lunedì, Gennaio 13, 2025
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Auto emo-infusione: quando l’ozono incontra l’ossigeno e dona benessere

Con l'ossigeno ozono terapia in auto emo-infusione è possibile contrastare gli eventi avversi di Covid, Long Covid ed è un potente anti age

Sono sufficienti 20 minuti per ossigenare il sangue, ridare vita e vigore alle proprie cellule e portare indietro le lancette biologiche del nostro corpo. Come? Con l’auto emo-infusione, un ottimo antidoto al Covid e al Long Covid, agli effetti avversi del vaccino, oltre che un potente anti-age.

Cos’è l’auto emo-infusione

«È una tecnica sicura, a circuito  chiuso che prevede il prelievo di una modesta quantità di sangue – spiega il Professor Dario Apuzzo (nella foto)docente presso la facoltà di Medicina e Chirurgia de La Sapienza di Roma e presidente di A.I.R.O (Accademia Internazionale di Ricerca in Ossigeno Ozono terapia) -.Il sangue viene mescolato ad una uguale quantità di ossigeno ozono e  viene re-infuso».

Piccola e grande auto emo-infusione

Due le modalità di somministrazione: grande e piccola auto emo-infusione.  «La differenza sta nella quantità di sangue estratto e trattato con ossigeno ed ozono, e la modalità di infusione – prosegue Apuzzo -. Nella piccola emo-infusione, viene prelevata una piccola quantità di sangue circa 10cc che viene ozonizzato e reinfuso non in endovena, ma intramuscolo. Si utilizza principalmente per stimolare il sistema immunitario. Nel caso della grande emo-infusione invece viene estratta una quantità di sangue pari a 150 – 200 ml, trattata con l’ozono e l’ossigeno e reinfusa con una normale flebo. In questo caso l’utilizzo è molto trasversale».

Come si utilizza l’auto emo-infusione

Questa procedura, nelle due versioni, ha lo scopo di ossigenare il sangue e quindi potenziare al massimo  l’emoglobina ossigenata. «L’emoglobina è legata all’ossigeno solo per il 70 percento – aggiunge il docente – con questa tecnica siamo in grado di sfruttare anche l’altra percentuale dell’emoglobina non legata all’ossigeno e aumentare quindi l’ossigenazione del sangue fino ad arrivare a tutti gli organi. Questo risultato è garantito perché l’ozono aumenta la produzione di 2,3-DPG  ovvero la molecola difosfoglicerato che cede, e consente di cedere, l’ossigeno ai tessuti. L’ossigeno si lega all’emoglobina e raggiunge i tessuti in maggiore quantità».

Una speranza per le malattie neurodegenerative

E in alcuni tipi di tessuti questa tecnica funziona molto bene. «È il caso del cervello ed infatti ci sono studi in corso per l’utilizzo dell’ossigeno-ozono terapia con auto emo-infusione nella cura delle malattie neurodegenerative. I risultati sono incoraggianti nella gestione della demenza, del Parkinson, dell’Alzheimer, della Sclerosi Multipla e della SLA – fa notare il professor Apuzzo -. I pazienti già dopo un ciclo di ozono terapia sono più presenti e reagiscono meglio alla fisioterapia» . Per le malattie autoimmuni come malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa si abbinano le auto emo con insufflazioni rettali.  «Per la purificazione del sangue in questo caso occorre fare dieci sedute con frequenza settimanale seguite da un mantenimento prima quindicinale, poi mensile e infine ogni due mesi. È interessante osservare che l’ozono nel sangue ha l’effetto di una cascata biochimica positiva  – puntualizza il fisiatra -. Si autoalimenta e quindi incredibilmente si mantiene nel tempo ed è visibile ad occhio nudo dal colore del sangue che appare più chiaro».

Ottimo per contrastare gli effetti collaterali del post vaccino e del long Covid

A beneficiare di questa tecnica sono anche gli organi filtro, ovvero fegato, reni e polmoni. «Dal momento che avviene una sorta di pulizia del sangue, questo scorre meglio, è più fluido e comporta che il cuore si affatichi di meno». Nessuna limitazione d’impiego se non nelle donne in gravidanza, ma è fondamentale che la terapia sia eseguita secondo i parametri dettati dalle società scientifiche come AIRO, Accademia Internazionale di Ricerca in Ossigeno Ozono terapia riconosciuta non solo dal Ministero della Salute italiana, ma anche a livello internazionale e presieduta proprio dal Professor Apuzzo. «Per il long Covid gli effetti si avvertono nella respirazione, infatti l’ossigeno ozono terapia restituisce forza, inoltre l’auto emo infusione genera più ATP».  La molecola di glucosio se bruciata senza ossigeno (in glicolisi anaerobia), produce due molecole di ATP (adenosina trifosfato) che è la  molecola base dell’energia del corpo umano. «Se invece  bruciamo la stessa molecola con l’ossigeno – riprende il professore – le molecole di ATP prodotte sono 36. Quindi c’è un incremento di 18 volte. Ecco perché aumentare l’ossigenazione del corpo aumenta l’energia disponibile».

Effetto anti age

Stabilito che l’ossigeno ozono terapia con auto emo-infusione è utile per contrastare il decorso delle malattie neurodegenerative, per contrastare gli effetti avversi del Long Covid e del vaccino, restituisce anche anni preziosi al nostro organismo. Come? «Più il sangue è ossigenato, più i tessuti sono ben irrorati, i vasi protetti e gli organi si mantengono meglio a lungo. Questo sulla pelle,  che è l’organo più vasto del nostro corpo, ha un effetto positivo anti age – evidenzia il Presidente di AIRO -. È consigliato l’inizio dopo i 40 anni e si può fare per tutta la vita.  Si utilizza per fare la biostimolazione sul viso, questo permette di migliorare la consistenza e il colorito della pelle. Per la cura dei capillari si utilizza attraverso l’osmoterapia, da me brevettata, che prevede l’utilizzo di ozono combinato con una soluzione naturale di liquido osmotico. In questo modo si ottiene  la scomparsa del capillare, la tonificazione  delle gambe, migliorano enormemente la circolazione, il colore, e il gonfiore che scompare togliendo  la sensazione di pesantezza».

Riconosciuto dal SSN, ma solo in alcune regioni

I costi variano da regione a regione. Il range per l’auto emo può andare dalle 100 alle 200 euro, anche se al sud può avere un costo inferiore, intorno alle 90 euro in Calabria o in Sicilia.  Per le insufflazioni rettali il range va dalle 50 alle 150, le infiltrazioni dalle 70 alle 150. L’auto emo-infusione è riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale solo per alcune patologie e in alcune regioni. «Ad esempio, per le ulcere diabetiche  e per l’ernia del disco. Una di queste è la Lombardia», conclude il Presidente di AIRO.

 

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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