lunedì, Gennaio 13, 2025
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Assistente infermiere e revisione OSS: i sindacati OSS dicono NO

Per i sindacati OSS la riforma manca di adeguata formazione, crea confusione, non dà alcun riconoscimento economico e copertura assicurativa

L’ assistente infermiere e la revisione del profilo OSS continua a far discutere. Gli ultimi, in ordine di tempo, ad aver espresso il proprio disappunto in una lettera indirizzata al Ministero della Salute, dell’Economia, alle Regioni e alle Province autonome, sono le Segreterie della Federazione MIGEP, Stati Generali OSS e SHC OSS che ne chiedono la sospensione.

Riforma del SSN: assistente infermiere e OSS  non a queste condizioni

«Pur riconoscendo la necessità di una riforma del sistema sanitario nazionale, emersa con maggiore urgenza a seguito della pandemia e dell’aumento dei bisogni della popolazione, e la necessità di rivedere i profili professionali, compreso quello dell’Operatore sociosanitario, riteniamo che la revisione in atto sia limitata e distante dalle aspettative – scrivono i sindacati -. Accogliamo positivamente l’introduzione di una figura intermedia tra l’Operatore Socio-Sanitario e l’infermiere, riconoscendo che il Servizio Sanitario Nazionale deve evolversi per rispondere alle sfide attuali. Riteniamo essenziale che questa nuova figura rappresenti un’opportunità di crescita professionale per gli OSS».

Criticità: formazione insufficiente, FAD bocciata

Sotto accusa la proposta presentata in Conferenza Stato- Regioni  perché considerata «un compromesso che rischia di sminuire ulteriormente il ruolo dell’infermiere e degli OSS, generare incomprensioni e sovrapposizioni di ruoli».  In particolare, i sindacati degli OSS ritengono la formazione prevista insufficiente. «Una delle criticità maggiori riguarda la proposta di una formazione a distanza (FAD) per questa nuova figura, priva di una valutazione attitudinale degli studenti – evidenziano MIGEP, Stati Generali OSS e SHC OSS -. La mancanza di una chiara definizione del ruolo e di un adeguato percorso formativo potrebbe generare ulteriori problemi in termini di responsabilità legale e sicurezza dei pazienti, con il rischio di una sovrapposizione delle competenze tra OSS, AI e infermieri. La formazione è insufficiente, poiché troppo breve per le richieste di competenze complesse che verranno attribuite».

Figura ibrida,  crea confusione

Per i sindacati degli OSS, la proposta di una nuova figura come “l’Assistente Infermiere” crea una sovrapposizione di ruoli senza alcun riconoscimento giuridico-economico, generando soltanto confusione tra i professionisti e aumentando il rischio di conflittualità di ogni genere all’interno delle équipe sanitarie. «Un percorso privo di riconoscimento non può che  compromettere l’efficacia e la funzionalità dei servizi sanitari, minando la coesione tra gli operatori già esposti a stress di ogni tipo», evidenziano nella missiva.

Carico di lavoro eccessivo e troppo stress per gli OSS

«Il carico di lavoro espressamente infermieristico sarebbe superiore, con un aumento dello stress e della responsabilità lavorativa, divenendo sempre più subordinato agli infermieri e agli ordini professionali. Tale scenario si tradurrebbe in un peggioramento delle condizioni lavorative, mentre le ore di formazione resterebbero le stesse per l’OSS e troppo esigue per l’Assistente infermiere – lamentano -. Non si punta ad una preparazione più approfondita, né ad un diploma come accade in Europa, e neppure si prevede un ordinamento teorico e un tirocinio pratico uniforme sul territorio nazionale, affidando la formazione alle Aziende Sanitarie sedi di corsi di laurea per infermieri».

Nessun riconoscimento economico e copertura assicurativa

A fronte di un aumento di competenze e di responsabilità, per altro non ci sarebbe un corrispettivo adeguato in termini di riconoscimento economico, nessuna copertura assicurativa. «Si tratterebbe di fatto di un sovramansionamento legalizzato – sottolineano -. Legalizzando l’assegnazione di compiti sempre più complessi senza un’adeguata formazione né il giusto riconoscimento economico. Questo mira i principi fondamentali di tutela e sicurezza del lavoro».

Vantaggio per le strutture private

«La riforma, così come concepita, andrebbe a favorire esclusivamente le cooperative – RSA – strutture private, che vedrebbero aumentare il proprio potere gestionale e contrattuale a scapito dei lavoratori».  Un appiattimento verso il basso che andrebbe a schiacciare le figure professionali esistenti come infermieri generici e puericultrici, destinate ad essere assorbite dalle nuove figure tuttofare. «Non riusciamo a comprendere perché il Ministero e le Regioni non vogliano prendere atto delle leggi promulgate a favore dell’area sociosanitaria e continuino invece a portare avanti la figura di un operatore tecnico di  interesse sanitario. La dichiarata equipollenza dell’Oss FC  in assistente infermiere inoltre  genera confusione, poiché quest’ultimo ha una formazione non sufficiente e questo aumenta il rischio di contenzioso sanitario. È necessario invece richiedere come requisito il  diploma di scuola secondaria superiore».

Proposte alternative alla riforma OSS e AI

Professionalità solide e competenze definite, questi i punti cardine su cui puntano i sindacati degli Oss. «Siamo convinti che per garantire ai cittadini la qualità che meritano, sia necessaria una riorganizzazione complessiva del panorama delle professioni sanitarie e sociosanitarie che parta da una revisione profonda del Contratto Collettivo nazionale del Lavoro (CCNL) – dicono  MIGEP, Stati Generali OSS e SHC OSS – .  Non solo, è importante eliminare la frammentazione della formazione regionale e puntare ad un avere un diploma di qualifica».

Salari dignitosi per gli OSS e nuove assunzioni

Tra gli interventi urgenti suggeriti dai sindacati ci sono salari dignitosi,  nuove assunzioni e formazione secondo gli standard dei paesi europei per garantire il benessere dell’OSS. «E’ altresì necessario sviluppare un ambiente di lavoro positivo e condizioni di lavoro ottimali  e riconoscere il lavoro  usurante.  È importante poi investire maggiormente nella formazione dell’Oss attraverso certificazioni di competenza,  inquadrare l’OSS nell’area e nel ruolo sociosanitario e considerare l’OSS come un componente dell’equipe assistenziale, non una figura di supporto», concludono.

 

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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