenti, che hanno bisogno di un approccio diverso. Negli anni siamo passati dai Sert ai Serd, proprio per valorizzare l’ampliamento dell’ambito: non solo tossicodipendenze, ma dipendenze a tutto tondo. Oggi dobbiamo guardare il fenomeno con occhi nuovi promuovendo luoghi neutri per coinvolgere più facilmente le famiglie e i ragazzi».