Egregio direttore
Le scrivo per esprimere profonda preoccupazione in merito all’approvazione della figura dell‘Assistente Infermiere, avvenuta ieri, 3 ottobre, in Conferenza Stato-Regioni. Tale decisione, adottata nonostante la netta opposizione della stragrande maggioranza delle organizzazioni sindacali, nonché di una consistente parte della comunità associativa, scientifica e professionale infermieristica nazionale e internazionale, inclusa la Federazione Europea degli Infermieri (EFN), non rappresenta una soluzione alla carenza di personale infermieristico, bensì un preoccupante regresso per la qualità dell’assistenza sanitaria.
Favorevoli e contrari all’assistente infermiere
A beneficio del lettore, si riporta una tabella che sintetizza le posizioni delle diverse realtà in merito all’istituzione dell’Assistente Infermiere:
ACCORDO “ASSISTENTE INFERMIERE” | |
CONTRARI | FP CGIL, NURSING UP, FIALS, FSI – USAE, COINA, CONFINTESA, USB Salute, UGL Salute, UIL FLP, MIGEP – SHC OSS |
FAVOREVOLI | FNOPI (Federazione Ordini delle Professioni Infermieristiche) NURSIND, CISL – FP |
Solo FNOPI dice sì all’assistente infermiere, perché?
Come emerge chiaramente dalla tabella, la decisione è stata assunta dalle Istituzioni disattendendo il parere di una larghissima maggioranza sindacale, oltre che di associazioni, organizzazioni scientifico-professionali e della Federazione Europea degli Infermieri (di cui la CNAI è membro fondatore), con il solo appoggio dell‘Ordine professionale, che, nell’ambito delle competenze attribuitegli dalla Legge 3/2018, e “al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva”, ha scelto di sostenere sic et simpliciter tale provvedimento, insieme a due sindacati. Si segnala inoltre il parere contrario espresso da oltre 13.000 firmatari di una petizione online ( www.change.org/assistenteinfermiere ).
Il parere dell’associazione europea degli infermieri
L’EFN ha evidenziato come il provvedimento presenti criticità che potrebbero configurare un’infrazione della direttiva europea 2013/55/UE, con potenziali ripercussioni negative sulla qualità assistenziale e la sicurezza dei pazienti, oltre che sulla svalutazione della professione infermieristica. Questa nuova figura professionale, lungi dal risolvere la carenza di organico, genera ambiguità di ruolo e terminologica, rischiando di compromettere la fiducia nel sistema sanitario e non risolverà ma aggraverà secondo alcune proiezioni la piaga del demansionamento.
No alla figura low cost dell’assistente infermiere
Si paventa, inoltre, un’alta probabilità di sostituzione degli infermieri laureati con assistenti infermieri, figura low–cost meno formata e retribuita, con conseguente erosione delle funzioni infermieristiche, offuscamento dei confini professionali, conflitti di ruolo, confusione in termini di responsabilità e aumento del rischio clinico. La scelta di privilegiare un apparente risparmio economico rispetto alla formazione di infermieri laureati, adeguatamente preparati e remunerati, è inaccettabile e potenzialmente lesiva.
A rischio la sicurezza dei pazienti con l’assistente infermiere
Pur riconoscendo l’importanza del supporto all’assistenza, l’elenco delle attività previste per l’Assistente Infermiere suscita perplessità e lascia presagire un’ampia sostituzione degli infermieri. Il continuo rimando alla collaborazione e alla supervisione prefigura, inoltre, numerosi contenziosi. Si teme, infine, un impiego improprio degli assistenti infermieri in attività che eccedono la loro formazione, con evidenti rischi per la sicurezza dei pazienti, come ampiamente documentato in letteratura.
Soluzioni concrete
Invece di investire in figure ibride e potenzialmente pericolose, è necessario puntare su soluzioni concrete e lungimiranti:
- Valorizzazione degli infermieri: miglioramento delle condizioni lavorative, consistente incremento retributivo, rimozione concreta dei vincoli alla libera professione e implementazione della pratica infermieristica avanzata con prescrizione farmacologica.
- Investimenti nella formazione: incentivi economici per l’accesso ai corsi di laurea, esonero dalle tasse e percorsi retribuiti di transizione università-lavoro.
- Consolidamento del ruolo OSS: definizione chiara delle competenze e dei limiti di ciascun ruolo, nel rispetto delle specifiche professionalità.
- Dialogo con le componente sociale e scientifico-professionale: un confronto costruttivo con sindacati, associazioni e società scientifiche è imprescindibile per individuare soluzioni efficaci e condivise.
La salute dei cittadini non deve essere sacrificata sull’altare del risparmio
Appare altresì fondamentale che il mondo dell’ordinistica professionale impegnato nelle elezioni in questi giorni, a partire dal livello locale, adottino una postura più attenta alle istanze delle organizzazioni sindacali, scientifico-professionali e della comunità infermieristica.
La salute dei cittadini non può essere sacrificata sull’altare del risparmio, con scelte di questo tipo, operate senza un’adeguata consultazione delle voci contrarie.
Si auspica, in ogni caso, l’avvio di un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte, per garantire agli infermieri il giusto riconoscimento che sicuramente non è l’istituzione dell’assistente infermiere o con ulteriori lauree magistrali cliniche “vuote”, oltre che un’assistenza sanitaria di qualità e la massima sicurezza dei pazienti.
Walter De Caro Presidente Nazionale CNAI Executive Board Member EFNNMA w.decaro@cnai.pro
Ci saranno degli OSS che dopo un periodo di studio e lavoro, collaboreranno con il personale infermieristico in varie e ben precise attività diventando ASSISTENTI INFERMIERI. Attualmente anche molti istituti residenziali, aziende ospedaliere e centri privati cercano personale OSS che scarseggia. Pertanto, quale figura sostituirà la carenza degli OSS nelle varie sedi? Ma, il problema è la carenza di operatori sanitari o la mancata valorizzazione? Il tempo ci risponderà