La sensazione che il cuore acceleri improvvisamente, senza una emozione forte o uno stimolo esterno, potrebbe essere l’espressione di aritmia cardiaca. Un disturbo tanto frequente quanto temibile dell’apparato cardiovascolare.
L’aritmia cardiaca è segnale di pericolo?
L’aritmia è un disturbo che coinvolge il sistema elettrico del cuore causando battiti cardiaci a volte troppo veloci, altre volte troppo lenti o comunque irregolari. A seconda della sede cardiaca coinvolta e del tipo di anomalia elettrica si distinguono diversi tipi di aritmia. Tra queste le più diffuse sono sicuramente le extrasistoli e la fibrillazione atriale. «Molte aritmie non sono pericolose, ma se si avverte un improvviso e brusco cambiamento del battito, un ritmo cardiaco anomalo – ha spiegato il dott. Fabrizio Oliva, Presidente ANMCO e Direttore Cardiologia 1 dell’Ospedale Niguarda di Milano a margine del congresso ANMCO che si è tenuto a Bari lo scorso 29 e 30 novembre -. Quando però è associato a senso di malessere o addirittura svenimento, il consiglio è una visita da uno specialista per controllare la salute del proprio cuore ed impostare eventualmente il trattamento necessario. Le aritmie cardiache sono un insieme di disturbi del ritmo molto variegato pertanto i trattamenti sono altrettanto vari e dipendono dal tipo di aritmia presente».
La fibrillazione atriale colpisce un milione di italiani
La fibrillazione atriale rappresenta una delle maggiori cause di ricovero ospedaliero e colpisce circa un milione di italiani. Quest’aritmia non è immediatamente pericolosa per la vita, ma aumenta notevolmente il rischio di scompenso cardiaco e di ischemie cerebrali se non opportunamente e precocemente trattata. «E’ spesso asintomatica – ha aggiunto Oliva – . Provoca un ritmo del cuore irregolare, spesso accelerato, che può causare agitazione, stanchezza o affanno, ma anche passare inosservato. Questa aritmia può, tuttavia, favorire l’insorgenza di ischemia cerebrale poiché favorisce la formazione di coaguli nell’atrio sinistro».
L’importanza della diagnosi precoce nell’aritmia cardiaca
Negli ultimi anni, grazie alle nuove conoscenze e tecnologie, nel campo della elettrofisiologia ed aritmologia interventistica sono stati compiuti passi da giganti ma persistono tuttavia ambiti di incertezza sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. «Una diagnosi precoce è importantissima e in alcuni casi può salvare una vita o prevenire un ictus – ha sottolineato il dott. Massimo Grimaldi – Direttore Cardiologia dell’Ospedale F. Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari) e Presidente Designato ANMCO -. Questi pazienti faranno i dovuti controlli e, laddove richiesto, assumeranno una terapia anticoagulante orale o si sottoporranno ad un intervento di chiusura dell’auricola sinistra. L’ablazione transcatetere di fibrillazione ha invece dimostrato di essere in grado di migliorare la qualità di vita e la prognosi dei pazienti affetti da scompenso cardiaco. E proprio nell’ambito dello scompenso vi sono nuove terapie farmacologiche che, grazie al miglioramento dell’assetto metabolico, sono in grado di aumentare l’aspettativa di vita. Alle terapie farmacologiche si associano nuovi apparecchi impiantabili che attraverso il pacing sul tessuto di conduzione o grazie all’applicazione di energia ad alta intensità sono in grado di migliorare la qualità di vita e la prognosi dei pazienti affetti da scompenso cardiaco».
Prevenzione della morte improvvisa eliminando gli stimoli vagali
In occasione del congresso ANMCO Beat Life Rhythm, i massimi esperti mondiali si sono confrontati sulle più moderne tecniche di trattamento delle patologie cardiovascolari. Un argomento che ha suscitato grande interesse è la prevenzione della morte improvvisa aritmica, come ha puntualizzato Grimaldi. «Seppur rara, può colpire soggetti anche molto giovani e con cuore apparentemente sano – ha evidenziato -. Di grande interesse è stato il possibile trattamento di alcune bradiaritmie su base funzionale nei giovani. Si tratta di soggetti giovani in cui vi è un eccessivo funzionamento del sistema vagale ovvero il sistema deputato al rallentamento del battito cardiaco. L’intervento si effettua eliminando gli stimoli vagali su alcune aree del cuore, non mediante l’impianto di pace maker, ma attraverso tecniche transcatetere di tipo ablativo. Volendo fare un paragone automobilistico è come se si eliminasse il limitatore di velocità di una centralina».