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Asma grave: in Lombardia arriva il PDTA

Il PDTA -percorso diagnostico terapeutico assistenziale favorisce l’integrazione tra ospedale e territorio nella gestione del paziente con asma grave, dalla presa in carico al follow- up con un percorso multidisciplinare, una gestione personalizzata della malattia e l'impiego di farmaci biologici

Arriva anche in Regione Lombardia la proposta di un nuovo percorso terapeutico integrato, per i pazienti con asma grave. Il documento,  presentato oggi a Milano a Palazzo Pirelli  mira a facilitare un approccio multidisciplinare, condiviso e sistematico della gestione del paziente adulto affetto da asma grave in modo da favorire l’integrazione tra le diverse professionalità operative, sia a livello ospedaliero sia territoriale.  Già  presente in Piemonte e in Toscana, questo modello  permette di garantire a tutti una presa in carico adeguata.

PDTA il ruolo di specialisti

Alla stesura del documento hanno partecipato specialisti, associazioni e istituzioni. «L’obiettivo è di poter offrire ai pazienti tutte le possibili opzioni terapeutiche. Per questo è stato sviluppato un percorso multidisciplinare che dal territorio possa permettere l’identificazione dei pazienti con asma grave suscettibili di terapie con i nuovi farmaci biologici», ha spiegato  Sergio Harari, Presidente Regione Lombardia Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO), Direttore Scientifico del Centro Studi AIPO – ITS / ETS.

Sul territorio l’impegno delle associazioni

Dalle associazioni l’impegno di aiutare le istituzioni nella gestione dei pazienti sul territorio: «Associazioni di pazienti più strutturate come Respiriamo Insieme e APACS devono far comprendere l’opportunità che hanno per il sistema sociosanitario, regionale e nazionale  – ha fatto notare Simona Barbaglia, Presidente Associazione Respiriamo Insieme -. Questo documento è il risultato di un lavoro di rete virtuoso con l’obiettivo di tracciare un percorso chiaro ed efficace per rendere meno complicata la quotidianità delle persone affette da questa patologia.  Affinché con una diagnosi tempestiva, una corretta presa in carico multidisciplinare e l’avvio di una giusta terapia per controllare i sintomi, si possa restituire loro una qualità di vita dignitosa».

I dati epidemiologici dell’asma grave

 Secondo i dati forniti nel 2024 dal Ministero della Salute, in Italia circa 3 milioni di individui soffrano  di asma bronchiale, circa il 5% della popolazione. Tra questi, circa 300 mila persone ovvero il il 10% manifesta una forma grave della malattia. È rilevante notare che l’87% dei pazienti asmatici presenta almeno una comorbidità, mentre il 77% ne presenta almeno due.  Numeri che richiedono dunque molta attenzione anche per la ricaduta economica che ha la malattia sulla società.

Asma grave: sintomi

Oltre ad essere una malattia diffusa, l’asma grave è impattante sulla vita di chi ne soffre. Infatti, si tratta di una patologia eterogenea caratterizzata da una infiammazione cronica delle vie aeree. Si manifesta con sintomi quali dispnea, respiro sibilante, costrizione toracica e tosse. Associata a iperreattività delle vie aeree, in presenza di fattori scatenanti come attività fisica, esposizione ad allergeni, variazioni climatiche e infezioni alle vie respiratorie, può favorire l’ostruzione delle vie aeree stesse. Questa condizione, nella fase avanzata della malattia e nelle forme più gravi, può diventare irreversibile. La compromissione della funzione polmonare nel tempo può variare con episodi acuti di asma ripetuti che possono risultare potenzialmente fatali ed essere un onere significativo per i pazienti e la società.

Dal cortisoni ai farmaci biologici

Per il trattamento delle forme più complesse con frequenti episodi (almeno due all’anno) sono necessari corticosteroidi orali. Nei casi difficili da trattare a causa di fattori  correlati  come fumo e comorbidità è importante identificare le aggravanti come la rinosinusite cronica, la poliposi nasale, le bronchiectasie, il deficit di alfa 1, l’obesità e il fumo si prendono in considerazione terapie biologiche.  È evidente che l’asma grave essendo  una condizione che richiede trattamenti intensivi, può avere un impatto sulla qualità della vita dei pazienti e sul sistema sanitario nazionale.

I costi dell’asma grave

I costi dell’asma grave sono elevati. In particolare, per due fattori: uso inefficace delle risorse diagnostiche e un controllo inadeguato della malattia. «L’innovazione terapeutica apre nuovi percorsi di cura, ma è essenziale che anche a livello nazionale si crei un coinvolgimento e uniformità intorno a questi percorsi. – ha dichiarato Emanuele Monti, Presidente della IX Commissione permanente – Sostenibilità sociale, casa e famiglia -. In Lombardia ci sono una decina di centri regionali coinvolti e con l’impegno di tutti gli attori vogliamo creare un modello valido per il Sistema Sanitario Nazionale».

Una Gestione personalizzata della malattia

La presa in carico del paziente richiede innanzitutto un’anamnesi dettagliata che rappresenta il primo passo  nella definizione del suo quadro clinico. La gestione della malattia necessità poi di una valutazione pneumologica e allergologica per determinare le cause scatenanti e massimizzare l’efficacia del trattamento. La gestione della malattia deve essere personalizzata e prevedere tre fasi: valutazione, regolazione del trattamento e revisione periodica con visite di controllo multidisciplinari che coinvolgono diversi professionisti esperti nella gestione degli effetti collaterali delle terapie come il riflusso gastroesofageo, l’osteoporosi, l’obesità, disturbi psicologici e reumatologici. L’educazione sanitaria del paziente è fondamentale per la gestione dell’asma grave a domicilio per questo è fondamentale un approccio integrato.

Un percorso multidisciplinare

Il percorso che è stato preparato in Regione Lombardia sull’asma grave ha la prerogativa di essere multidisciplinare. « Il  ruolo di tutti è  riuscire a identificare i pazienti che sono affetti da asma grave e inserirli in un percorso multidisciplinare che permetta una corretta diagnosi e una successiva adeguata gestione terapeutica  – ha sottolineato Pierachille Santus, Presidente Regionale per la Lombardia della Società Italiana di Pneumologia (SIP), Professore di Malattie Respiratorie Università degli Studi di Milano, Direttore UOC Pneumologia Ospedale L. Sacco, ASST Fatebenefratelli Sacco, Milano -.  I pazienti con asma grave oggi hanno la possibilità di avere le terapie biologiche molto efficaci, che però implicano una diagnostica più sofisticata.  L’integrazione ospedale-territorio prevista dal PDTA ha anche l’obiettivo di creare un percorso virtuoso che possa favorire la diagnosi, la cura, il follow-up e una migliore aderenza alle terapie».

 

 

 

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