Per vincere alcune forme di cancro del sangue resistenti e refrattarie molte speranze sono state riposte nelle CAR-T. Si tratta di terapie geniche avanzate basate sulla modifica e sul potenziamento dei linfociti T. A cinque anni dall’arrivo in Italia e dalla prima terapia i risultati sono promettenti e la ricerca continua.
Il ruolo di AIL
In questa prospettiva AIL Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mielomi, ha deciso di riprendere da Milano il viaggio di “Car-T il futuro è già qui”. Una campagna informativa itinerante online per pazienti, caregiver, specialisti. In questo modo sarà possibile migliorare l’accesso, la gestione dei trattamenti sulla base delle esperienze cliniche maturate e gli ambiti futuri di applicazione. «La prima edizione della campagna ha raggiunto 10 Regioni italiane con 11 tappe da nord a sud del Paese – spiega Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL – . Ora il viaggio riprende. Le CAR-T rappresentano più che una speranza concreta per quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali. Il loro impiego sta ottenendo successi insperati fino a pochi anni fa».
I numeri delle CAR-T
In Italia fino ad oggi sono stati trattati più di 1.400 pazienti. la prima somministrazione risale al 2019 e per un lungo periodo solo un Centro presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è stato autorizzato ad effettuare questi trattamenti. Attualmente sono circa 30 i Centri abilitati sul territorio nazionale e, di questi, 10 in Lombardia. Sta maturando anche l’esperienza nell’utilizzo e nella gestione delle terapie CAR-T e si accumulano evidenze e dati clinici. Le terapie CAR-T rispetto al 2017 sono cresciute del 650%, ma la ricerca scientifica avanza velocemente a caccia di nuovi bersagli da colpire.
Come funzionano le CAR-T
Sono terapie cellulari innovative personalizzate. Le cellule CAR-T vengono ottenute mediante una modificazione genetica dei Linfociti T di un paziente che vengono resi capaci di riconoscere in modo specifico le cellule tumorali e di eliminarle. Quindi viene fatto al paziente un prelievo di sangue da cui si estraggono le cellule immunitarie (linfociti T), vengono modificate geneticamente, coltivate in laboratorio e poi reinfuse nello stesso paziente pronte per attivare la risposta del sistema immunitario contro il tumore. «Già oggi il 50% circa delle leucemie linfoblastiche acute ed il 40% dei linfomi a grandi cellule B vengono guariti da questa terapia », spiega Paolo Corradini, Direttore Divisione di Ematologia, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, Cattedra di Ematologia, Università degli Studi di Milano e Presidente SIE-Società Italiana di Ematologia.
I tumori trattati con le CAR -T
Le terapie CAR-T sono la prima forma di terapia genica approvata per il trattamento della Leucemia Linfoblastica B Acuta refrattaria o in ricaduta in pazienti pediatrici e giovani adulti fino a 25 anni e alcune forme aggressive di Linfoma non Hodgkin in fase avanzata. Le CAR-T rappresentano un’opzione terapeutica in quei pazienti nei quali le precedenti strategie terapeutiche standard (chemioterapia e trapianto di cellule staminali emopoietiche) hanno fallito. «Nel linfoma follicolare le CAR-T funzionano molto bene, e altrettanto nel mieloma multiplo, anche se non con gli stessi risultati dei linfomi. -evidenzia Corradini -. I dati di risposta e di sopravvivenza nelle malattie refrattarie fin qui raccolti sono molto incoraggianti, in particolare per la sopravvivenza a lungo termine. Le CAR-T dimostrano di funzionare laddove non funzionava più niente».
- Leucemia Linfoblastica Acuta La LLA rappresenta il tumore più frequente nei bambini, con una stima di 3-4 casi ogni 100.000 persone al di sotto dei 18 anni di età. L’incidenza presenta un picco entro i 10 anni di età. Scende nell’età adulta per aumentare un poco di nuovo al di sopra dei 50 anni, rimanendo comunque una malattia rara.
- I LNH rappresentano globalmente il 4-5% delle nuove diagnosi di neoplasia nella popolazione occidentale. In Italia sono la quinta forma di cancro più comune negli uomini e la sesta nelle donne. L’età mediana di insorgenza è compresa tra i 50 e 70 anni e l’incidenza tende ad incrementare con l’aumentare dell’età.
- Il Mieloma Multiplo Il Mieloma Multiplo è una malattia che deriva dalla trasformazione neoplastica di una cellula della linea B linfocitaria. La malattia è caratterizzata dalla presenza di numerose alterazioni genetiche. Il MM rappresenta circa il 10% delle patologie ematologiche ed insorge tipicamente in età avanzata, con un’età media alla diagnosi di circa 60 anni.
Possibili effetti collaterali
Le terapie CAR-T rispetto alle terapie convenzionali permettono di ottenere remissioni complete anche in fase di malattia molto avanzata. Tuttavia, molto resta ancora da capire e da studiare rispetto alla sicurezza e all’efficacia di queste cure il cui utilizzo è associato al rischio di eventi talvolta gravi, quali: sindrome da rilascio di citochine; tossicità neurologica; riduzione dei linfociti B e degli anticorpi. Le terapie CAR-T possono essere somministrate in un numero limitato di Centri di ematologia e onco-ematologia, pediatrica e per adulti, ad alta specializzazione per il trattamento delle leucemie e dei linfomi, con specifici requisiti (tra cui la disponibilità di accesso alla terapia intensiva) e autorizzazioni per le terapie cellulari.
I centri specializzati
In Italia sono al momento 29 i Centri specializzati in ematologia e onco-ematologia in cui si effettuano le infusioni di CAR-T identificati dalle Regioni sulla base dei requisiti e le caratteristiche previste per legge:
- la certificazione del Centro Nazionale Trapianti in accordo con le Direttive UE;
- l’accreditamento JACIE 7.0 per il trapianto allogenico;
- la presenza di un Centro di aferesi e di un laboratorio per la criopreservazione con personale qualificato e adeguatamente formato;
- la disponibilità di un’Unità di terapia intensiva e la presenza di un team multidisciplinare adeguato alla gestione clinica del paziente e delle possibili complicanze.
I bisogni dei pazienti
Una ricerca dell’istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha indagato i principali bisogni dei pazienti onco-ematologici sottoposti a Car-T e dei loro caregiver. «Sono emersi come prioritari i bisogni cosiddetti ‘esistenziali’, legati alla vita e alla sopravvivenza, ovvero quei bisogni per cui il paziente vuole sentirsi dire, vuole credere e vuole sperare che questa ennesima linea di terapia andrà bene e che, se non ci dovesse essere un risultato positivo, ci saranno altre possibilità terapeutiche. Emergono poi i bisogni relativi al desiderio di essere informati in maniera esaustiva, empatica e sincera – spiega Sara Alfieri, Ricercatrice psicologa SSD Psicologia Clinica, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano –. Seguono i bisogni legati all’assistenza per cui i pazienti desiderano il miglioramento dei servizi di base (supporto psicologico, visite e controlli vicini alla propria residenza) e il sostegno del mondo delle associazioni per migliorare la vita di tutti i giorni. È forte e predominante il bisogno di non sentirsi abbandonati».