venerdì, Aprile 18, 2025
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Corabea: quando i social possono aiutare chi soffre di disturbi alimentari

Corabea è la prima app in risposta a chi soffre di disturbi alimentari ma per vergogna o a causa delle liste d'attesa non affronta il problema. Offre un supporto peer to peer, un team di psicologi, nutrizionisti, video motivazionali e per la meditazione

I disturbi del comportamento alimentare sono in forte aumento. Da una parte si è abbassata l’età di insorgenza dei primi sintomi, già presenti in bambini della scuola primaria, e al contempo sempre più adulti (donne e anche uomini) hanno un rapporto malato con il cibo. Dunque, i disturbi alimentari sono più frequenti di quanto si possa immaginare, ma oggi, grazie alla tecnologia ci sono nuove strategie per combatterli.

Disturbi alimentari: un problema in crescita

Dati e testimonianze evidenziano un aumento preoccupante dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Oggi si stima che gli individui con DCA siano più di tre milioni anche se questo dato sembra essere sottostimato. Ad essere colpite sono in prevalenza le donne, anche se tra gli uomini negli ultimi anni c’è stato un significativo incremento. Quindi a rischio sono persone di ogni età e genere e questo rende urgente un intervento innovativo con soluzioni che offrano supporto tempestivo e personalizzato.

Giorgia Bellini fondatrice di Corabea
Giorgia Bellini, life-coach e fondatrice di Corabea

La nascita di Corabea

Corabea nasce dall’esperienza personale della sua fondatrice Giorgia Bellini, che ha vissuto in prima persona gli effetti devastanti dei disturbi alimentari. Superato il dolore e la sofferenza, ha deciso però di trasformare la sua esperienza in un aiuto concreto per chi ne ha bisogno. Utilizzando i social media  ha creato una app innovativa che connette direttamente pazienti e specialisti, dimostrando come questi strumenti possano diventare alleati preziosi per salvare vite.

Come funziona Corabea per i disturbi alimentari

Oggi Giorgia Bellini è life-coach. «L’evoluzione informatica portata dal Covid ha trovato applicazione anche nell’ambito della salute mentale – spiega Giorgia autrice anche del libro autobiografico “Nata due volte” -. I pazienti sono nella maggior parte donne ed offriamo loro un pacchetto di sedute dallo psicologo e dal nutrizionista. Il primo colloquio è fatto però con persone che hanno sofferto di disturbi alimentari. Si chiama supporto peer to peer e permette di instaurare un dialogo tra pari. In questo modo è possibile comprendere tanti fattori che inevitabilmente influiscono sulla malattia come situazione familiare, lavoro, relazioni sociali. Una volta percepite queste informazioni si definisce l’equipe formata da psicologo e nutrizionista che prenderà in carico la persona. I due specialisti si interfacceranno per garantire una maggiore aderenza alla terapia».

Dalla tecnologia un aiuto a chi soffre di disturbi alimentari

La nascita di Corabea dimostra che, se utilizzati correttamente, i social media e le tecnologie digitali possono diventare strumenti decisivi per la salute pubblica. La piattaforma facilita l’accesso alle cure e promuove una comunicazione diretta ed empatica tra esperti e pazienti, contribuendo a rompere il silenzio che spesso circonda i DCA.

Un team di esperti per un approccio multidisciplinare

Alla base della piattaforma, infatti, c’è un team di specialisti composto da psicologi, psicoterapeuti e nutrizionisti, tutti specializzati e con consolidata esperienza nel trattamento dei DCA. Questo approccio multidisciplinare permette di affrontare in modo completo sia le problematiche emotive che quelle nutrizionali, offrendo percorsi di cura su misura.

Perché Corabea è unica

Corabea nasce proprio dall’idea che i DCA devono essere affrontati con un approccio multidisciplinare: l’interazione tra supporto psicologico e nutrizionale è fondamentale per ottenere risultati duraturi. Il metodo Corabea si basa sull’ascolto attento e sulla creazione di un percorso che rispetta i tempi e le esigenze della persona.

Liste d’attesa troppo lunghe e vergogna bloccano chi soffre di disturbi alimentari

Le difficoltà di chi soffre di anoressia o bulimia sono molte.  «C’è chi soffre da decenni e non ha mai avuto la forza di parlarne per vergogna e chi invece non riesce a trovare uno specialista a causa delle lunghe liste d’attesa – fa notare Giorgia –. Corabea ha cercato di supera entrambi questi limiti».

L’importanza della meditazione

La presa in carico del paziente da parte degli specialisti di Corabea va da sei mesi a  due anni. Oltre alle sedute con nutrizionista e psicologo vengono forniti degli esercizi da svolgere a casa con momenti di meditazione. Ogni paziente avrà a disposizione un diario per annotare  emozioni e percorso alimentare da spiegare poi agli specialisti durante le sedute. «Non solo, ai pazienti presi in carico con il metodo Corabea vengono forniti  video informativi realizzati dagli esperti. Si tratta di strumenti necessari ad affrontare la quotidianità ed evitare l’abbandono che purtroppo rappresenta un rischio elevato», aggiunge la fondatrice.

App gratuita e costi contenuti

È possibile scaricare la App gratuitamente ed avere il primo colloquio conoscitivo. Dopodiché si  realizzano pacchetti su misura con più sedute personalizzate da psicologo e nutrizionista. Corabea si propone come un’opportunità concreta per chi si sente intrappolato dal proprio disturbo alimentare, offrendo un aiuto completo in un ambiente sicuro e digitale, dove il supporto, l’ascolto e la professionalità sono al centro del percorso di rinascita. «Ogni percorso è personalizzato perché ogni storia è unica» conclude Giorgia Bellini.

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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