Sempre più telemedicina nel futuro dei malati cronici. Secondo quanto previsto dalla missione 6 salute del PNRR, le visite a distanza, infatti, saranno uno strumento prezioso per la riorganizzazione dell’assistenza territoriale. In particolare, può diventare il mezzo ideale per la gestione dei pazienti con diabete. Tra le cinque patologie croniche gestibili in telemedicina secondo il PNRR, il diabete è quella considerata l’apripista della nuova tecnologia. Infatti, i diabetici sono la popolazione dei cronici più numerosa, e sono già muniti di strumenti per la misurazione glicemica quotidiana necessaria per il tele monitoraggio.
Un documento di indirizzo clinico per pazienti con diabete
Se dunque un diabetico già sa controllare i livelli di glicemia, avrà meno difficoltà ad utilizzare la telemedicina per inviare i dati e dialogare con lo specialista. Per rendere più uniforme questo implemento di tecnologia per i pazienti, ma anche per medici e specialisti, la società italiana di diabetologia e l’associazione medici diabetologi riuniti sotto la sigla FeSDI (Federazione delle Società Diabetologiche Italiane) hanno elaborato un documento di consenso e di indirizzo clinico: “Percorso di Tele monitoraggio in Diabetologia”.
Perché la telemedicina migliora la qualità della vita dei malati cronici
«Nella situazione di attuale incremento delle persone affette da diabete e da altre malattie croniche con conseguente aumento del carico assistenziale e di cura per i medici, è essenziale stabilire dei criteri chiari di tele monitoraggio – ha evidenziato Riccardo Candido, Presidente FeSDI e AMD -. In questo modo è possibile assolvere efficacemente alla sua funzione principale di monitorare le condizioni cliniche nei pazienti cronici, di contrastare l’insorgenza del diabete e le complicanze ad esso associate, riducendo l’accesso delle persone alle strutture ed al contempo semplificando l’attività del medico e degli altri professionisti, ottimizzando efficacia ed efficienza».
I vantaggi della telemedicina
L’assistenza e il monitoraggio a distanza di pazienti cronici con diabete permettono ai medici:
- di seguire con costanza la popolazione anziana
- di ridurre il rischio di complicanze
- di avere una rapida disponibilità di informazioni sullo stato di salute dei pazienti
- di migliorare la qualità del monitoraggio dei pazienti
- di essere più tempestivi nel prendere decisioni sulla cura
- di seguire bene anche chi risiede in aree logisticamente svantaggiate o persone fragili che hanno difficoltà a raggiungere gli ambulatori
Meno costi di gestione
«Studi sul diabete hanno dimostrato come i sistemi di Telemedicina riducano significativamente i costi di gestione e agiscano positivamente sul controllo metabolico – ha aggiunto Angelo Avogaro, Presidente SID e Past President FeSDI -. Il documento di consensus che abbiamo elaborato, delinea il flusso informativo per il Telemonitoraggio in diabetologia, definendone il quadro operativo. I contenuti in esso sviluppati determinano inoltre la “Dichiarazione d’uso” o “Patto Terapeutico” per una comprensione chiara dei benefici clinici prodotti e delle risposte attese dalla persona con diabete».
Come funziona il sistema di tele monitoraggio
I pazienti, già muniti di strumento per la misurazione della glicemia, dovranno essere messi nelle condizioni di inviare questi dati e dialogare con il medico. Lo specialista, a sua volta, avrà accesso alla gestione dei dati del malato da remoto. Definito l’ambito di applicazione della telemedicina, ora è necessario implementare e integrare le infrastrutture regionali di telemedicina in modo che siano in grado di dialogare con la piattaforma nazionale di telemedicina (PNT) e i servizi minimi di telemedicina. Il passo successivo sarà di interfacciarsi con il fascicolo sanitario e i dispositivi dei pazienti per consentire lo scambio di dati tra i device, l’ambulatorio o la struttura clinica interessata al monitoraggio.
Come migliorare la raccolta dei dati
Il documento di consensus pone l’accento sulla necessità di integrare i dati della misurazione glicemica con la storia clinica e terapeutica del paziente nella sua cartella clinica elettronica. Un upgrade che consentirà anche di utilizzare i dati raccolti per scopi di survey epidemiologiche e di valutare il rapporto costo efficacia della telemedicina e l’impatto sulla razionalizzazione della spesa e delle risorse.