Regione Veneto ha lanciato un’iniziativa senza precedenti per affrontare la crescente carenza di infermieri nel settore sanitario e sociosanitario. Con un investimento complessivo di 9 milioni di euro è stato introdotto un voucher di 1000 euro l’anno. In questo modo per ciascuno dei tre anni di corso, i nuovi iscritti alle Facoltà di Infermieristica del Veneto che supereranno l’esame annuale di tirocinio avranno un incentivo. Questo grazie ai fondi FSE+ 2021-2027.
Carenza di infermieri in Veneto
L’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, ha sottolineato l’importanza di questa misura: «Se è vero, come evidenziamo sempre, che in Veneto mancano 3.500 medici, concentrati soprattutto in alcune specialità come emergenza urgenza, anestesia e rianimazione, o medici di famiglia, e 2.000 OSS, il vero dramma è quello della carenza di infermieri. Nonostante l’incremento dei posti a disposizione nelle Università di Padova e Verona, passati dai 1.200 dell’anno accademico 2020/2021 ai 1.833 attuali, il numero delle immatricolazioni non è ancora sufficiente a soddisfare il fabbisogno».
Troppe dimissioni del personale
La situazione è resa ancora più critica dalle dimissioni inattese di personale che torna nei luoghi di origine o che passa dal pubblico al privato. Per contrastare questo fenomeno, la Regione ha attivato un progetto sperimentale di mobilità volontaria tra le aziende ed enti del SSR, con l’obiettivo di valorizzare le preferenze e le esigenze dei professionisti, facilitando un miglior equilibrio vita-lavoro senza obbligo di partecipazione a nuovi concorsi.
Cosa sono i fondi FSE+
Il Fondo Sociale Europeo Plus è uno strumento finanziario dell’Unione Europea destinato a sostenere l‘occupazione, l’inclusione sociale e l’istruzione. In particolare, il FSE+ 2021-2027 ha visto un incremento dei fondi destinati all’inclusione sociale, passando da 190 a quasi 300 milioni di euro di investimenti. L’obiettivo principale di questi fondi è migliorare le competenze e le opportunità di lavoro per i cittadini, promuovendo al contempo l’inclusione sociale e la coesione territoriale. Nel caso specifico il Veneto ha sostenuto l’istruzione e la formazione nel settore sanitario, con l’intento di garantire livelli di prestazioni essenziali ai cittadini.
Un esperimento già riuscito
Il provvedimento è stato illustrato ieri a Palazzo Balbi dall’assessore al Lavoro Valeria Mantovan e dall’assessore alla Sanità e al sociale Manuela Lanzarin, insieme ai rispettivi direttori d’Area Santo Romano e Claudio Costa. «Così come negli anni passati – ha evidenziato l’assessore Mantovan – avevamo introdotto un voucher per l’iscrizione ai corsi per Operatori sociosanitari (OSS), dal 2025 introdurremo questa misura innovativa, con cui vogliamo continuare a garantire ai nostri cittadini i livelli di prestazioni essenziali. Con un contributo onnicomprensivo di 1.500 euro, l’esperimento ha permesso un aumento dei corsi dai 45 del 2022 ai 65 attuali, con oltre 4mila allievi in più».
Una campagna digitale
Inoltre, sarà rilanciata una campagna digitale destinata ai giovani che si affacciano alla scelta universitaria, con il claim “Diventa infermiere: al centro della sanità”. La campagna mira a raccontare il valore e le opportunità della professione attraverso video, testimonianze, contenuti scaricabili e link diretti alle iscrizioni ai corsi delle Università di Padova e Verona.
Migliori condizioni contrattuali
L’assessore Lanzarin ha concluso evidenziando l’impegno della Regione nel migliorare le condizioni di lavoro degli infermieri: «Un impegno che prosegue sul versante contrattuale: nei giorni scorsi si è svolto il primo incontro tra la Regione e le organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria e del comparto per l’applicazione della Legge Regionale n. 26 del 2024, che prevede un significativo incremento dei fondi contrattuali per il personale del Servizio sanitario regionale pari a 51 milioni di euro all’anno per tre anni. Le risorse, che saranno destinate anche agli infermieri, mirano a valorizzare le condizioni di lavoro attraverso strumenti innovativi, premi di risultato, indennità specifiche e misure di welfare integrativo». Queste misure rappresentano un passo importante per garantire ai cittadini veneti livelli di prestazioni essenziali e per affrontare una situazione emergenziale in una società che sta progressivamente cambiando dal punto di vista demografico.