Trentaquattromila nuovi decessi all’anno è lo spaventoso numero causato dal carcinoma polmonare. Il carcinoma polmonare rappresenta la più frequente causa di morte oncologica in Italia. Per quanti sono colpiti da questa neoplasia ci sono, però, buone notizie: un prezioso programma di screening nazionale potrebbe prolungare la vita dei pazienti e genare un risparmio di 2,3 miliardi di euro nei costi sanitari nell’arco di 30 anni.
Camera dei deputati
Nello scorso mese di giugno è stato presentato presso la Camera dei deputati, un nuovo modello sviluppato da C.R.E.A. Sanità, con il supporto di Roche Italia, che ha analizzato per la prima volta l’impatto economico dello screening per il carcinoma polmonare. Negli ultimi anni, infatti, si sono registrati importanti progressi nella chirurgia e nelle terapie farmacologiche, che hanno permesso, anche grazie alla prevenzione primaria, in primis la lotta al tabagismo, di aumentare significativamente le aspettative di sopravvivenza dei pazienti.
Diagnosi precoce
Il successo dei trattamenti è però legato alla precocità della diagnosi ed è per questo motivo che l’implementazione di un programma strutturato di screening polmonare deve rappresentare una priorità nell’ambito degli interventi e delle politiche di sanità pubblica.
Diagnosi tempestiva e riduzione dei costi
I risultati del modello stimano che l’attuazione di un programma di screening nazionale nei pazienti ad alto rischio, consentirebbe, grazie a una diagnosi tempestiva, un incremento della sopravvivenza dei pazienti screenati di 7 anni rispetto ai non screenati, a fronte di una riduzione dei costi sanitari pari 2,3 miliardi di euro in 30 anni. In termini finanziari, va previsto un investimento iniziale nel primo anno, legato anche all’organizzazione dello screening, pari a circa 80 milioni di euro, che sarebbe però più che compensato dai risparmi pari a circa 180 milioni di euro già al primo anno.
I commenti
“Il modello elaborato- ha spiegato Federico Spandonaro, professore aggregato Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata‘ e presidente del Comitato Scientifico C.R.E.A. Sanità- dimostra che la promozione di uno screening della popolazione ad alto rischio per il carcinoma polmonare è una politica di sanità pubblica efficace ed efficiente che, purché adeguatamente promossa e incentivata, risulta anche sostenibile da un punto di vista finanziario”.
“Parallelamente alla lotta al tabagismo- ha dichiarato la professoressa Giulia Veronesi, direttrice del Programma di Chirurgia Robotica Toracica presso l’Irccs ospedale San Raffaele– è prioritario favorire l’accesso allo screening ai soggetti ad alto rischio, cioè fumatori o ex forti fumatori sopra i 50 anni. Le società scientifiche internazionali e la Commissione europea stanno già andando in questa direzione e raccomandano, per questi soggetti, regolari TAC al torace a basso dosaggio di radiazioni intensità, per un monitoraggio adeguato. Quando il tumore al polmone viene diagnosticato e trattato in fase precoce con chirurgia e farmaci- ha proseguito Veronesi- si possono raggiungere tassi di sopravvivenza a 5 anni intorno all’80%. Per questo, investire in un programma strutturato di screening polmonare è oggi più cruciale che mai, perché consente un guadagno di vita di oltre 7 anni a fronte di un risparmio economico per il Sistema sanitario nazionale”.
Aiom
“Mentre è ormai prassi consolidata fornire evidenze anche in termini di costo-efficacia delle terapie- ha commentato il presidente Aiom, Francesco Perrone– ci sono ancora pochi dati e analisi di questo tipo sullo screening. Il modello presentato oggi sul polmone è, per questo, molto interessante e ha il potenziale per essere replicato e applicato ad altri screening oncologici, fornendo uno strumento di grande valore per guidare le politiche sanitarie”.
Roche Italia
“Grazie a significativi investimenti in ricerca- le parole di Federico Pantellini, Medical Lead Roche Italia– mettiamo a disposizione dei pazienti affetti da tumore al polmone farmaci immunoterapici e a bersaglio molecolare in grado di agire fin dalle fasi precoci della malattia, dove l’obiettivo può essere quello della cura. Per poter assicurare i benefici associati a questi trattamenti, è prioritario effettuare una diagnosi quanto più precoce e lo screening è uno strumento chiave”.
On. Ugo Cappellacci, presidente XII Commissione nAffari Sociali della Camera dei Deputati
L’onorevole Ugo Cappellacci, ha ricordato che “gli screening consentono di giocare d’anticipo sulla malattia e sulle conseguenze. Per questo è fondamentale recuperare i ritardi accumulati durante la pandemia. Una delle misure su cui Governo e Parlamento stanno lavorando è lo smaltimento delle liste d’attesa, con un provvedimento importante a favore dei diritti dei cittadini”.