domenica, Dicembre 8, 2024
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Autodifesa: gli sport che aiutano le donne contro la violenza

Nella giornata contro la violenza sulle donne, la personal trainer Federica Stefani presenta gli sport per l'autodifesa: Wing Chu, Krav Maga e Wilding

Federica Stefani, personal trainer

Frequentare un corso di autodifesa per affrontare meglio la vita di tutti i giorni è certamente l’idea giusta per chiunque non si senta al sicuro nell’ambiente circostante.
Sono tanti i corsi che possono permettere, soprattutto alle donne, di vivere senza paura la propria quotidianità, traendone vantaggio sia a livello mentale che fisico.
Andiamo dunque a scoprire i migliori corsi e le migliori tecniche di difesa personale.

Wing Chun

Possiamo affermare che il Wing Chun (tradotto, eterna primavera, dal nome della sua prima allieva) è il capostipite delle arti marziali femminili, nato in Cina nel 1600, ideato da una monaca buddista di nome Ng Mui che insegnò a un’altra donna a difendersi dalle prepotenze e dalle avances dei banditi.

I principi del Wing Chun per autodifesa

Il Wing Chun si basa su tre fondamenti: sensibilità, flessibilità e determinazione. Uno stile di kung-fu che si adatta a qualsiasi donna di qualsiasi corporatura poiché la forza fisica non è un requisito fondamentale. Tale disciplina insegna a sviluppare sensibilità e gestione delle pressioni sul corpo, arrivando a sfruttare a proprio vantaggio la forza e il peso dell’aggressore. Il Wing Chun si basa sul “non agire”, quindi cercando di non opporsi alla forza dell’avversario ma adattandosi ad essa, ascoltando la propria intuizione come strumento di difesa contro il pericolo.

Krav Maga

Probabilmente è il Krav Maga l’arte marziale più praticata dall’universo femminile negli ultimi anni. È il sistema ufficiale di combattimento dell’esercito israeliano (tradotto in ebraico: combattimento con contatto), è un metodo di autodifesa molto diffuso anche nelle palestre di fitness proprio perché si adatta a tutti, anche alle donne.

Le caratteristiche del Krav Maga

Questa tecnica, ideata dal militare Imi Lichtenfeld negli anni 30, insegna a prevenire le aggressioni tramite la postura e l’autocontrollo e poi ad attaccare. Si tratta infatti di una tecnica di combattimento a corta distanza, per questo ideale in caso di pericoli imprevisti. L’obiettivo è quello di prevenire un attacco neutralizzandolo sul nascere.
Ovviamente l’autocontrollo, mantenere il sangue freddo, in quei momenti è fondamentale, e non viene certo trascurato. Si allena quindi l’emotività con esercizi per mitigare e controllare lo stress ,anche ad occhi chiusi.
L’allenamento di Krav Maga si basa quindi su un’attività mentale, aerobica e di sparring, ovvero un combattimento diretto con un partner simulando varie situazioni di pericolo e praticando dunque le varie messe a terra.

Wilding

Le donne, quando vengono aggredite, hanno paura perché non hanno mai sperimentato un sistema di controllo dell’emozione. Nel Wilding si impara ad avere gli atteggiamenti di sicurezza necessari a segnalare la propria prontezza, la propria determinazione e non essere vittime passive.

Il Wilding come strumento di autodifesa

Durante un’aggressione non si ha il tempo di pensare a quale sia la tecnica giusta da adoperare, bisogna agire senza troppo pensare: reazioni veloci, istintive e colpi letali, sono i principi cardine del Wilding, che si può definire una nuova arma a disposizione delle donne. Mario Furlan, docente universitario e fondatore dei City Angels, ha creato questo modello di autodifesa basato sull’istinto, che è un elemento insito in noi e non è necessario studiare o esercitarsi per apprenderlo.
Può essere necessario risvegliarlo ed utilizzarlo secondo principi semplici e chiari, in modo da focalizzare l’attenzione sui punti cruciali ed acquisire la prontezza di riflessi per utilizzarlo come difesa personale.
Dunque, possiamo affermare che il Wilding è una forma di autodifesa che punta ad evitare il pericolo e non richiede forza fisica o particolari doti atletiche. Il concetto è solo uno: individuare gli indizi e a reagire prima dell’aggressore.
Non solo psicologia però, ma si insegnano anche a tirare colpi forti e ben mirati nei punti vitali, ma soltanto se non siamo riuscite ad evitare un attacco.
A beneficiarne sarà dunque l’autostima e il corpo, perché questo grande e profondo lavoro renderà le donne che lo praticano più grintose e determinate.

A cura di Federica Stefani,                                                                                            personal trainer

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