Tra i paesi con il sistema sanitario più efficiente al mondo c’è il BELGIO tanto che la sanità belga si distingue per liste d’attesa brevi, costi contenuti e un sistema sanitario nazionale che soddisfa i pazienti. Un modello, dunque, di buona sanità che andremo a scoprire nello speciale dedicato al Belgio. In questo viaggio al centro dell’Europa sono in compagnia di due medici italiani: Tatiana Poni, medico di medicina generale di Brescia da undici anni nella città fiamminga di Bree ed Ernesto Balì oculista di Napoli oggi capo dipartimento di oftalmologia degli ospedali Chirec di Bruxelles.
Tatiana ed Ernesto due medici italiani “specializzati” in Belgio
Tatiana ed Ernesto hanno studiato medicina in Italia per poi scegliere di fare la specializzazione in Belgio, dove sono arrivati rispettivamente dall’Irlanda e dall’Olanda. «La formazione di un medico in Belgio inizia con un percorso universitario a numero chiuso, ma una volta superato lo scoglio del concorso locale, lo studente di medicina si misura praticamente da subito con la professione – racconta Ernesto Balì -. Quindi lo studente di medicina può essere chiamato ad accogliere il paziente in ospedale. Nell’ultimo anno del corso di laurea in medicina, poi, ha modo di decidere quale strada intraprendere, anche se per accedere alla specializzazione deve superare una selezione» .
Una formazione che penalizza i belgi
Proprio l’accesso alla scuola di specializzazione rappresenta l’unico anello debole del sistema sanitario del Belgio.
Ascolta la puntata della serie di Mondo Sanità dedicata alla formazione dei medici in Belgio
Opportunità di carriera e massima autonomia
Essere medico in Belgio significa appartenere ad un ordine professionale, ma al tempo stesso avere molta autonomia. «Bisogna prima di tutto far riconoscere la laurea e la specializzazione. Si tratta però di una procedura molto semplice – spiega Tatiana -. Perché le lauree in Europa sono equiparate e occorre solo far tradurre il documento nella lingua ufficiale. Poi è richiesto un certificato di lingua olandese o francese a seconda del luogo di lavoro. Fatto questo si può iniziare a lavorare». Scegliendo di stabilirsi in questo Paese, i medici italiani possono beneficiare di un contratto favorevole allo sviluppo della carriera con una serie di interessanti opportunità professionali. «La proprietà degli ospedali è di enti terzi che possono essere associazioni di medici, organismi religiosi, mutui, o Inps che poi è anche l’organo che paga tramite le mutue o direttamente attraverso gli ospedali. Quindi tutto è convenzionato, non esiste il pubblico o il privato », puntualizza Balì.

No work no money
Il motto è No work no money. L’ospedale trattiene una parte del compenso (25/30% di un intervento e circa il 15% di una visita in ambulatorio), il resto è del medico. Massima autonomia, dunque, per tutti: medici di medicina generale e ospedalieri che guadagnano non per numero di ore lavorate, ma per obiettivi. Questo fa sì che solo nelle provincie più remote si presenti il tema della carenza dei medici, tamponato, in quel caso, da professionisti provenienti dall’est Europa. «Il sistema funziona benissimo – sottolinea Ernesto Balì – perché stimola i professionisti. Il sistema spinge verso l’altro e c’è un controllo continuo dell’attività. Qui lo scopo di un primario è mettere tutti i medici nelle condizioni di lavorare al meglio».
Ascolta il podcast dedicato al mondo del lavoro dei medici in Belgio
Per il turista italiano serve la tessere sanitaria europea
Quando un cittadino italiano si trova in Belgio per lavoro o per turismo non si deve preoccupare per l’assistenza sanitaria perché avrà tutte le cure del caso. L’importante è attivare nel modo giusto la copertura sanitaria. Come? «Il cittadino italiano ha modo di andare in Pronto soccorso o da un medico di famiglia in Belgio ed essere preso in cura – spiega Tatiana – . Deve presentarsi con la carta d’identità e il codice fiscale ed avrà tutte le cure di cui ha bisogno». «Il paziente italiano è coperto dall’Italia per tutte quelle che sono le urgenze – aggiunge Balì-, ma il paziente deve prima pagare e poi viene rimborsato dalla sua Regione di appartenenza».
Prevenzione e screening per tutti, senza liste d’attesa
In un paese attento alla salute dei suoi cittadini come il Belgio, esiste un programma di prevenzione che funziona al punto da attirare per screening o esami clinici anche gli olandesi, senza per altro che esistano liste d’attesa. Il sistema sanitario belga è infatti il più efficiente d’Europa. «I pazienti possono andare dove vogliono e non hanno liste d’attesa», ammette Ernesto Balì. Una visita specialistica è garantita in 30 giorni, mentre gli interventi chirurgici non superano i 60 giorni. Paradossalmente il Belgio è anche il Paese con il minor numero di medici per abitanti (316 ogni 100 mila abitanti) eppure il sistema garantisce che siano disponibili per tutti. Quali sono dunque le ragioni di tanta funzionalità?
Ascolta il podcast sugli italiani in Belgio per turismo o per lavoro che necessitano di assistenza sanitaria