venerdì, Aprile 18, 2025
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Chiude la scuola speciale don Gnocchi per i bambini disabili

Dopo 60 anni, la scuola speciale don Gnocchi a Milano chiude lasciando gli alunni con disabilità complesse la possibilità di frequenza in una struttura scolastica d'eccellenza per la disabilità. L'appello delle famiglie

Chi accoglierà i bambini con disabilità complesse della scuola speciale don Gnocchi di Milano al termine dell’anno scolastico? Il quesito rimbalza da diversi giorni tra genitori e docenti dopo che la direzione della Fondazione ha deciso di chiudere la scuola. L’appello delle famiglie, dunque, è rivolto al comune di Milano affinché riesca a trovare un locale idoneo ad ospitare la scuola speciale. 

La scuola speciale don Gnocchi compie 60 anni

La scuola, nata nel 1965 e destinata ai minori con disabilità, ha  ospitato per 60 anni bambini in età evolutiva (dai 6 ai 16 anni) con disabilità importanti o multiple che necessitano di interventi di supporto di media intensità. Un tempo erano dai 60 ai 90 gli alunni, oggi sono rimasti in 9 perché la Fondazione, negli ultimi anni, non ha voluto accettare nuove iscrizioni forse già in un’ottica di chiusura. La scuola dà i docenti mentre la fondazione mette a disposizione i locali e garantisce con il proprio personale la parte riabilitativa. Esiste dunque un connubio di interventi nella fascia oraria 8,30 alle 16,30 che a giugno, al termine di questo anno scolastico, verrà meno.

Cosa offre oggi la scuola speciale don Gnocchi

Il lavoro di sinergia tra docenti, famiglie e operatori sanitari (educatori, terapisti, medici, infermieri, psicologo, assistente sociale, oss) oggi garantisce un orario di frequenza degli alunni di 8 ore giornaliere per un totale di 40 ore settimanali. Le esigenze degli alunni sono sempre state la priorità: minori con disabilità complessa intellettiva, psichica, sensoriale, neuromotoria, autismo tutti hanno ricevuto una didattica specializzata e personalizzata con uso di metodologie, approcci educativi e strumenti specifici. La scuola speciale inoltre attua tutta una serie di interventi volti a migliorare e ampliare l’offerta formativa e la possibilità di esperienze inclusive degli alunni disabili con alunni di altre scuole o realtà. Nel corso degli anni gli insegnanti hanno approfondito metodologie e approcci educativi, tra cui CAA (comunicazione aumentativa alternativa) e l’ approccio Snoezelen, con confronti e ricerche anche a livello europeo. In particolare, l’approccio  Snoezelen ha visto la sua applicazione in ambito scolastico, per la prima volta in Italia all’IC Calasanzio con la creazione della “Stanza Magica”, un locale multisensoriale per bambini con disturbi del neurosviluppo.

Con la chiusura della scuola speciale don Gnocchi cosa si perde

Una scuola speciale è tale perché oltre ad accogliere ragazzi con disabilità grave, nell’ambito del concetto di inclusione offre la possibilità ad ognuno di loro di far parte di un progetto educativo e inclusivo in contesti di socialità quotidiana. L’organizzazione del tempo scuola garantisce a tutti gli alunni la frequenza scolastica con un’offerta  didattica associata ad interventi educativi e riabilitativi. La frequenza alla scuola è da intendersi come un’opportunità di sviluppo globale progettato ad  hoc in un clima di benessere psicofisico per alunni che troverebbero difficile la permanenza in strutture scolastiche comuni, ma non per questo sono venute meno iniziative con l’istituto comprensivo di appartenenza (IC Calasanzio) e con altre strutture scolastiche sul territorio.

I progetti di gemellaggio

Tra le esperienze avviate ci sono:

  • iniziative con la scuola primaria e secondaria di primo grado nell’ottica di possibili, graduali inserimenti proficui futuri
  • Progetti di gemellaggio con l’istituto di Istruzione Superiore G. Galilei-R. Luxemburg di Milano
  • collaborazioni con il territorio: attività di nuoto, di danza, teatro, lettura in biblioteca presso il centro Benedetta d’Intino, e altre
  • Gite e uscite didattiche
  • Settimane di vacanza “Scuola Natura” in località montane e marine

Cosa viene tolgo ai ragazzi e alle loro famiglie

A giugno si concluderà il percorso della Scuola Speciale don Gnocchi e tutto il bagaglio delle buone pratiche accumulate e diffuse negli anni verrà meno. Le famiglie avranno diverse difficoltà:

  • a trovare una scuola che accolga alunni con disabilità complesse e severe
  • difficoltà ad avere garantito il diritto allo studio con un orario di frequenza completo
  • il supporto di personale docente specializzato. Le esperienze riportate da alcuni genitori  presentano una realtà di frequenza di due o tre ore giornaliere o addirittura settimanali
  • i  genitori lavoratori avranno difficoltà nella gestione della giornata
  • avvertiranno la mancanza di strumenti e materiali didattici specifici

Un vuoto normativo da colmare

Il destino di questi ragazzi dunque sembra essere segnato perché è stato deciso di chiudere i cancelli della scuola speciale. La convenzione non è stata rinnovata quindi la situazione è irreversibile. Con grande dispiacere dei genitori degli studenti disabili che la frequentano. È un servizio che interessa una fascia di disabilità importante e che comunque pur appellandosi al concetto di inclusione che la scuola italiana offre, non ha alternative. Manca ancora a livello legislativo un’attenzione a quella disabilità grave che fa fatica ad essere inserita nella scuola comune. Le famiglie lanciano un appello alle istituzioni affinché nel sessantesimo anniversario dell’apertura della scuola speciale Don Gnocchi, il progetto educativo didattico, finora offerto, non vada perso e si trovi una soluzione logistica per mantenerlo in vita.

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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