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Diagnosi del melanoma con intelligenza artificiale: l’eccellenza è a Brescia

All’ASST Spedali Civili di Brescia la diagnosi del melanoma si fa con l'intelligenza artificiale. Il sistema fornisce una scala di rischio e permette di monitorare eventuali cambiamenti nel tempo. A cura di Federica Bosco

Si trova all’ASST Spedali Civili di Brescia il centro all’avanguardia per la diagnosi del melanoma.  Un punto di riferimento non solo per la regione, ma anche per altre aree d’Italia, grazie alla sua capacità di analizzare immagini complesse e di integrare diverse tecnologie diagnostiche.

Prof. Piergiacomo Calzavara Pinton
Prof. Piergiacomo Calzavara Pinton, Direttore della Dermatologia ASST Spedali Civili di Brescia

Scansione 3D per la diagnosi del melanoma

«Il cuore di questo innovativo approccio diagnostico è un’apparecchiatura unica che esegue una scansione 3D a 360 gradi del paziente, creando un avatar dettagliato e analizzando tutte le regioni cutanee presenti – spiega il Professor Piergiacomo Calzavara Pinton, Direttore della Dermatologia ASST Spedali Civili di Brescia. Questo sistema non solo fornisce una scala di rischio per il melanoma, ma permette anche di monitorare eventuali cambiamenti nel tempo, generando una quantità significativa di dati da archiviare».

Integrazione di immagini e biopsie Virtuali

Il progetto prevede l’integrazione delle immagini provenienti da diverse fonti diagnostiche per lo stesso paziente, utilizzando tecnologie come il microscopio confocale in vivo e la tomografia ottica. «Questo approccio consente di ottenere deduzioni specifiche e scientifiche sulle lesioni da trattare, migliorando significativamente la precisione diagnostica», fa  notare il professor Calzavara Pinton.

Criteri di Accesso e Procedure per la diagnosi del melanoma

L’accesso a questa tecnologia avanzata è riservato a pazienti con specifici requisiti:

  • La presenza di più di 50 nei
  • una storia di melanoma
  • capelli rossi
  • pelle foto danneggiata
  • familiarità di primo grado con la malattia

L’esame dura circa 20 minuti e crea un avatar del paziente, permettendo un monitoraggio accurato delle lesioni sospette nel tempo.

Luigi Cajazzo, Direttore Generale ASST Spedali Civili di Brescia
Luigi Cajazzo, Direttore Generale ASST Spedali Civili di Brescia

Collaborazione e Rete di Ospedali per la diagnosi del melanoma

«Il centro di Brescia non opera da solo- sottolinea il Direttore Generale dell’ASST Spedali Civili, Luigi Cajazzo – A Brescia c’è una grande partecipazione della società civile, e grazie alla donazione dell’attrezzatura anche ad altri ospedali della zona, è stato creato un network in cui le immagini possono essere inviate e analizzate centralmente presso il nostro ambulatorio. Questo sistema di collaborazione rende Brescia il centro di riferimento per la Lombardia orientale, con la capacità di ricevere e analizzare immagini da diverse strutture sanitarie».

Donazioni e Sostegno alla Ricerca

La donazione di tre videodermatoscopi digitali al poliambulatorio degli Spedali Civili e ai presidi periferici di Gardone Val Trompia e Montichiari, è stato fortemente voluto dal Rotary Brescia Sud Ovest Maclodio e reso possibile grazie alla Fondazione Carolina Zani, alla Fondazione Guido Berlucchi, alla Fondazione Nadia Toffa e alla Fondazione Kristina Bieler Stefanini. «Oltre alla donazione dei macchinari, queste fondazioni hanno finanziato un dottorato di ricerca in intelligenza artificiale applicata alla dermatologia, contribuendo alla formazione di specialisti e all’avanzamento della ricerca scientifica-  evidenzia ancora Cajazzo -. L’Ospedale di Brescia si distingue come un centro di eccellenza nella diagnosi del melanoma, grazie all’integrazione di tecnologie avanzate e alla collaborazione con altre strutture sanitarie. Questo approccio innovativo non solo migliora la precisione diagnostica, ma rappresenta anche un modello di come la tecnologia e la collaborazione possono migliorare la sanità».

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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