Ad affermare il successo a tavola della dieta mediterranea è un’analisi della Coldiretti su dati Istat in occasione della festa di Campagna Amica al mercato del Circo Massimo a Roma per celebrare l’elezione della Dieta Mediterranea come la migliore al mondo secondo il nuovo best diets ranking elaborato dai media statunitense U.S. News & World’s Report’s.
Olio pasta e pomodoro al top!
Nel 2024 le esportazioni di olio extravergine d’oliva tricolore sono aumentate in valore del 56% arrivando a superare per la prima volta i due miliardi di euro – rileva Coldiretti – ma un incremento a doppia cifra si registra anche per il pesce (+12%). Vendite in crescita anche per la pasta, con un +5%, e del pomodoro trasformato come sughi e passate, in salita del 6%, così come il vino, mentre frutta, verdura e legumi si attestano su un +7%.
Riconosciuti effetti sulla longevità
Un successo che evidenzia – rileva la Coldiretti – la considerazione all’estero degli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute, tra cui la perdita e il controllo del peso, oltre a salute del cuore e del sistema nervoso, prevenzione del cancro e delle malattie croniche, controllo del diabete.
Nutriscore questo nemico
I vantaggi della Dieta Mediterranea, tuttavia, sono minacciati dai rischi legati ai nuovi sistemi di etichettatura, come il Nutriscore. Questo sistema, promosso dalle multinazionali, penalizza proprio i prodotti simbolo della dieta mediterranea, focalizzandosi su alcune sostanze nutritive come zucchero, grassi e sale, senza considerare le quantità effettive assunte. È emblematico il fatto che alcuni prodotti tipici del Made in Italy siano catalogati con un “E” rosso (il punteggio di gran lunga peggiore), mentre l’olio extravergine d’oliva, universalmente riconosciuto come un elisir di lunga vita, è passato da poco ad ottenere una “B” rispetto alla “C” con la quale era entrato.
Cibo spazzattura con bollino verde
Al contrario, bevande gassate e cibi ultra trasformati, spesso privi di ingredienti naturali e di ricetta conosciuta, ottengono il punteggio più alto con la lettera “A” e il bollino verde. Questo sistema fuorviante, sottolinea Coldiretti, dovrebbe essere definitivamente bloccato dalla nuova Commissione Europea, poiché, paradossalmente, finisce per escludere alimenti naturali e sani che fanno parte della tradizione alimentare da secoli, a favore di prodotti artificiali di cui, in alcuni casi, non si conosce nemmeno la composizione.
Arianna e la dieta mediterranea
Secondo l’indagine Arianna (Aderenza alla Dieta Mediterranea in Italia), condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, solo il 5% degli adulti aderisce pienamente a questo regime alimentare, mentre la maggior parte si attesta su un livello moderato. Questi dati, pubblicati di recente sulla rivista Frontiers in Nutrition, sono stati diffusi in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione il 16 ottobre 2024. Il progetto Arianna ha coinvolto 3.732 adulti volontari, di cui l’87,7% (3.273) donne, con il 71,3% di loro di età compresa tra i 17 e i 40 anni. La maggior parte degli intervistati, ovvero l’83,8%, ha mostrato un’aderenza moderata alla dieta mediterranea, l’11,3% una bassa aderenza e solo il 5% un’ottima aderenza.
Donne aderenti alla dieta
Le analisi condotte hanno messo in evidenza che le donne, le persone con meno di 40 anni, gli studenti o i disoccupati, così come coloro che seguono diete vegane o vegetariane, tendono a mostrare una maggiore aderenza a questo modello alimentare. Gli esperti suggeriscono che per le donne, la maggiore attenzione e le conoscenze più specifiche sull’alimentazione rispetto agli uomini possano spiegare questi risultati.
Il tempo pieno non agevola la dieta
Le evidenze relative ai vegetariani e vegani è legato al prevalente o esclusivo consumo di alimenti di origine vegetale, predominanti nel modello mediterraneo. Infine, emerge dalla ricerca che le persone che lavorano a tempo pieno o parziale tendono a seguire meno la dieta mediterranea, probabilmente a causa della limitata disponibilità di tempo per la preparazione dei pasti.
Una dieta e uno stile di vita
La dieta mediterranea è un modello alimentare che si basa su varietà e stagionalità, caratterizzato da un elevato apporto di frutta e verdura, cereali (preferibilmente integrali), legumi, olio d’oliva e frutta secca. Prevede un consumo moderato di pesce, carne bianca, uova, latte e derivati, e limita il consumo di carne rossa, carne processata e dolciumi. Tuttavia, il modello mediterraneo non si riduce a un semplice elenco di alimenti. È anche uno stile di vita che incoraggia abitudini di convivialità, frugalità e condivisione dei pasti, oltre a promuovere il rispetto per il territorio e la biodiversità, creando un legame stretto tra la produzione delle materie prime e le tradizioni culinarie.
Il diritto al cibo
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) ricorda che il diritto al cibo è un diritto umano fondamentale, riconosciuto a livello internazionale. Garantire un’adeguata assunzione energetica per la sopravvivenza non è sufficiente. Riconoscere questo diritto significa anche assicurare un’alimentazione equilibrata, composta da una varietà di alimenti accessibili e sicuri, capaci di fornire tutti i nutrienti necessari. Tuttavia, oggi nel mondo circa 2,8 miliardi di persone non hanno accesso a un’alimentazione che soddisfi i propri fabbisogni per condurre una vita in salute.