Un appello chiaro e condiviso per il futuro della chirurgia robotica in Italia. È quanto emerso dall’evento tenutosi lo scorso 8 maggio a Roma, presso l’Istituto Luigi Sturzo, dove è stata presentata la “Call to Action – Per lo sviluppo e la valorizzazione della chirurgia robotica in Italia”. L’iniziativa, sostenuta da società scientifiche, associazioni di pazienti, esperti del settore e rappresentanti istituzionali, si propone di delineare una strategia nazionale che garantisca un accesso equo e sostenibile a questa tecnologia d’avanguardia.
Una pluralità di voci per individuare azioni concrete
Promossa dalla Senatrice Elena Murelli (Lega), in collaborazione con ACOI, SIU, SIFO, EUPATI e con il contributo di ab medica e Intuitive Surgical, la Call to Action ha riunito una pluralità di voci per individuare priorità e azioni concrete. L’obiettivo? Superare le disuguaglianze territoriali e fare della chirurgia robotica un pilastro strutturale del Servizio Sanitario Nazionale.
Due obiettivi: migliorare le tecnologie e rafforzare il SSN
Il dibattito si è articolato in due panel tematici: il primo focalizzato sull‘evoluzione e il valore clinico della chirurgia robotica, il secondo sulla necessità di una strategia a lungo termine per rafforzare il SSN. «L’invecchiamento della popolazione, la carenza di medici e le liste d’attesa impongono di investire in tecnologie che migliorino efficienza e qualità delle cure – ha dichiarato la Senatrice Murelli –. Ogni euro investito in sanità non è un costo, ma un’opportunità di risparmio futuro».
Vantaggi della chirurgia robotica in sala operatoria
I vantaggi della robotica in sala operatoria sono ormai consolidati: maggiore precisione, minori complicanze post-operatorie e degenze più brevi. «Nel tumore alla prostata, per esempio, la chirurgia robotica consente di ridurre notevolmente incontinenza urinaria e disfunzione erettile», ha evidenziato il Prof. Giuseppe Carrieri, presidente SIU.
I benefici indiretti
Ma non è solo una questione clinica: il tema è anche economico e organizzativo. Il Prof. Alberto Pasdera ha presentato un modello di “clinical costing” che dimostra come i benefici indiretti – riduzione delle complicanze e ritorno più rapido alla vita attiva – compensino ampiamente i costi iniziali della tecnologia.
La voce dei pazienti
Fondamentale anche il punto di vista dei pazienti. Elena Bonetti, di EUPATI, ha sottolineato il ruolo cruciale della formazione e del coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte sanitarie: «Serve una comunicazione chiara e accessibile. I pazienti informati sono parte attiva del percorso di cura».
La proposta della politica
La proposta politica è chiara: «Vogliamo portare il tema in Parlamento con una mozione bipartisan -, ha affermato la Senatrice Ylenia Zambito (PD). – È necessario un piano nazionale che assicuri omogeneità e non lasci nessuno indietro». Nel corso del Festival della Robotica di Pisa, tenutosi lo scorso 9 maggio, l’impegno è stato ribadito anche da ab medica. In sintesi, le proposte chiave della Call to Action sono: creare una strategia nazionale per un accesso equo alla chirurgia robotica; promuovere programmi di formazione per i professionisti; coinvolgere attivamente i pazienti nei processi decisionali; assicurare una governance trasparente e sostenibile dei costi. L’Italia ha l’opportunità di guidare il cambiamento. Ora serve la volontà politica e il coordinamento tra tutti gli attori del sistema salute, per fare della chirurgia robotica non un privilegio per pochi, ma un diritto per tutti.