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C’è un gran bisogno di psicologia: la miniserie Adolescence insegna

Gianluca Castelnuovo, psicologo e psicoterapeuta, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica - Università Cattolica di Milano e Responsabile del Servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia - IRCCS Istituto Auxologico Italiano spiega il ruolo fondamentale della psicologia in diversi contesti: lavoro, scuola, famiglia e carcere analizzando il ruolo della materia nella miniserie cult del momento Adolescence

dott. gianluca castelnuovo
Prof. Gianluca Castelnuovo, Psicologo, psicoterapeuta

Se una volta erano libri e film a far riflettere lettori e spettatori sulle condizioni del vivere, negli ultimi anni si sono aggiunte le numerose serie televisive prodotte e rese fruibili da numerose piattaforme con un mercato in continua crescita. Fra le miniserie che fanno molto discutere nelle ultime settimane segnalo “Adolescence” con i suoi 4 episodi.

La psicologia oltre lo schermo

Senza commentare la scelta geniale di aver girato ogni episodio in un’unica lunghissima ripresa, un piano sequenza particolarmente impegnativo da realizzare, voglio invece concentrarmi sulla presenza di professione psicologica in molti passaggi della storia, sia dietro le quinte che in maniera esplicita, come nel terzo episodio.

La storia di Jamie e Katie

In sostanza la storia si svolge in una cittadina del Regno Unito sconvolta da un evento tragico: il ritrovamento del corpo di Katie, una ragazza di 14 anni in un parco della zona. Jamie, un ragazzo di 13 anni della stessa scuola, viene arrestato con l’accusa di omicidio, incastrato da alcuni video che evidenziano le sue responsabilità.

Carcere, scuola, famiglia, il risvolto psicologico di una tragedia

La storia segue le vicende dell’arresto, le ripercussioni sulla famiglia (genitori e sorella di Jamie) che devono faticosamente riprendersi dallo shock dell’accaduto e dalle conseguenze stigmatizzanti sulla loro vita quotidiana a causa di una comunità locale che li prende di mira. La miniserie affronta anche il tema dell’ambiente scolastico difficile, tipico di una adolescenza in crescita che non sempre vive la scuola nella maniera che gli adulti, professori e genitori, vorrebbero augurarsi. Inoltre, si affronta il tema della valutazione psicologica di Jamie in carcere.

Il mondo della psicologia professionale

Questa miniserie è capace di rappresentare in una piccola vicenda il grande mondo della psicologia professionale, capace di essere utile, più o meno esplicitamente, a diversi livelli. Ne segnalo alcuni, senza la pretesa di essere esaustivo, sottolineando la ricchezza dell’”essere psicologi” e nel “fare psicologia”.

La psicologia professionale

Lo stress dell’ambiente lavorativo della polizia, che emerge nella difficoltà di gestire una situazione fastidiosa, come l’arresto, la raccolta delle prove, l’interrogatorio di un minorenne non sempre collaborativo e capace di suscitare interrogativi in chi pone le domande, più che a dare delle risposte chiare sull’accaduto e soprattutto sul movente. La psicologia delle organizzazioni si occupa anche dei fattori stressanti che possono rendere difficoltoso un certo lavoro, con un confine a volte labile con le proprie vicende personali che risuonano continuamente nella serie. Dunque la psicologia delle e nelle organizzazioni sa  aiutare i professionisti a gestire il peso emotivo-mentale, e non solo fisico, di un certo lavoro evitando ripercussioni sulle proprie vicende extraprofessionali o perdita di motivazione per un lavoro che mette a dura prova l’essere umano.

La psicologia a scuola

La situazione della scuola rappresentata nella serie è assai problematica: continui episodi di microbullismo e stigmatizzazione, insegnanti in difficoltà nel gestire la classe con comunicazioni a volte estreme nei toni e nei modi, situazioni di violenza anche fisica difficilmente moderate, uno shock per gli eventi recentemente successi ma non elaborato né negli studenti, né nel personale. Il ruolo dello psicologo scolastico, con i suoi sportelli diffusi nei vari plessi scolastici, può dare una grossa mano sia a livello di presa in carico di disagio individuali e collettivi, sia a livello di prevenzione, ad esempio con interventi con gli studenti per un uso consapevole e non discriminante delle tecnologie e dei social media, tema che accompagna la serie come grande minaccia digitale di cui molti sono vittime e artefici.

La psicologia in carcere

Nel terzo episodio, incentrato sul ruolo della psicologa che raccoglie dati per la sua valutazione di Jamie, emergono tecniche e approcci tipici della psicologia dell’assesment, della valutazione, della realizzazione delle consulenze dove lo psicologo deve avere un ruolo delicato, difficile, di raccolta dati senza farsi influenzare emotivamente dal “cliente” (e non un “paziente” da aiutare essendo un contesto di valutazione e non clinico), cercando di porre domande fastidiose senza infastidire l’interlocutore e senza indurre risposte precostituite. Tale abilità peritale, con le difficoltà di mantenere i ruoli ben chiari e la necessità di non esagerare con le potenti armi del linguaggio, tipica della psicologia della valutazione peritale, è ben rappresentato in “Adolescence”.

Psicologia clinica

L’anima forse più clinica, cioè quella che si occupa del disagio su cui intervenire con tecniche, trattamenti, protocolli e una buona alleanza terapeutica, compare in maniera chiara nell’ultimo episodio dove la coppia di genitori accenna a una terapia di coppia o a un supporto psicologico come padre e madre nel gestire una situazione difficile da elaborare come quella di accettare un figlio omicida interrogandosi sul che cosa possano aver sbagliato nel loro educare i figli. I pianti che accompagnano la coppia richiamano in più passaggi le riflessioni della loro psicologa o psicoterapeuta che, dietro le quinte e lontano dai riflettori mediatici, li accompagna a trovare un senso a tutto ciò che è accaduto e a ciò che potrebbe farli tornare a vivere pienamente. Qualsiasi sia l’aspetto psicologico della miniserie che più vi è piaciuto, in ogni caso dietro c’è un gran bisogno di psicologia, professionale si intende!

A cura di di Gianluca Castelnuovo                                                                           – Professore Ordinario di Psicologia Clinica, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica – Università Cattolica di Milano; Responsabile del Servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia – IRCCS Istituto Auxologico Italiano

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