L’ assistente infermiere e la revisione del profilo OSS continua a far discutere. Gli ultimi, in ordine di tempo, ad aver espresso il proprio disappunto in una lettera indirizzata al Ministero della Salute, dell’Economia, alle Regioni e alle Province autonome, sono le Segreterie della Federazione MIGEP, Stati Generali OSS e SHC OSS che ne chiedono la sospensione.
Riforma del SSN: assistente infermiere e OSS non a queste condizioni
«Pur riconoscendo la necessità di una riforma del sistema sanitario nazionale, emersa con maggiore urgenza a seguito della pandemia e dell’aumento dei bisogni della popolazione, e la necessità di rivedere i profili professionali, compreso quello dell’Operatore sociosanitario, riteniamo che la revisione in atto sia limitata e distante dalle aspettative – scrivono i sindacati -. Accogliamo positivamente l’introduzione di una figura intermedia tra l’Operatore Socio-Sanitario e l’infermiere, riconoscendo che il Servizio Sanitario Nazionale deve evolversi per rispondere alle sfide attuali. Riteniamo essenziale che questa nuova figura rappresenti un’opportunità di crescita professionale per gli OSS».
Criticità: formazione insufficiente, FAD bocciata
Sotto accusa la proposta presentata in Conferenza Stato- Regioni perché considerata «un compromesso che rischia di sminuire ulteriormente il ruolo dell’infermiere e degli OSS, generare incomprensioni e sovrapposizioni di ruoli». In particolare, i sindacati degli OSS ritengono la formazione prevista insufficiente. «Una delle criticità maggiori riguarda la proposta di una formazione a distanza (FAD) per questa nuova figura, priva di una valutazione attitudinale degli studenti – evidenziano MIGEP, Stati Generali OSS e SHC OSS -. La mancanza di una chiara definizione del ruolo e di un adeguato percorso formativo potrebbe generare ulteriori problemi in termini di responsabilità legale e sicurezza dei pazienti, con il rischio di una sovrapposizione delle competenze tra OSS, AI e infermieri. La formazione è insufficiente, poiché troppo breve per le richieste di competenze complesse che verranno attribuite».
Figura ibrida, crea confusione
Per i sindacati degli OSS, la proposta di una nuova figura come “l’Assistente Infermiere” crea una sovrapposizione di ruoli senza alcun riconoscimento giuridico-economico, generando soltanto confusione tra i professionisti e aumentando il rischio di conflittualità di ogni genere all’interno delle équipe sanitarie. «Un percorso privo di riconoscimento non può che compromettere l’efficacia e la funzionalità dei servizi sanitari, minando la coesione tra gli operatori già esposti a stress di ogni tipo», evidenziano nella missiva.
Carico di lavoro eccessivo e troppo stress per gli OSS
«Il carico di lavoro espressamente infermieristico sarebbe superiore, con un aumento dello stress e della responsabilità lavorativa, divenendo sempre più subordinato agli infermieri e agli ordini professionali. Tale scenario si tradurrebbe in un peggioramento delle condizioni lavorative, mentre le ore di formazione resterebbero le stesse per l’OSS e troppo esigue per l’Assistente infermiere – lamentano -. Non si punta ad una preparazione più approfondita, né ad un diploma come accade in Europa, e neppure si prevede un ordinamento teorico e un tirocinio pratico uniforme sul territorio nazionale, affidando la formazione alle Aziende Sanitarie sedi di corsi di laurea per infermieri».
Nessun riconoscimento economico e copertura assicurativa
A fronte di un aumento di competenze e di responsabilità, per altro non ci sarebbe un corrispettivo adeguato in termini di riconoscimento economico, nessuna copertura assicurativa. «Si tratterebbe di fatto di un sovramansionamento legalizzato – sottolineano -. Legalizzando l’assegnazione di compiti sempre più complessi senza un’adeguata formazione né il giusto riconoscimento economico. Questo mira i principi fondamentali di tutela e sicurezza del lavoro».
Vantaggio per le strutture private
«La riforma, così come concepita, andrebbe a favorire esclusivamente le cooperative – RSA – strutture private, che vedrebbero aumentare il proprio potere gestionale e contrattuale a scapito dei lavoratori». Un appiattimento verso il basso che andrebbe a schiacciare le figure professionali esistenti come infermieri generici e puericultrici, destinate ad essere assorbite dalle nuove figure tuttofare. «Non riusciamo a comprendere perché il Ministero e le Regioni non vogliano prendere atto delle leggi promulgate a favore dell’area sociosanitaria e continuino invece a portare avanti la figura di un operatore tecnico di interesse sanitario. La dichiarata equipollenza dell’Oss FC in assistente infermiere inoltre genera confusione, poiché quest’ultimo ha una formazione non sufficiente e questo aumenta il rischio di contenzioso sanitario. È necessario invece richiedere come requisito il diploma di scuola secondaria superiore».
Proposte alternative alla riforma OSS e AI
Professionalità solide e competenze definite, questi i punti cardine su cui puntano i sindacati degli Oss. «Siamo convinti che per garantire ai cittadini la qualità che meritano, sia necessaria una riorganizzazione complessiva del panorama delle professioni sanitarie e sociosanitarie che parta da una revisione profonda del Contratto Collettivo nazionale del Lavoro (CCNL) – dicono MIGEP, Stati Generali OSS e SHC OSS – . Non solo, è importante eliminare la frammentazione della formazione regionale e puntare ad un avere un diploma di qualifica».
Salari dignitosi per gli OSS e nuove assunzioni
Tra gli interventi urgenti suggeriti dai sindacati ci sono salari dignitosi, nuove assunzioni e formazione secondo gli standard dei paesi europei per garantire il benessere dell’OSS. «E’ altresì necessario sviluppare un ambiente di lavoro positivo e condizioni di lavoro ottimali e riconoscere il lavoro usurante. È importante poi investire maggiormente nella formazione dell’Oss attraverso certificazioni di competenza, inquadrare l’OSS nell’area e nel ruolo sociosanitario e considerare l’OSS come un componente dell’equipe assistenziale, non una figura di supporto», concludono.