Per molte donne che affrontano la dura battaglia contro il tumore al seno, la ricostruzione mammaria rappresenta un passo fondamentale per recuperare non solo l’immagine corporea, ma anche la serenità psicologica. Oggi, grazie alla crioconservazione del tessuto adiposo autologo, questa ricostruzione può avvenire con tecniche sempre meno invasive, più rapide e soprattutto personalizzate.
Cos’è la crioconservazione del tessuto adiposo?
La crioconservazione è una tecnica innovativa che consente di prelevare il grasso corporeo della paziente, conservarlo a basse temperature per anni e riutilizzarlo per la ricostruzione in successivi interventi ambulatoriali. Questo è possibile grazie alla collaborazione tra la Banca Cute della Regione Emilia-Romagna e l’azienda Lipobank®, che per la prima volta al mondo ha sviluppato un sistema efficace per congelare e scongelare il tessuto adiposo mantenendone intatta la vitalità cellulare.
La testimonianza di chi l’ha provata
Loredana, una paziente di 58 anni, ha vissuto un lungo percorso ricostruttivo con protesi che le ha causato dolore e insoddisfazione estetica. Dopo essere passata al lipofilling con tessuto crioconservato, racconta: «Il mio seno è finalmente morbido, senza dolori e più armonico. Ogni infiltrazione è stata semplice e indolore. Se lo avessi saputo prima, avrei evitato la seconda protesi». La crioconservazione del tessuto adiposo non è solo un progresso medico, è una promessa di qualità di vita migliore per migliaia di donne. Un’opportunità che merita di essere conosciuta, condivisa e, soprattutto, garantita.
I vantaggi per le pazienti
L’impiego del grasso crioconservato offre benefici concreti e immediati:
- Meno interventi chirurgici: Basta un solo prelievo iniziale in sala operatoria; le successive infiltrazioni di grasso avvengono in ambulatorio, senza ricovero.
- Riduzione del dolore e dei tempi di recupero: Le sedute ambulatoriali richiedono solo una leggera anestesia locale e permettono la dimissione in giornata.
Migliori risultati estetici e funzionali: Il tessuto adiposo si integra in modo più naturale rispetto alle protesi, restituendo al seno morbidezza, simmetria e riducendo il rischio di complicanze.
Sessioni ambulatoriali per infiltrazioni di grasso conservato
“Questa tecnologia ha cambiato la vita delle pazienti –ha spiegato il Professor Roy De Vita, Primario di Chirurgia Plastica presso l’istituto Nazionale dei Tumori “Regina Elena” di Roma, pioniere della tecnica in Italia – perché ha ridotto il numero degli interventi a cui sottoporre le pazienti. Grazie ad essa, infatti, è possibile fare un unico intervento chirurgico per il prelievo, a cui seguono delle sessioni ambulatoriali di infiltrazioni del grasso conservato. Sono certo che la tecnica avrà un futuro radioso e man mano che acquisterà notorietà sarà sempre più utilizzata perché grandissimo è il vantaggio che offre».
Un salto di qualità per la sanità pubblica
Oltre ai vantaggi per le pazienti, la crioconservazione porta benefici anche per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN): Infatti si riducono i tempi di occupazione delle sale operatorie, diminuiscono i costi legati ai ricoveri e le procedure si spostano sempre più verso il regime ambulatoriale, rendendo il sistema sanitario più efficiente. Il tutto avviene con elevati standard di sicurezza: il tessuto adiposo crioconservato viene rigorosamente controllato dalla Banca Cute regionale e certificato dal Centro Nazionale Trapianti, garantendo qualità, vitalità cellulare e sterilità del materiale utilizzato.
Una nuova era per la ricostruzione mammaria
Secondo Giorgio De Santis, Professore di chirurgia Plastica ricostruttiva ed estetica dell’Università di Modena e Reggio Emilia, già Direttore del reparto di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso il policlinico di Modena e tra i primi in Italia a sperimentare la crioconservazione a scopo ricostruttivo: «Prelevando il grasso al momento della mastectomia, lo si può utilizzare nei successivi tre anni senza bisogno di ulteriori prelievi. In questo modo, si allevia moltissimo il disconforto degli eventuali successivi interventi che non vengono eseguiti e, anche dal punto di vista amministrativo, la possibilità di eseguire gli interventi in regime ambulatoriale e non più in ricovero è un beneficio. Il grasso congelato mantiene le stesse caratteristiche di vitalità di quello fresco, ciò rappresenta sicuramente un passo innovativo di eccellenza nella scienza e nella clinica della ricostruzione mammaria post mastectomia».
Primi interventi a Modena
I primi casi sono stati effettuati a Modena presso la Chirurgia Plastica dell’Università, a partire dal gennaio 2024. Si trattava di ricostruzione ibrida, ovvero in parte protesica ed in parte con grasso criocongelato. Il passaggio successivo è stato quello di ricostruire il seno senza l’uso di protesi, ma solo con l’aggiunta di grasso necessariamente in decine di interventi prima dell’avvento della crioconservazione di Lipobank.
Dalla formula ibrida alla ricostruzione con grasso crioconservato
Riguardo agli studi odierni, il Professor De Santis spiega: «Pensiamo di dedicare un braccio della nostra ricerca per la ricostruzione completa con grasso crioconservato, senza però dimenticare le potenzialità della metodica ibrida. Nei prossimi mesi, con l’estensione della tecnica, speriamo di avere un numero crescente di casi, costruiti con questa metodica relativamente semplice che darà sicuramente soddisfazione alle pazienti». Questa tecnica si applica sia nella ricostruzione ibrida (grasso più protesi) sia nella ricostruzione esclusivamente con tessuto adiposo, che oggi grazie alla crioconservazione diventa molto più accessibile e meno invasiva rispetto al passato.
L’importanza di informare le pazienti
Un’indagine di Europa Donna Italia ha rivelato che molte pazienti non sono adeguatamente informate sulle nuove opzioni ricostruttive disponibili. Rosanna D’Antona, presidente dell’associazione lancia un appello: «Chiediamo un maggiore dialogo medico-paziente affinché le donne siano pienamente consapevoli delle opportunità offerte da tecniche sicure e certificate come la crioconservazione del grasso».