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Dl Violenza: rispettare chi cura

DL Violenza approvato in CDM: “Misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari nell’esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria”. 

Dl Violenza, da oggi, 27 settembre 2024 (ndr), pene severe per rispettare chi cura. Tra le misure anche l’arresto “differito”. Per ribadire lo stop alla violenza sui professionisti della sanità o per chi danneggia beni destinati all’assistenza. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge. Punire per rispettare chi lavora per curare.

Il decreto legge è un forte deterrente

Il decreto, proposto dai ministri Schillaci e Nordio, modifica gli articoli del codice di procedura penale 380 (arresto obbligatorio in flagranza) e 382 bis (arresto in flagranza differita). Si estende l’arresto obbligatorio in flagranza anche agli atti di violenza che causano lesioni personali ai professionisti sanitari o che producono danni ai beni mobili e immobili destinati all’assistenza sanitaria, con la conseguente compromissione del servizio pubblico erogato dalle strutture. Si applica l’arresto obbligatorio in flagranza, anche “differito”, ossia nelle quarantotto ore successive alla condotta delittuosa inequivocabilmente provata da documentazione video fotografica.

Modificato anche l’articolo 365

La norma modifica anche l’articolo 365 del codice penale prevedendo una pena aggravata per chi danneggia beni mobili o immobili all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, compresi beni di medici e personale sanitario. Reclusione da uno a cinque anni e multa fino a 10.000 euro e la pena è aumentata se il fatto è commesso da più persone riunite. Il dl, inoltre, consente l’installazione di sistemi di videosorveglianza, opportunamente segnalati, all’interno delle strutture sanitarie previa adozione di apposite linee guida da parte del ministro della Salute, di concerto con quello dell’Interno.

I numeri in Italia delle violenze contro i sanitari

Sono stati 16mila gli episodi di aggressione al personale sanitario e sociosanitario nel 2023 e 18 mila le operatrici e gli operatori coinvolti. È quanto emerge dalla relazione, sul 2023, dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (ONSEPS). L’Osservatorio, previsto dalla legge 113/2020 e istituito a gennaio 2022, è costituito dal Ministero della Salute, Ministero dell’Interno, Ministero dell’Economia e Finanze e il Ministero del Lavoro, e coinvolge oltre 70 componenti tra sindacati, tra cui la FP CGIL, Ordini professionali regioni, INAIL, AGENAS e associazioni.

Infermieri i più colpiti, soprattutto le donne

La professione più colpita è quella degli infermieri, seguita dai medici e dagli operatori socio-sanitari. Due terzi delle persone aggredite sono donne. Gli ambienti più rischiosi risultano essere i Pronto Soccorso, le Aree di Degenza, i servizi psichiatrici e gli ambulatori. I principali aggressori sono i pazienti (69%) contro il 28% di parenti. Il 68% delle aggressioni è di tipo verbale, il 26% fisico e il 6% contro beni di proprietà.

Giornata nazionale per sensibilizzare

Per sensibilizzare la popolazione sulle violenze ai danni dei professionisti sanitari, il Ministero della salute ha indetto, nel gennaio 2022, una Giornata dedicata il 12 marzo di ogni anno denominata: Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.

Gli obiettivi della Giornata

  • Informare la popolazione generale dell’esistenza e della dimensione del fenomeno.
  • Sensibilizzare la popolazione sulla gravità che rivestono gli atti di violenza nei confronti del personale sanitario.
  • Promuovere un sentiment positivo nei confronti degli operatori sanitari che dovrebbero essere visti come professionisti quotidianamente impegnati a far funzionare al meglio un servizio fondamentale per la comunità e come tali da rispettare ancora più dell’ordinario.
  • Ricostruire il rapporto di fiducia con la popolazione, che valorizzi il lavoro dei professionisti della salute impegnati a far funzionare il sistema sanitario grazie alla loro dedizione e professionalità.

Ministro Nordio: violenze intollerabili

«E’ un provvedimento richiesto praticamente da tutto il mondo sanitario, che tende a proteggere l’esercizio della professione sanitaria da quelle forme di aggressione odiose alle quali abbiamo assistito in questi ultimi tempi, sia a sanitari che ai parasanitari, ma anche contro le forme di saccheggiamento di strutture pubbliche e private». Sono le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Secondo cui il provvedimento: «Avrà un forte effetto deterrente. I reati contro il personale sanitario non sono paragonabili alla violenza o alla minaccia verso gli altri pubblici ufficiali. Chi lavora con grande sacrificio nei laboratori, nei pronto soccorso o simili, si pone al servizio del cittadino nel momento più delicato dell’esistenza individuale, quello della cura della salute. Malmenati, aggrediti e offesi o che vengano devastati strumenti e ambienti essenziali per la cura e il monitoraggio delle malattie è assolutamente intollerabile».

Fp Cgil, misura insufficiente, lavorare sulla prevenzione

«Come Fp Cgil ribadiamo la necessità di un’organizzazione del lavoro che si orienti sul paziente piuttosto che sulla prestazione, la predisposizione di un registro dei mancati infortuni, la previsione di disciplinari di accreditamento per strutture pubbliche e private che prevedano un monitoraggio degli episodi di violenza e degli eventi sentinella e verifica delle azioni messe in campo dalle aziende. Il riconoscimento dell’infortunio in caso di assenza dal lavoro conseguente ad aggressione, favorire il supporto psicologico in caso si verifichino situazioni di forte stress per personale e pazienti, potenziare l’assistenza territoriale. Indennizzo specifico ed automatico al personale che subisce un’aggressione, congedo retribuito obbligatorio per il recupero psicofisico per il personale che subisce un’aggressione».
Nursind: Solo deterrenza non basta  
«Le misure che si stanno predisponendo e soprattutto la decisione di procedere con un decreto ‘ad hoc’ sono un segnale importante. E’ sempre più urgente intervenire per contrastare il gravissimo fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, di cui gli infermieri, essendo la prima interfaccia con i pazienti e i loro familiari, sono le principali vittime». Lo dichiara Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato infermieri Nursind. «C’è da dire anche, però, che la deterrenza da sola non basta. Come abbiamo ribadito nei giorni scorsi al tavolo al Ministero della Salute, infatti, i presidi di polizia, le telecamere e l’ulteriore inasprimento delle pene con l’arresto in flagranza anche differito sono strumenti importanti, ma rischiano di rivelarsi un palliativo. Intervenire sulle cause strutturali che generano gli episodi di violenza fisica e verbale. Assumiamo personale e valorizziamolo per impedirne la fuga, solo così si potranno coprire le esigenze del territorio. Alleggerire i pronto soccorso, ridurre davvero le liste d’attesa e, di conseguenza e soddisfare i crescenti bisogni di cura di una popolazione che invecchia come la nostra», conclude Bottega
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