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Diabete: serve un nuovo modello di assistenza

Torna l’appuntamento che riunisce Istituzioni e 35 Società scientifiche e Associazioni pazienti, con l’obiettivo di arginare l’emergenza diabete in Italia. Presentato un Policy Paper, rivolto alle Istituzioni, con le priorità di intervento. Quattro focus nell’evento: il DM77, diabete tipo 1, reti interdisciplinari e presa in carico delle comorbidità, accesso ai trattamenti, all’innovazione e alla digitalizzazione.

Gli Stati Generali sul Diabete 2025 presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), hanno individuato alcune priorità.

  • Un nuovo modello di assistenza che non si limiti al diabete, ma affronti anche le comorbidità e la complessa realtà della multi-cronicità.
  • Semplificazione della Nota 100 di Aifa, per garantire un accesso più rapido ed efficace alle terapie.
  • Aggiornamento dei Lea che risponda meglio alle esigenze delle persone con diabete, adeguando la tariffa della “visita diabetologica” e reinserendo prestazioni fondamentali per la diagnosi e la gestione delle complicanze del diabete, come l’esame del fondo oculare e la fotografia digitale del fondo per la retinopatia, da erogare in regime di esenzione per le persone con diabete.

Un confronto importante per il futuro dell’assistenza

L’evento è promosso dalla Federazione delle Società Diabetologiche Italiane – FeSDI e dall’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili. Rappresenta un importante momento di confronto e discussione annuale tra i principali stakeholder del settore – Società scientifiche, Associazioni pazienti, società civile, aziende e  rappresentanti istituzionali. Bisogna individuare gli ambiti d’azione prioritari e più idonei a ridisegnare il futuro dell’assistenza agli oltre 4 milioni di italiani con diabete.

Policy Paper rivolto alle istituzioni

Nel corso dell’evento è stato presentato il documento “Le proposte di policy per una nuova diabetologia”. Un Policy Paper rivolto alle istituzioni con le priorità su cui intervenire per il contrasto al diabete nel nostro Paese. I lavori dell’evento hanno visto un focus su quattro temi principali:

  1. il DM77 (assistenza specialistica, prossimità, aree interne, territorio, PNRR, LEA)
  2. il diabete tipo 1 (screening, strategie per la prevenzione, ottimizzazione dell’assistenza, tutela della persona in soggetti con diabete in età evolutiva)
  3. reti interdisciplinari e presa in carico delle comorbidità
  4. accesso ai trattamenti, all’innovazione e alla digitalizzazione.

Azioni e fondi necessari

Tra le altre azioni ritenute necessarie secondo gli Esperti:

  1. riconoscimento dell’attività fisica come strumento terapeutico
  2. creazione di una rete dedicata per la gestione della sindrome del piede diabetico
  3. fondi per l’attuazione dello screening del diabete tipo 1 su scala nazionale.

I numeri del diabete

Una patologia con una prevalenza in Italia del 7% e destinata a crescere, così come in tutto il mondo. Entro il 2030 ne saranno affetti circa 640 milioni di individui.  E’ urgente una visione strategica per instaurare un cambio di paradigma in grado di contenere il problema. Il diabete, che da solo assorbe circa l’8% del budget sanitario totale, è anche la prima causa di ulteriori gravi complicanze cardiovascolari, renali, oculari e a carico degli arti inferiori. Rappresenta un’emergenza sanitaria su cui intervenire tempestivamente.

Il diabete è una sfida per il SSN

«Il diabete è una patologia grave e diffusa, difficile da gestire, con una molteplicità di ricadute sulla persona che ne è affetta, sia dal punto di vista fisico sia psicologico sia in termini di relazionalità socialedichiara il Professor Renato Brunetta, Presidente del CNELUna patologia che rappresenta una vera sfida per il sistema sanitario e che, più di altre, mette in gioco capacità di prevenzione e stili di vita, due aspetti strettamente legati tra di loro. Sugli stili di vita il CNEL sta lavorando a un disegno di legge delega basato su un approccio globale, che ricomprenda la sfera della sanità e al tempo stesso la formazione, il lavoro, lo sport, la corretta alimentazione».

Stili di vita sostenibili

«L’obiettivo è di far convergere l’impegno di tutti: ministeri, istituzioni, mondo della ricerca, scuola, corpi intermedi. Quella degli stili di vita è una partita che si può vincere solo insieme, per il benessere delle persone e al tempo stesso per la sostenibilità dei sistemi di welfare. Dobbiamo puntare su stili di vita sostenibili lungo tutto l’arco dell’esistenza anche perché solo così possiamo salvare il nostro welfare. Stili di vita fondati non sugli obblighi, non sull’imposizione autoritaria e paternalistica ma su stimoli, partecipazione, cultura», conclude Brunetta

Serve un cambio di paradigma

«Abbiamo raccolto in un breve documento programmatico, le azioni essenziali per dare un nuovo impulso alla gestione del diabete in Italia, focalizzandoci su semplificazione burocratica, aggiornamento dei LEA, diagnosi precoce e tutela dei diritti dei pazienti -dichiara la Professoressa Raffaella Buzzetti, Presidente FeSDI e della Società Italiana di Diabetologia SID- Ma serve un cambio di paradigma. Data la complessità della multi-cronicità, condizione tipica della persona con diabete, è necessario passare da un approccio centrato sulla malattia (disease management) a un modello di gestione della salute (health management).

Diabetologo ruolo centrale

«In questo scenario, il diabetologo deve avere un ruolo centrale come primo referente clinico nella preservazione dello stato di salute oltre che nella diagnosi e cura delle complicanze della persona con diabete. Un modello che favorisca un approccio integrato e personalizzato, in cui il diabetologo collabori attivamente con altri specialisti quando necessario», conclude Buzzetti

Il diabete al centro dell’agenza politica del paese

«Solo il 30% delle persone con diabete ha accesso a cure specialistiche, cruciali per accedere all’innovazione terapeutica- spiega il Professor Riccardo Candido, Presidente AMD- Le strutture diabetologiche ben strutturate, con team multiprofessionali di infermieri, dietisti, psicologi e podologi, coadiuvati dal diabetologo, sono ancora poche sul territorio nazionale. E anche laddove presenti, non sempre riescono a garantire adeguati volumi di assistenza. È carente l’integrazione con la medicina generale e con gli altri specialisti, con conseguenti peggiori esiti di salute e crescita delle complicanze. Gli Stati Generali sul Diabete rappresentano una preziosa occasione per affrontare questi problemi insieme a interlocutori chiave, individuando una strategia comune per portare il diabete al vertice dell’agenda politica del nostro Paese».

Impegno e lavoro comune su più fronti

«Come Intergruppo parlamentare siamo fortemente impegnati, anche attraverso l’impulso legislativo, rispetto all’emergenza che oggi il diabete rappresenta per il nostro sistema sanitario -dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Co-Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del SenatoL’alleanza fra mondo scientifico, istituzioni e pazienti è determinante nel contrasto a questa pandemia.  L’impegno contro il diabete richiede un lavoro comune su più fronti, a partire dalla prevenzione e dalla promozione dei sani stili di vita, che comprendono un insieme di pratiche, come la corretta alimentazione, e come l’attività fisica, che va intesa e promossa come un vero e proprio strumento terapeutico. Per questo motivo ho presentato un Disegno di legge che intende dare la possibilità di inserire lo sport in ricetta medica, così che le persone, usufruendo delle detrazioni fiscali, siano incentivate a impegnarsi in attività positive per la propria salute».

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