Il cancro è un’emergenza che richiede azioni quasi rivoluzionarie perché in Italia, nel 2023 c’è stato un aumento di oltre 18mila casi rispetto al 2020, ma bisogna aspettarsi numeri ancora più emergenziali da qui al 2030. Le previsioni dicono che le nuove diagnosi di tumori maligni aumenteranno del 69 per cento, con un incremento dei decessi del 72 per cento.
L’Impegno di Johnson & Johnson
Alessandra Baldini, Direttrice medica Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia, ha dichiarato al riguardo: «Da oltre trent’anni J&J contribuisce a rispondere ai bisogni di cura ancora insoddisfatti dei pazienti oncologici e al miglioramento della loro aspettativa e qualità di vita. Questo grazie al nostro desiderio di concretizzare la missione di J&J: lavorare per un futuro in cui le malattie siano un ricordo del passato. La nostra pipeline continua a crescere e ad arricchirsi di terapie sempre più avanzate e sempre più personalizzate. Questo è reso possibile dal nostro costante impegno nella ricerca e sviluppo di farmaci innovativi».
Il ruolo dell’intelligenza artificiale per la lotta al cancro
L’’impegno di J&J è rafforzato anche attraverso numerose collaborazioni esterne, mirate a sfruttare strumenti computazionali e l’intelligenza artificiale per produrre evidenze innovative, basate sull’osservazione e l’analisi dei dati reali, che consentano di rendere il cancro una condizione sempre più gestibile e con prospettive di cura.
Cosa accadrà entro nel 2030 contro il cancro grazie a J&J?
Entro il 2030 sono previste, a livello globale, 35 nuove richieste di autorizzazione alle agenzie regolatorie, tra nuove molecole o combinazioni ed estensioni di indicazione. Di queste:
- 15 saranno nell’ambito dei tumori del sangue,
- 3 nel tumore della prostata,
- 3 del polmone
- 4 della vescica e 5 in altre aree, con una media di due nuove terapie a disposizione dei pazienti all’anno.
Il Mieloma multiplo, nuove terapie
J&J è attiva da più di due decenni anche nell’ambito dei tumori ematologici, a partire dal mieloma multiplo. La ricerca scientifica sta facendo enormi passai avanti nella cura della malattia. «La disponibilità di questi nuovi farmaci ha cambiato l’approccio terapeutico, rendendolo sempre più personalizzato – ha aggiunto Michele Cavo, Professore Ordinario di Ematologia, Direttore, Istituto di Ematologia “Seragnoli” Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna, IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna -. Questo permette ai medici di orientare la scelta terapeutica per ogni paziente non solo sulla base dell’efficacia, ma anche della tollerabilità e della modalità di somministrazione».
E per la leucemia linfatica? Ecco lo sviluppo della ricerca
Oltre al mieloma multiplo, J&J è impegnata nella ricerca relativa alla leucemia linfatica cronica. In particolare, Ibrutinib, (primo inibitore della tirosina chinasi di Bruton BTK), continua a dimostrare benefici per i pazienti affetti da questo tumore ematologico.
Si conferma l’efficacia per l’Ibrutinib contro il cancro
Due i risultati a lungo termine. «I risultati a lungo termine su Ibrutinib, presentati al congresso europeo di ematologia, rappresentano un’ulteriore conferma dell’efficacia di questo inibitore della BTK nella leucemia linfatica cronica – ha sottolineato Anna Maria Frustaci, Dirigente medico struttura complessa di ematologia, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda -. Oggi, i dati disponibili si basano su un più lungo follow-up e sul numero molto elevato di pazienti trattati. A ciò, si aggiunga l’importante innovazione della terapia di combinazione di Ibrutinib e venetoclax. I risultati aggiornati su questa combinazione presentati al congresso europeo di ematologia forniscono ulteriori informazioni, soprattutto per quei pazienti più ad alto rischio».
Trattamento non chemioterapico
E’ un completamente orale, senza chemioterapia, che permette di non dover ricorrere a ricoveri o infusioni endovenose, migliorando la gestione della terapia per il paziente, il medico e per il caregiver.