Perché chi si prende cura deve essere aggredito? Medici, infermieri e OSS in Pronto Soccorso molte volte diventano capri espiatori. Una recente ricerca condotta da SIMEU (Società Italiana di Medicina d’Emergenza-Urgenza) rivela che nel 2024 sono aumentati gli accessi in Pronto Soccorso e contemporaneamente sono aumentate le aggressioni agli operatori sanitari di emergenza urgenza. Un fenomeno preoccupante e che varrebbe la pena indagare.
Più accessi al Pronto Soccorso generano violenza contro gli operatori sanitari
Perché pazienti e parenti diventano violenti? E perché sono aumentati gli accessi in Pronto Soccorso? Le motivazioni sono diverse.
- Riferibili alla persona:
- livello culturale
- patologie psichiatriche
- abuso di sostanze
- ansia
- paura della malattia e del sintomo
- Poi ci sono motivazioni che si riferiscono al sistema
- all’organizzazione
- alla carenza di risorse dell’intero sistema sanitario.
Il paziente in Pronto Soccorso ha bisogno di risposte
Il paziente ha bisogno di risposte e di cure che spesso non vengono erogate dalla medicina territoriale. Infatti, il PS non è intasato solo da traumi e patologie acute gravi, ma anche da patologie croniche. La ricerca SIMEU evidenzia alcuni dati riferiti alla tipologia di pazienti che si rivolgono al PS. Il maggior impegno e il carico di lavoro sono rappresentati dai seguenti pazienti:
- pazienti cronici multi-patologici – 27%
- pazienti a prevalente componente assistenziale – 26%
- pazienti oncologici – 25%
- pazienti psichiatrici – 22%
A questo punto possiamo affermare che il PS diventa un’ancora di salvezza. Un servizio di emergenza/urgenza trasformato in un vero e proprio tampone del sistema sanitario territoriale, costretto a reggere condizioni di cronicità e socio assistenzialità carenti o addirittura assenti.
Una tragica realtà
La tragica realtà è la seguente:
- Sto male nelle ore in cui il Medico curante non effettua ambulatorio e allora mi reco in Pronto Soccorso
- Vado in Pronto Soccorso così la visita sarà più completa e magari mi faranno fare indagini costose e l’esito sarà più veloce
- Mi sento più sicuro e curato meglio
Il paziente che arriva in Pronto Soccorso non conosce il triage
Altra questione riferita al paziente è la mancata conoscenza delle procedure sanitarie. Il paziente arriva in Pronto Soccorso accompagnato di solito da parenti. Effettua la valutazione attraverso l’infermiere di triage e gli viene dato un codice colore. A volte il paziente o il parente non è a conoscenza della codifica colore che tradotto significa “attesa”. Non sa che se il suo codice è verde o bianco potrà attendere fino a diverse ore, passando in coda a pazienti arrivati dopo di lui. Il paziente crede che chi prima arriva ha diritto di essere visitato, come accade molte volte dal medico di medicina generale. Questo crea in lui un’aspettativa che non verrà evidentemente soddisfatta. Qui nascono i primi attriti con il personale. Ecco che si presenta lo scenario peggiore, paragonabile alle riprese di un film giallo. Utenti doloranti in trepida attesa che assistono a scene agghiaccianti contro il personale. Sedie che volano, medici e infermieri rincorsi, picchiati e feriti, urla e vetri che si rompono. Apparecchiature distrutte.
L’altra faccia della medaglia: il personale
Se il paziente non è soddisfatto a causa delle lunghe attese, cosa deve dire il personale?
Deve lavorare in condizioni di lavoro difficili, saltando turni di riposo, stanco, sottopagato e poco valorizzato. Due facce della medaglia che, con motivazioni diverse, vivono lo stesso disagio enorme.
La soluzione
Quale può e deve essere il balsamo che lenisce entrambe le ferite del paziente e dell’operatore?
- Una maggiore e più efficace presa in carico del paziente cronico da parte del territorio, riducendo gli accessi impropri in Pronto Soccorso
- Una riorganizzazione del lavoro che riduca le attese del paziente e il carico di lavoro
Separazione dei codici bianchi in Pronto soccorso: il modello Veneto e Liguria
Vi sono realtà italiane quali Veneto e Liguria tra i primi a sperimentare la separazione dei codici bianchi. Un mal di denti, mal di gola o sciatalgie, ma anche dolore all’orecchio e ustioni lievi vengono gestiti separatamente da codici più gravi. I codici bianchi hanno una loro zona dedicata e non seguono più il «percorso standard». L’ambulatorio in cui vengono visitati tra gli addetti ai lavori si è guadagnato il nome di «ambulatorio di medicina generale» e il senso è presto chiarito: in quegli spazi vengono accolti i codici bianchi che non avrebbero avuto bisogno di recarsi in ospedale, ma che per le loro patologie si sarebbero tranquillamente potuti rivolgere al medico di base. E così il percorso separato evita di intasare le attese dei casi più urgenti fornendo comunque assistenza specialistica. Un aiuto per ridurre lo stress dei pazienti e le aggressioni al personale? Potrebbe essere un inizio.
A cura di Gabriella Scrimieri Infermiera e Editore